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Il “tesoretto” dove lo metto? Gli scenari che cambieranno i nostri investimenti

"Investire nei megatrend del futuro" (Hoepli ) di Andrea Forni e Massimiliano Malandra spiega come le dinamiche globali modificheranno le scelte dei risparmiatori e i meccanismi di mercato che abbiamo conosciuto fino ad oggi

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Nella narrazione della finanza si è usato per molto tempo la definizione “parco buoi” per indicare quella massa di piccoli risparmiatori che aspiravano all’investimento in borsa con poca consapevolezza e strategia. L’epilogo era spesso scontato e a guadagnare erano solo pochi speculatori. Oggi l’informazione nel campo finanziario abbonda, ma ciò non significa che la consapevolezza tra i risparmiatori italiani sia aumentata, anzi.

Nel luglio scorso il Censis (Centro studi investimenti sociali), che da oltre 50 anni pubblica un autorevole rapporto sulla situazione sociale del Paese, evidenziava che, durante il primo lockdown (da febbraio ad aprile 2020), la liquidità nei portafogli delle famiglie italiane era aumentata di 34,4 miliardi di euro. Tanto per dare un termine di paragone, è la stessa quota del Mes (Meccanismo europeo di stabilità o più conosciuto come fondo salvastati) che spetterebbe all’Italia. Quindi dopo la pandemia con i conti correnti gonfiati dalla paura e dall’impossibilità di spendere, è probabile che il “parco buoi” torni a pascolare liberamente in borsa, con un mercato però in rapido cambiamento, per niente aiutato dal rumore di sottofondo dei media o dalla nascita di strabilianti piattaforme che alimentano mode e inevitabili perdite.

INVESTIRE NEI MEGATREND DEL FUTURO

Il libro “Investire nei megatrend del futuro” (Hoepli), scritto da Andrea Forni e Massimiliano Malandra, chiarisce questo concetto nel sottotitolo: “Scenari di investimento collegati a fattori demografici, tecnologici e ambientali“. L’aumento della popolazione nei paesi meno sviluppati, l’invecchiamento della popolazione in Europa, l’attenzione alla salute e al benessere psicofisico delle economie più mature, l‘innovazione tecnologica che crea rotture traumatiche rispetto ai modelli precedenti, la crescente sensibilità green che sta orientando il mercato dell’energia e non solo, condizionata dal decisore pubblico a livello nazionale ed europeo, sono fattori che aprono nuovi scenari in economia. Il fatto che possano trasformarsi in opportunità di business, cioè in prodotti e servizi, dipende tutto dalla capacità delle imprese di intercettarli e svilupparli.

In questa fase di transizione economica, i megatrend, le grandi tendenze di mercato, proprio per la loro discontinuità  tendono a sfuggire alle classiche settorializzazioni finanziarie. Ed è questa una delle ragioni cha ha convinto i due autori a trattare il tema dell’investimento partendo dalla complessità della società e dal cambiamento in atto, fornendo al lettore la cassetta degli attrezzi, costituita dalla piattaforma gratuita tradingview.com, e un’utile bibliografia e sitografia di riferimento.

NON TUTTE LE IMPRESE CHE OPERANO NEI MEGATREND SONO UN AFFARE

Si puo’ investire in azioni e partecipare così al rischio d’impresa. Alcune stanno già contribuendo alla trasformazione digitale dell’economia, ma è sempre opportuno, prima di decidere dove mettere i soldi, capire se hanno prospettive di crescita perché non tutte le aziende che operano in uno dei settori di tendenza sono un buon affare. Non basta il “vestito” green o la tecnologia ostentata per giustificare l’investimento. Esistono indicatori sempre validi, come la maggiore o minore solidità del titolo su cui si vuole investire rispetto ai fondamentali. Bisogna inoltre tener conto del fattore esponenziale,  generato dalla velocità dell’innovazione, che invecchia molto velocemente, a causa del quale il ciclo di vita delle aziende si è contratto notevolmente rispetto al passato. Per fare une esempio, gli autori citano l‘indice S&P500 che ha ridotto da 67 anni a 20 il ciclo di rotazione dei titoli.

