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Leonardo Tarantino saluta la Camera dei Deputati: “Sarò ancora utile sul territorio”

L'ex sindaco di Samarate aveva già in mente di non cercare la riconferma, per dedicarsi all'azienda di famiglia, tra Varesotto e Salento. In una legislatura complessa, rivendica il lavoro su temi concreti come l'emergenza Xylella in Puglia alla riforma dei tributi locali

Sono giorni decisivi, per i nomi delle liste elettorali. C’è chi è ormai sicuro di esserci e chi ancora spera in una posizione favorevole, per un posto in Parlamento.
Ma c’è anche chi ha già fatto un passo indietro, come Leonardo Tarantino, l’ex sindaco di Samarate eletto nel 2018 nelle file della Lega: già da tempo aveva fatto sapere di non avere in testa la ricandidatura a Roma.
«È una scelta che avevo maturato da tempo, per la difficoltà di conciliare gli impegni, perché le piccole aziende di famiglia hanno bisogno della mia presenza. È da tempo che pensavo a non ricandidarsi, ma non mi nascondo comunque che con la riforma sarebbe stato complicato avere posto». (Nella foto: Tarantino al primo ingresso alla Camera dei Deputati, nel 2018)

Ricostruzione onesta, se è vero che i posti diminuiscono drasticamente (un terzo in mente di parlamentari), che gli stessi collegi uninominali alla Camera da tre (Varese-Gallarate-Busto) scendono a due (Nord e Sud provincia, nominalmente Varese e Busto). E a questo si aggiunge il fatto che in provincia di Varese la Lega ha la sua culla e quindi ci sono nomi irrinunciabili che troverebbero spazio nelle liste di Camera e Senato, come Giancarlo Giorgetti e Umberto Bossi.

Nel 2018 la Lega aveva portato in Parlamento una nutrita pattuglia di sindaci, tra cui appunto Tarantino, che lasciò Samarate con un anno di anticipo. «L’esperienza alla Camera è stata bellissima, per me è stata il culmine di una avventura politica incominciata nel 1997 e che è passata da una serie altri di incarichi».
Tarantino si è ritrovato nel mezzo di una legislatura tutt’altro che lineare: «Nel primo anno c’era stata la coabitazione tra due forze molto diverse (Lega e Movimento 5 Stelle, ndr) ma che volevano cambiare il Paese: c’erano delle aspettative, si sentiva. Poi nel tempo è venuta al pettine la complessità di questa legislatura, in cui ci siamo trovati a rincorrere le emergenze che hanno dettato l’agenda».

Per la Lega la trasformazione è stata quasi continua: in maggioranza nel governo giallo-verde, all’opposizione nel governo giallo-rosso, poi ancora con Draghi, fino all’improvviso sfaldarsi della maggioranza del governo di unità nazionale.  «Questo gruppo di parlamentari, quelli uscenti, è stato affiatato, abbiamo lavorato bene insieme». Molti degli uscenti dovrebbero formare il nerbo della pattuglia leghista per il 2022-2027: «Anche dopo queste elezioni il territorio sarà ben rappresentato. E avendo compreso i tecnicismi del lavoro parlamentare, sono convinto che sarò utile – più utile – anche per il territorio, collaborando con i colleghi nell’attività di proposta politica».

Dalla Xylella alla Tasi (scomparsa)

Durante il viaggio a Roma nel 2018 Tarantino ci aveva raccontato di volersi impegnare per l’agricoltura (forte dell’esperienza come produttore con azienda in Puglia, nel Salento) e contro il gioco d’azzardo. Come è andata?
«Io alla fine sono stato in commissione finanze, con un anno nel mezzo in commissione agricoltura. In commissione agricoltura mi sono occupato anche del tema Xylella, la Commissione ha organizzato trasferte e si sono poste le basi per affrontare il problema: in questo ho potuto mettere qualcosa di mio. Quanto al gioco d’azzardo, ero intervenuto in aula durante la discussione sul Decreto Dignità, che conteneva norme sul contrasto alle dipendenze, alla ludopatia: avevo portato l’esperienza territoriale del Comune di Samarate. Poi nel lavoro in commissione finanze ho avuto modo di lavorare sulla semplificazione delle norme per le finanze del Comune, che ha portato ad esempio all’unificazione di Tasi e Imu. Un lavoro che è stato reso possibile anche dal contributo di altri sindaci che erano alla Camera. Con intelligenza e sapendo “fare l’operaio”, posso dire che è stata un’esperienza costruttiva».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 12 Agosto 2022
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