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“Per Malpensa serve un Piano d’Area. Ma la Lombardia non vuole affrontarlo”

L'Unione Comitati di Malpensa torna a chiedere uno strumento di programmazione della crescita dell'aeroporto, che passi sopratutto da una Valutazione Ambientale Strategica

Malpensa Generiche

L’Unione Comitati di Malpensa interviene sul tema del Piano d’Area, lo strumento di programmazione urbanistica, economica e dei servizi dell’intera area intorno allo scalo di Malpensa

 

Piano d’area, quando?

Nell’autunno scorso, il presidente di Regione Lombardia annunciava e inseriva nel bilancio regionale una somma di 770.000 euro destinati alla realizzazione del Piano d’area di Malpensa, piano scaduto nel 2009 e mai aggiornato. Di per se’ è stata una buona notizia, ma a distanza di alcuni mesi, in data 18/2/2021, il Comitato Uni.Co.Mal ha inviato a Regione Lombardia una lettera aperta in cui si ponevano alcune domande sul tema Malpensa e infrastrutture di collegamento, compresi i chiarimenti sul finanziamento legato al Piano d’Area di Malpensa. Ad oggi non è pervenuta nessuna risposta alle domande sottoposte.

Nel frattempo il consigliere regionale e esperto ambientale Roberto Cenci inoltrava una richiesta di richiesta di accesso agli atti riguardante i 770.000 euro previsti per la realizzazione del Piano d’area Malpensa. Nella risposta avuta viene dichiarato che non si tratta di un Piano, ma di una manutenzione straordinaria e di messa in sicurezza di alcune strade in quel di Busto Arsizio (500.000 euro) e in altri Comuni (270.000 euro). Non è quello che tutti si aspettavano, infatti le attese erano focalizzate sulla VAS (Valutazione Ambientale Strategica), strumento di valutazione previsto dalle norme europee e obbligatorio per qualsiasi nuovo Piano, anche per Malpensa e zone limitrofe.

Questo, secondo la nostra visione, è l’ennesima dimostrazione di come Regione Lombardia non voglia affrontare la situazione, rinunciando a quella politica di pianificazione e progettazione che le compete. Gli interventi previsti sono datati più di 20 anni e già inseriti nel vecchio Piano d’area, scaduto nel 2009; da qui si evince una prospettiva superata dagli eventi e dai fatti, dovuti anche alla pandemia in corso e a tutte le conseguenze emerse dalla crisi che ha profondamente colpito il comparto del trasporto aereo in Italia e nel mondo. Sarebbe stato più saggio destinare i 770.000 euro per una vera programmazione territoriale da sottoporre a VAS, dove saranno valutati quali strutture, sovrastrutture e servizi sono compatibili con il territorio. Regione Lombardia ha dimostrato di non volerla eseguire.

Non è con interventi sporadici, estemporanei e parziali e con soldi a pioggia su qualche Comune che si risolvono i problemi; ricordiamoci che una VAS su base volontaria è già stata realizzata dal Parco del Ticino e dai suoi Comuni. Solo dopo un Piano Territoriale con relativa VAS partecipata, obiettiva, scientifica e neutrale, saremo in grado di stabilire la capacità di sopportazione di un territorio già abbastanza maltrattato, depredato e cementificato.

I cittadini hanno il diritto di sapere chi e in che modo determina le politiche sociali e ambientali e se esse vengono attuate in modo responsabile e corretto perché un giorno qualcuno dovrà rispondere dell’inerzia e dello scempio che da decenni viene portato avanti in nome del profitto.
Gallarate, 21.03.2021
Direttivo UNI.CO.MAL

Pubblicato il 23 Marzo 2021
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