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Una giornata per l’Ucraina, tutti mobilitati a Cavaria con Premezzo

Associazioni, ProCiv e Comune coinvolti nelle attività che animeranno la giornata: una cena solidale di raccolta fondi per i rifugiati, un momento per bambini, un incontro di approfondimento e testimonianze

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Oltre centoventi persone a cena, un pomeriggio di giochi per i bambini e di riflessioni e conoscenza per gli adulti: è la giornata a favore della popolazione ucraina a Cavaria con Premezzo, in programma per il 10 aprile, domenica.

Una mobilitazione che ha coinvolto Comune e varie realtà del paese, a sostegno sia dei civili in Ucraina, sia dei rifugiati presenti sul territorio. «Ad oggi i rifugiati presenti qui sono una ventina» fa i conti il sindaco Franco Zeni. Il numero è simile, ma in realtà la situazione è ancora in evoluzione: «L’altro giorno è arrivata la mamma di una ragazza che era già qui presente. Mentre tre persone che abitano nella regione di Ternopil sono già rientrate in Ucraina».

Il grosso degli ucraini a Cavaria con Premezzo sono ospitati presso connazionali, mentre quattro sono ospiti presso famiglie italiane. A un mese e mezzo dall’inizio della guerra, però, l’accoglienza è ancora tutta sulle spalle di chi – ucraino o italiano che sia – ha aperto le porte di casa sua, in attesa che i fondi promessi dal governo Draghi arrivino sul territorio. Ecco perché sono importanti le iniziative di sostegno diretto (foto: rifugiati a Medyka, Przemysl, Polonia; foto Edoardo Marangon).

Domenica alla cena benefica al Circolo di Premezzo (ma anche da asporto) ci saranno oltre centoventi persone, «centoventisette, per la precisione», ognuno potrà dare il suo contributo all’accoglienza.

Nel pomeriggio l’Associazione Nazionale Vigili del Fuoco farà divertire i bambini dai 3 ai 12 anni con la “Accademia dei Minipompieri” allestita dalle 16, mentre alle 18 è previsto un incontro con testimonianze di ucraini e di volontari che hanno partecipato a missioni di recupero ai confini con l’Ucraina.
Dalla Protezione Civile alla squadra di basket, dai genitori delle scuole all’associazione pakistani, dalla Pro Loco alle altre sigle, tante sono le realtà del paese che hanno voluto partecipare a questo sforzo al fianco dei civili sfollati per l’insensata invasione iniziata il 23 febbraio scorso.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 07 Aprile 2022
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