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Quei soldi “fantasma” che passano da Malpensa e vanno verso il Nord Africa

L'emergenza pandemica e il crollo dei voli hanno ridotto i casi di esportazione illegale di valuta, ma non l'hanno certo azzerata. La destinazione principale oggi è il Maghreb

Malpensa Generiche

A vedere i numeri assoluti, pare quasi che la crisi pandemica e la riduzione degli spostamenti non ci siano stati. Parliamo dei contanti non dichiarati “intercettati” in aeroporto a Milano Malpensa.

Dogane e Guardia di Finanza ogni tanto segnalano un singolo sequestro, ma ogni tanto fare il punto aiuta a capire le dimensioni: negli ultimi due mesi, solo a Malpensa, sono stati individuati 114 viaggiatori in partenza con  complessivi 1.725.253 euro in valigia, più o meno nascosti.

Sia chiaro: fino a una certa soglia, sufficiente per un viaggio anche di più giorni, il trasporto di contanti è consentito. Se si supera la franchigia (10mila euro), invece, bisogna dichiararli, per esportarli legalmente. Ecco, in questi mesi sono state individuate somme eccedenti non dichiarate pari a 585.253 euro: la contestazione ha fatto pagare ai viaggiatori un totale di 60.942 euro, con sequestri per 60.160 euro.

Il flusso principale – spiegano dalle Dogane – va oggi verso i Paesi del Nord Africa. A vedere le cifre assolute, spedizioni relativamente ridotte in termini assoluti, soldi portati a casa per la famiglia (ma che vanno comunque dichiarati). Uno scenario diverso da quello visti in altri casi, negli aeroporti e alle frontiere terrestri: dai corrieri cinesi pizzicati a Fiumicino con 3 milioni di euro a inizio 2020 allo svizzero fermato al confine di Como con 55mila euro.

Non c’è un crollo, ma nell’attuale contesto i numeri assoluti dei sequestri sono comunque in flessione: per confronto nel 2016 l’ultimo trimestre dell’anno aveva visto a Malpensa l’individuazione di 8 milioni di euro non dichiarati spontaneamente. Va ricordato, comunque, che esiste anche un flusso di denaro anche in senso contrario, anche se meno frequente: somme che vengono immesse in Italia per creare canali di finanziamento paralleli a quelli ufficiali, dentro alle comunità nordafricane.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 15 Dicembre 2020
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