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A Cassano Magnago torna la festa di Santa Croce

Dopo due anni di fermo per la pandemia riprende la patronale dedicata alla Sacra Spina, una tradizione che esiste da 452 anni. I primi eventi sabato 30

Cassano Magnago generica

Torna la storica festa patronale di Santa Maria del Cerro: nei prossimi giorni i vari eventi e momenti richiameranno i fedeli – e non solo – sul colle di Soiano per dare di nuovo vita ad un evento caro e atteso dalla comunità cassanese. (nella foto: Santa Maria e il Castello in un olio su tela del XVIII secolo).

Santa Croce tornerà, come sempre per tutti, con appuntamenti di devozione ma anche di cultura e di gastronomia. Si incomincerà sabato 30 aprile, alle ore 21, con il concerto di apertura nella chiesa di Santa Maria del Cerro, tenuto dal coro giovanile Sibi Consoni di Genova ed il coro Sophia.

L’intenso programma avrà il suo momento principale nel pomeriggio di domenica 1° maggio. Alle ore 15, dal piazzale della chiesa di Santa Maria, partirà la Processione con la Sacra Spina e la Sacra Rappresentazione della Passione di Cristo, che coinvolge volontari giovani e adulti di tutta la città in una tradizionale e toccante interpretazione delle ultime ore di vita di Gesù.

La tradizione della festa di Santa Croce

Da dove nasce questa tradizione? Tutto ha inizio nel lontano 1570. Più precisamente, la notte tra il 23 e il 24 giugno di quell’anno, San Carlo Borromeo – arcivesco di Milano – giunse in paese per la visita pastorale, ospite della famiglia Visconti presso il loro castello (quello stesso che oggi, rimaneggiato, si scorge proprio sul piazzale di Santa Maria del Cerro). In quell’occasione trovò presso il castello alcune reliquie che Princivalle Visconti aveva portato da Colonia prima del 1558 e tra queste, un frammento della corona di spine: l’insigne reliquia appunto. San Carlo chiese a Gaspare, fratello di Princivalle di donarle alla chiesa di Santa Maria e così avvenne la traslazione. Secondo altre cronache di gusto più popolare e leggendario, San Carlo non ispezionò le reliquie ma fu illuminato soprannaturalemente e le trovò nascoste in un vano del castello.

Da quel giorno i parrocchiani di Santa Maria iniziarono a venerare quella preziosa spina festeggiandola nei primi giorni di maggio, poichè il giorno 3 la Chiesa ricorda il ritrovamento della corona di spine e della croce. Queste informazioni le ricaviamo dal cugino di San Carlo, Federico Borromeo. Anche lui cardinale, visitò Cassano nel 1622 e in quell’occasione annotò gli avvenimenti accaduti 52 anni prima e ci restituì uno schizzo del tempo che testimonia il culto delle reliquie e la processione con la più prestigiosa di esse.

Da 452 anni in Santa Maria la Sacra Spina è custodita con gelosia e raramente esposta, se non, appunto, per questa festa e poche altre occasioni. Ancora nel XVIII secolo si testimonia una grande fede per questo oggetto, in particolare dopo una presunta pioggia miracolosa del 1792 che ne accrebbe la fama.

La festa richiamava anche dai paesi limitrofi i fedeli e col passare del tempo maturò anche la volontà di accorpare alla processione una sacra rappresentazione percheé si potesse in modo più semplice e genuino, anche se un poo’ folckloristico, proporre una sceneggiatura per avvicinare il popolo al mistero della Passione, Morte e Resurrezione di Cristo. Così nei secoli scorsi, poi nei decenni più recenti e oggi ancora, la cittadina si mobilita per rendere omaggio alla misteriosa e speciale reliquia e per rinnovare e consolidare una tradizione plurisecolare.

La Messa in Santa Maria e la Reliquia della Sacra Spina

Sulla scia di questa tradizione, sempre nella stessa domenica 1° maggio, alle 17, seguirà la s.Messa solenne, in Santa Maria, in onore della reliquia. Difatti sono ormai due anni che gli eventi che normalmente connotavano i festeggiamenti patronali, come la Sacra Rappresentazione, non avevano luogo a causa della pandemia ma adesso, seppur con le dovute modifiche e limitazioni, si potrà tornare a radunarsi davanti alla preziosa Reliquia della Sacra Spina. È proprio da questo frammento ligneo, che la tradizione attribuisce alla Corona di Spine di Cristo, che prende le mosse l’ex festa patronale di Cassano da più di quattro secoli. E oggi, come un tempo, si rinnova il desiderio di molti ad accostarsi a questo evento cui si è digiuni.

Cassano Magnago generica

La più illustre reliquia cassanese tuttavia è comparsa a più riprese anche in questi due anni di pandemia per l’interesse dimostrato nei festeggiamenti del 450° e 451° anniversario del suo ritrovamento nelle celebrazioni presiedute dal parroco della Comunità Pastorale di Cassano, don Andrea Ferrarotti, e dai vescovi che hanno visitato Cassano quali mons. Martinelli e lo stesso mons. Delpini, arcivescovo di Milano, che ha benedetto la città con la Reliquia nel maggio del 2021. Ora si potrà tornare anche a portarla per le strade del rione di Soiano, accompagnata da fedeli e curiosi.

Nella serata di domenica 1, presso l’oratorio San Carlo, stand gastronomico con gli alpini.
Non mancheranno eventi culturali dedicati all’arte. Per tutto il tempo della festa patronale sarà visibile in chiesa la mostra “Famiglia: la bellezza delle relazioni” e soprattutto, mercoledì 4 maggio, alle 21.15, si terrà, sempre all’interno di S. Maria, un’importante lezione con Luca Frigerio, scrittore e giornalista, sull’imponente e superbo ciclo di affreschi e decorazioni della chiesa, opera di Luigi Morgari, vero vanto e fiore all’occhiello della chiesa di Santa Maria e motivo di orgoglio per tutta Cassano.

Il programma del fine settimana 7-8 maggio

Sabato 7 maggio, alle ore 18.30 in Santa Maria, sarà celebrata la messa per il 125° anniversario di consacrazione della chiesa, altro avvenimento degno di nota che la comunità vuole sottolineare. Domenica 8, a partire dalle 14,30, la festa si concluderà con una giornata in compagnia all’insegna della famiglia con biciclettata dall’oratorio, giochi e cena per la festa della mamma.

Tanti dunque gli appuntamenti e gli inviti cui la Comunità Pastorale San Maurizio invita i propri fedeli, i cittadini tutti di Cassano e i visitatori esterni che, anche altri anni hanno voluto vedere questa manifestazione ormai inusuale e quindi da salvaguardare e custodire, augurando che essa si rinnovi negli interessi di fede, di storia e di aggregazione che l’hanno sempre contraddistinta.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 29 Aprile 2022
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