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Busto Arsizio e l’Istituto La Provvidenza un legame secolare fatto di qualità, attenzione e rispetto 

Sono tanti i servizi offerti: dall’assistenza domiciliare, alle proposte residenziali come la Casa Albergo e l’Hospice. L’attività principale resta, quella della RSA, che ospita quasi 400 anziani, suddivisi in 13 nuclei

RSA

Dal 1879 operiamo quotidianamente per trasformare in fatti concreti i valori della carità cristiana che ispirano il nostro Istituto. Mettiamo qualità, attenzione e rispetto al servizio delle persone anziane che vivono nella città di Busto Arsizio e nei suoi dintorni, così da diventare, giorno dopo giorno, il punto di riferimento cittadino nella cura e nell’accompagnamento delle fragilità legate alla vecchiaia.

L’Istituto La Provvidenza è un’istituzione a Busto Arsizio: è una realtà che fa parte della comunità, un punto di riferimento per la terza età. Nella relazione, la Provvidenza restituisce impegno, servizi, affidamento perché il suo ruolo accanto alla popolazione più anziana è da sempre incentrato sul miglioramento della qualità della vita delle persone che abitano dentro questa grande “casa”.

L’offerta dell’Istituto La Provvidenza è diversificata a seconda delle esigenze, studiata in base ai bisogni di ciascuno e inserita in un modello di presa in carico regionale. Sono tanti i servizi offerti, oltre a quello della RSA: dall’assistenza domiciliare, dove le figure professionali presenti in Istituto erogano il servizio direttamente al domicilio degli utenti, alle proposte residenziali come la Casa Albergo e l’Hospice.

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L’attività principale resta, comunque, quella dedicata alla RSA, la residenza socio assistenziale che ospita quasi 400 anziani, suddivisi in 13 nuclei.
«Ogni nucleo ha una trentina di ospiti – spiega 
Anna Zanetti, coordinatrice del servizio socio-assistenziale – e diventa una micro casa per i nostri anziani, dove il personale è dedicato, conosce la vita clinica e personale di ciascun ospite, con il quale si instaura una relazione profonda».

Oggi, arriva in una RSA soprattutto chi ha vissuto un momento di difficoltà, magari dopo un ricovero ospedaliero, o quando le condizioni di salute sono troppo delicate per essere gestite nella propria dimora: «Parte dei nostri ospiti ha patologie legate ad una forma di demenza – racconta la dottoressa Marina Olivieri, Responsabile Sanitario – Non esistono farmaci per risolvere le difficoltà correlate alla demenza, ma un approccio multidisciplinare che mira a migliorare la qualità della vita o, piuttosto, a rallentare il processo di decadimento cognitivo».

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Ogni persona accolta è seguita da un’equipe multidisciplinare composta da tante figure, che interagiscono tra loro per offrire una cura umana e attenta: medici, fisioterapisti, infermieri, educatori e personale assistenziale lavorano con l’obiettivo di mantenere e stimolare quotidianamente le abilità dell’ospite, così da garantirne l’autodeterminazione e la dignità».

L’Istituto La Provvidenza investe molto sulla formazione del personale: «Tutti vengono coinvolti in corsi di approfondimento – assicura il medico responsabile – È importante che ciascuno di loro venga a conoscenza di ogni novità, innovazione, cambiamento finalizzato a migliorare il nostro lavoro quotidiano».

Ogni equipe effettua una valutazione dell’ospite in base a parametri e scale validate ben precisel’obiettivo è quello di costruire un piano assistenziale personalizzato, calibrando gli interventi a seconda del grado di autonomia della persona.

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«Il piano assistenziale è costantemente aggiornamento, per adeguarsi alle condizioni di salute dell’anziano – precisa Anna Zanetti – e coinvolge anche i famigliari, il cui legame con i nostri ospiti abbiamo sempre cercato di mantenere e coltivare. I visitatori sono tornati ora a incontrare i propri cari in presenza e all’interno dei reparti: pur continuando a mantenere precisi protocolli sanitari, stiamo cercando di dare sempre più spazio agli incontri con i nostri anziani.
Durante il lockdown abbiamo scoperto e valorizzato la tecnologia e anche i nostri ospiti hanno presto imparato a cavarsela con smartphone e tablet per comunicare in video conferenza. Quello che abbiamo dovuto integrare, a causa del distanziamento, oggi lo stiamo valorizzando per offrire nuove esperienze ai nostri ospiti, stimolarli. Come la “biciclettata” realizzata grazie a un maxischermo, donatoci da Fondazione Amplifon, con cui abbiamo simulato una gita nei boschi, con tanto di suoni e profumi. Un’esperienza che è piaciuta molto».

Insomma, le attività e i progetti sono tanti e in continua evoluzione, con un obiettivo ben preciso: «offrire all’interno della nostra RSA una proposta di vita completa, ricca di attenzioni, stimoli, attività per mantenere le capacità cognitive e favorire, il più possibile, le autonomie personali».

Pubblicato il 05 Maggio 2022
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