La seconda strategia di investimento è l’acquisto di quote di certificati, fondi comuni o Etf (Exchange Traded Fund) tematici, strumenti di risparmio gestito che per quantità e diversificazione del rischio possono soddisfare tutti i gusti. La terza è rappresentata dalle startup, imprese ad alta innovazione tecnologica, che nella loro fase nascente si appoggiano per il finanziamento a fondi di venture capital, settore poco sviluppato in Italia, anche se in crescita, rispetto ai paesi anglosassoni, o a business angel, privati non legati a fondi che decidono di mettere i loro soldi in cambio di capitale di rischio. Nel 2004 Peter Thiel (PayPal) e Reid Hoffman (LinkedIn) diedero 500 mila dollari a Mark Zuckerberg per poter finanziare i primi passi di Facebook. Infine, tra le forme di raccolta fondi, c’è anche il crowdfunding una forma di investimento in forte ascesa tra le preferenze dei risparmiatori.

Forni e Malandra sottolineano l’importanza del rigore del processo di analisi che nella valutazione del titolo deve tener conto dei vari contesti. Insomma, non è sufficiente che una società quotata sia allineata ai nuovi megatrend per garantire un risultato. Occorre valutare in che condizioni ci è arrivata e con quali prospettive di crescita.

DEMOGRAFIA, NUOVE TECNOLOGIE E CAMBIAMENTI CLIMATICI

Gli autori dedicano un intero capitolo a ciascun scenario a partire dalla demografia che, quando si parla di sostenibilità, diventa uno dei fattori di cui tener maggiormente conto sia per l’investitore privato che per il decisore pubblico che è chiamato a mettere in campo politiche adeguate. Per chi investe è determinante sapere per esempio che Africa e Asia sono i continenti più giovani, con grandi prospettive di crescita, mentre Europa e Stati Uniti sono quelli più vecchi. In queste aree abitudini e bisogni sono profondamente diversi a seconda della stratificazione della popolazione e l’investimento deve essere coerente con questa tendenza.

Ci sono poi gli scenari alimentati dalle nuove tecnologie, pervasive e velocissime nella loro evoluzione, e dai nuovi materiali (per esempio il grafene), in grado di creare discontinuità significative e aprire la strada a business fino a ieri nemmeno immaginabili. L’elenco stilato degli autori comprende l’Iot (internet delle cose), il cloud computing, l’intelligenza artificiale, la blockchain (molto utilizzata nella tracciabilità dei prodotti), la robotica avanzata, la stampa 3D e la genomica, solo per citarne alcuni. E, parlando di innovazione, non c’è nemmeno la prospettiva che la sua velocità rallenti il passo, perché è esponenziale come sentenziò oltre mezzo secolo fa Gordon Moore, tra i fondatori di Intel e pioniere della microelettronica, da cui prende il nome l’omonima legge secondo cui il numero di transistor che è possibile stampare su di un circuito integrato raddoppia ogni 18-24 mesi.

Infine, gli scenari di grande complessità, quelli geo-strategici e politici, temi che «giocheranno un ruolo fondamentale per il progresso dell’umanità nei prossimi decenni e forse per la sua stessa sopravvivenza, tra cambiamenti climatici, nuova Via della Seta e privatizzazione dello Spazio, l’ultima frontiera».
La consapevolezza del risparmiatore che investe fa sempre la differenza, a maggior ragione quando si parla riscaldamento globale e cambiamento climatico, temi che guardano al medio e lungo periodo ma con impatti profondi sull’economia. L’informazione urlata, i proclami dei leader politici e le opinioni degli uomini di scienza, alimentano la polarizzazione dell’opinione pubblica. Al di là delle opinioni, rimangono però i segni delle devastazioni di uragani, scioglimenti dei ghiacci, tempeste d’acqua e desertificazioni. Nel passaggio a una economia green che riduca al massimo le emissioni di C02, Forni e Malandra sottolineano l’importanza di selezionare quelle imprese che, avendo la certificazione di sostenibilità, «hanno buone probabilità di sopravvivere alla transizione verso l’economia low-carbon».
Nulla nell’investimento va lasciato al caso o all’emotività e i megatrend stanno già cambiando la cultura del risparmiatore che vuole valorizzare il proprio portafoglio.
Il “parco buoi” è dunque avvisato.

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Andrea Forni Massimiliano Malandra
Investire nei megatrend del futuro
pag 203
euro 27,90
Hoepli

 

 

Dopo la Cina Trump vuole colpire l’Europa. A rischio il nostro export

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it
Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.
Pubblicato il 22 Dicembre 2020
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