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Dalla pandemia alla nuova sede, la Croce Rossa di Busto Arsizio si racconta

Dai senza tetto alle famiglie bisognose, dalle ambulanze sempre in movimento per il covid alla nuova sede. Volontari e dipendenti si raccontano in occasione della Giornata mondiale della Croce Rossa

A novembre di quest’anno inizierà il trasloco nella nuova sede ma per il momento è l’edificio di via Castelfidardo il cuore delle attività della Croce Rossa di Busto Arsizio che si prepara a festeggiare la giornata dedicata domani, sabato 8 maggio.

Siamo andati a trovare i volontari e i dipendenti di Busto Arsizio dopo un anno e due mesi di pandemia che hanno comportato uno sforzo collettivo intenso per riuscire a mantenere tutti i servizi che da sempre svolgono (non si tratta solo di guidare ambulanze e portare pazienti in ospedale) e che rappresentano uno dei collanti che tiene insieme una comunità.La Croce Rossa di Busto Arsizio

A raccontarci cosa fanno i 600 volontari e 30 dipendenti del comitato di Busto Arsizio e delle due sedi distaccate di Borsano e Gorla Minore è Davide Natali: «La nostra prima sede è nata nel 1905 e da allora ha sempre aiutato la città e i comuni limitrofi. Oltre ai servizi di emergenza urgenza facciamo trasporti per persone che devono fare visite, attualmente anche i vaccini. Poi c’è l’area sociale che aiuta le persone bisognose, l’area 3 riguarda la Protezione Civile, l’area diritto internazionale umanitario, l’area 5 che riguarda i giovani e l’area 6 sviluppo e comunicazione».

L’area maggiormente sotto pressione nel periodo pandemico è stata, naturalmente, quella dell’emergenza «nei momenti di picco avevamo cinque ambulanze sul territorio per coprire tutti gli interventi» – prosegue Davide Natali che poi ricorda quelle prime tragiche settimane di marzo quando non c’erano dispositivi di protezione:«Andavamo a cercarli ovunque, servivano mascherine e tute che non si trovavano. Fortunatamente c’è stata grande solidarietà da parte di enti e aziende che ci hanno aiutato».

Altro aspetto sottolineato da Natali è il momento dell’arrivo a casa delle persone che erano molto spaventate: «Non avevano più davanti il classico operatore con la tuta rossa e il volto ben visibile ma una sorta di astronauta bardato da capo a piedi e con solo gli occhi scoperti coi quali si cercava di trasmettere un po’ di tranquillità».

La Croce Rossa di Busto Arsizio
nella foto Davide Natali con Francesca Alzati

Anche l’area sociale ha sofferto non poco. Abbiamo parlato con il veterano Luigi Lomazzi (volontario da 25 anni), Stefania Colombo (in Cri da 7 anni) e la giovane Alessia Vassallo.  A Busto Arsizio questo settore esiste da 12 anni e con il coronavirus è diventata di grandissima rilevanza nelle attività del comitato cittadino: «Generalmente ci occupiamo dei senza tetto della stazione, a cui garantiamo un pasto a settimana, coperte e vestiti ma anche il pranzo di Natale; oppure di primo soccorso nelle scuole – raccontano – ma in questi mesi stiamo registrando un vertiginoso aumento di nuclei familiari che richiedono il pacco alimentare che ha toccato la cifra record di 150 famiglie assistite».

Il servizio di consegna pacchi, che vedrà una raccolta straordinaria proprio sabato 8 maggio nelle due Coop di Busto Arsizio (viale Cadorna e viale Repubblica), è gestito internamente dalla raccolta alla consegna che può avvenire in sede o a domicilio.

Questo e molto altro è la Croce Rossa di Busto Arsizio che, come anticipato, a novembre finalmente prenderà possesso della nuova casa in via dei Sassi, a poche centinaia di metri dall’ospedale: «Sarà una sede innovativa sotto tutti i punti di vista e, soprattutto, sarà di nostra proprietà» – concludono i volontari guidati da Simona Sangalli, da tempo a capo del comitato di Busto Arsizio.

La Croce Rossa corre verso la sede del futuro con la “7 Km per 7 princìpi”

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it
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Pubblicato il 07 Maggio 2021
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