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Il futuro di Busto Arsizio secondo Amanda Ferrario, candidata sindaco di 5 Stelle e Verdi

Secondo la candidata i giovani sono una risorsa per la città e i loro talenti vanno coltivati e mantenuti a Busto. Qui dovranno progettare una città più sostenibile

amanda ferrario

Quella che pubblichiamo di seguito è la prima intervista di Varesenews ai candidati sindaco fino ad ora venuti allo scoperto a Busto Arsizio.

Abbiamo posto alla candidata Amanda Ferrario, sostenuta dalla lista civica Con Lei e da 5 Stelle e Verdi, una serie di domande rivolte al futuro della città e alla visione che lei e il suo gruppo hanno della Busto dell’immediato futuro e cioè quella che sta uscendo dalla pandemia e che troverà nel Pnrr la forza economica di ripartire dopo la profonda crisi economica causata dal Covid. L’idea è quella di farci raccontare come vogliono indirizzare questa ripresa i candidati in campo.

Qual è, a suo giudizio, la vera sfida da affrontare per il futuro di Busto Arsizio?

La parola futuro mi porta subito a pensare alle nuove leve, i giovani. La vera sfida di Busto Arsizio e della sua prossima amministrazione sarà quella di attirare nuove competenze e nuove energie positive, ragazzi che sono andati via dalla nostra città per crescere professionalmente e culturalmente, e che ora abbiamo bisogno di “riportare a casa” costruendo una città dinamica e attenta all’esigenze di tutti. Dobbiamo rendere il nostro territorio attrattivo per i giovani che vogliono studiare e fare impresa, migliorando i servizi per tutti i cittadini non solo i giovani, e avendo come faro-guida la partecipazione, l’ambiente e la sostenibilità.

I giovani sono stati la categoria più penalizzata dalla pandemia. Che ruolo avranno nel vostro programma?

Il nostro programma sarà basato principalmente sui giovani e sui loro bisogni, dai luoghi di aggregazione ai servizi, dalla cultura al sociale, dall’ambiente alla cittadinanza attiva, per costruire insieme la Busto che vogliamo da qui ai prossimi 10 anni. Molti ragazzi del nostro territorio stanno facendo esperienze importanti, magari anche all’estero, e di loro abbiamo bisogno. Della loro visione della città, del loro modo di fare impresa, delle loro idee per garantire che nel futuro prossimo Busto Arsizio sia una città più attenta ai bisogni dei suoi cittadini e dell’ambiente in cui vivono.

Si moltiplicano le iniziative per una città più sostenibile. Quali sono le principali problematiche ambientali della città secondo voi?

La qualità dell’aria che respiriamo, la quantità di verde che occupa i nostri quartieri e la necessità estrema di migliorare i servizi che oggi garantiamo. Abbiamo un triste primato che ci indica come in questi anni la qualità dell’aria di Busto sia fra le più scadenti di tutta la Lombardia, il che dovrebbe obbligarci a rinnovare completamente il nostro modo di concepire i servizi, dalla viabilità allo smaltimento dei rifiuti passando per il consumo di suolo. Non abbiamo bisogno di pensare a nuove piste ciclabili tirando una striscia gialla sull’asfalto ma abbiamo bisogno di progettare nuovi percorsi urbani solo per biciclette e pedoni. Non possiamo più permetterci d’investire milioni di euro pubblici in un inceneritore obsoleto e inquinante, ma dobbiamo scommettere su nuovi sistemi di raccolta, riciclo e smaltimento dei rifiuti. Non possiamo più permetterci di disboscare altre aree verdi per fare spazio al cemento lasciando che aree centrali e già urbanizzate in decadenza e decomposizione. Dobbiamo fare tutto il possibile per convertire i mezzi e le infrastrutture già esistenti sul nostro territorio incentivando in maniera massiccia una riqualificazione energetica improntata alla sostenibilità ambientale.

Pnrr e sogni nel cassetto. Un’opera che vorreste realizzare per la città con i fondi europei

Ce ne sono diverse e non una sola, perché Busto Arsizio ha bisogno di migliorare in molti aspetti e in quasi tutti i quartieri. In primis diverse riqualificazioni degli spazi di aggregazione di cui c’è un forte bisogno. Dobbiamo creare spazi ad impatto energetico zero riqualificando quello che già oggi esiste ed è caduto in degrado, come il Conventino, l’area delle Nord o il Palaghiaccio. Mi viene in mente il nuovo ospedale di cui tanto si parla, non abbiamo bisogno di un’opera faraonica da costruire in periferia riducendo ulteriormente il verde e stravolgendo la qualità della vita del quartiere che la ospita. Abbiamo bisogno di tante opere diffuse e sostenibili che ci permettano di migliorare tanti aspetti della nostra vita di cittadini, dalla qualità dell’aria che respiriamo alla qualità di vita in generale.

Pubblicato il 08 Luglio 2021
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