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Lonate “divorzia” da Ferno? Si va verso la fine dell’Unione dei Comuni

A febbraio la scissione unilaterale di Lonate Pozzolo dall'Unione di Comuni potrebbe diventare realtà. L'opzione è sostenuta dalla maggioranza lonatese e avversata dall'opposizione e dall'amministrazione di Ferno: ecco le ragioni

Polizia locale

La disgregazione dell’Unione dei Comuni che lega dal 2001 Lonate Pozzolo e Ferno è sempre più vicina. Lo strappo, unilaterale, arriva dalla maggioranza lonatese, composta dalla lista civica “Uniti e liberi”.

La sindaca Nadia Rosa, nella seduta consigliare del 21 dicembre scorso, presentando un atto di indirizzo, aveva definito l’unione uno strumento «che non funziona. Occorre prendere una decisione senza nascondere la testa sotto la sabbia, dietro dichiarazioni che hanno il sapore della sola propaganda».

“Pesante e lenta burocrazia”

La matrice della crisi dello strumento, per certi versi, risale già al 2009, quando sono stati attuati i primi tagli dei servizi affidati: rimasero dunque i sistemi informativi, il personale e l’organizzazione, la Polizia Locale e la Protezione Civile, senza dimenticare informagiovani. Nel 2018 ancora tagli, questa volta riguardo il personale: dai 64 dipendenti del 2005, nel 2009 «sono stati ridotti a 39 elementi, di cui 20 agenti della polizia». Inoltre, riportando i dati più recenti, «nel 2019 ci sono stati in totale 21 dipendenti di cui 3 part-time. Sono invece 20 quelli registrati nel 2020», tra cui la riduzione del corpo di Polizia a 12 unità (operanti anche su Malpensa).

Rosa ritiene, a causa di questo continuo «svuotamento» e indebolimento dell’Unione dei servizi, oltre che il costo della gestione, necessaria una scissione: «L’ente è ormai pesante e lenta burocrazia: ha il solo compito di moltiplicare il lavoro degli uffici, raddoppiando di fatto gli adempimenti che per legge devono essere assolti in qualità di ente locale, oltre che ai pesanti costi di gestione che assorbono tutti gli introiti provenienti solamente dalle sanzioni comminate e dalla compartecipazione dei due Comuni che ne fanno parte».

Secondo “Uniti e liberi” i fasti di venti anni fa non sono più raggiungibili e l’Unione costituirebbe solo costi non sostenibili, oltre a non essere più lo “strumento di crescita” come si era prefigurato in passato. Nella delibera, votata in consiglio a dicembre, si legge infatti: la gestione comporta “una incerta e costante rincorsa nei confronti degli attuali e corposi adempimenti normativi obbligatori, a fronte di una innegabile carenza di organico non sanabile nel breve termine, nonostante la buona volontà di tutti”.

L’opposizione del centrodestra

Diversa la posizione del centrodestra, che già al consiglio di dicembre aveva accusato la sindaca di «poca trasparenza» e lamentando di non essere stata informata in merito ai progetti. «Si parla di un’attenta analisi di valutazione che però non è stata condivisa in consiglio con le minoranze. Voi chiedete di esprimerci su documenti che noi non conosciamo», aveva tuonato Mauro Andreoli.

Tutto il centrodestra ha sostenuto la positività dell’Unione, legandola al beneficio economico: «In questo momento abbiamo bisogno dell’Unione, valutiamo bene il quadro economico, perché ha sempre portato benefici – aveva affermato Ausilia Angelino – negli ultimi dieci anni il bilancio dell’ente è sempre stato positivo, grazie alle multe di Malpensa. Le entrate coprono le spese, questa è la verità. Se ci sono delle carte che dicono che l’Unione è in perdita, allora sto zitta. Ma in questo momento non è vero: state dicendo bugie».

«L’Unione è un ente locale, non una società: non ci sono azionisti e non c’è distribuzione di utili. Non è possibile dire che dia profitti», aveva ribattuto la prima cittadina, facendo leva sull’insufficienza dell’incasso delle multe per pagare i dipendenti.

A fine gennaio, il centrodestra è tornato nuovamente sull’argomento in occasione di San Sebastiano, patrono della Polizia Locale: dati i buoni risultati degli agenti operanti sul territorio di Lonate e Ferno, la Lega lonatese era tornata all’attacco: «Il nostro corpo di polizia nonostante abbia in carico solo dodici agenti, sta lavorando bene, mettendo a disposizione tutti gli sforzi possibili per agire su più fronti delicati». E qui si accende più di un dubbio: «Malgrado questo impegno e questi risultati la sindaca è ancora fermamente convinta di voler sciogliere l’Unione. Perché?».

Il ricorso al Prefetto

Il centrodestra è ricorso anche alla carta del Prefetto. Non considerando quanto sottoposto al consiglio a dicembre un vero e proprio atto di indirizzo («l’atto non è un atto di indirizzo»), la minoranza ha sostenuto come questa decisione fosse viziata sotto due profili: gli effetti diretti sul patrimonio dell’ente – che sarebbero economicamente insostenibili – e il fatto che la delibera sia «priva di pareri». Inoltre, hanno continuato così: «Non risulta depositata agli atti del consiglio comunale alcuna valutazione o relazione preventiva a carattere economico gestionale», lamentando che il punto fosse stato brevemente presentato in conferenza dei capigruppo, ma non discusso dalla competente commissione consiliare permanente.

Rispondendo alle accuse del centrodestra riguardanti la «delibera mascherata da atto di indirizzo», Uniti e liberi ha richiamato le parole della sindaca Nadia Rosa avevano già sottolineato che non era un atto di indirizzo dovuto, «ma era una ufficializzazione di una volontà, quella della nostra amministrazione, che sarebbe stata portata in una successiva delibera di consiglio». «Non era un atto obbligatorio, non eravamo costretti a portarlo in consiglio; quello di portarlo in consiglio è stata una scelta per dare ancora più peso a questa volontà politica che verrà concretizzata invece nel prossimo consiglio comunale di febbraio con la delibera vera e propria di recesso unilaterale dall’Unione».

Convenzione o rilancio dell’Unione?

Già in consiglio Rosa aveva proposto di mantenere su questo fronte la collaborazione con Ferno, passando dall’Unione a una convenzione «per la gestione associata del servizio di polizia locale». Vale a dire uno strumento più agile e meno “definitivo” dell’Unione.

“Uniti e liberi” attacca aspramente l’opposizione anche rispetto alla più ampia storia dell’Unione, i cui servizi erano stat progressivamente ridotti: «È singolare come il centrodestra si svegli oggi e si eriga strenuo difensore dell’Unione quando in passato proprio lo stesso schieramento ha contribuito a svuotare l’Ente della maggior parte delle sue funzioni. Se l’Unione funzionava così bene, come mai lo hanno svuotato togliendo servizi?».

Ma in tutto questo, cosa pensa Ferno di questo divorzio? Il sindaco Filippo Gesualdi aveva cercato di “trattenere” Lonate puntando su un rilancio e un rinnovamento.

La rescissione verrà discussa alla prossima commissione Affari Generali (mercoledì 10 febbraio), in cui verranno presentati ufficialmente tutti i dati da parte della maggioranza; mentre nel consiglio comunale di febbraio verrà presentata la delibera per il recesso unilaterale.

Nicole Erbetti
nicole.erbetti@gmail.com
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Pubblicato il 05 Febbraio 2021
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