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Il boom del fotovoltaico per battere la crisi energetica. “Tecnologia matura”

Confartigianato ha tenuto un incontro per le imprese per fare il punto sulla "generazione distribuita" di energia attraverso il sole. Ci sono margini di crescita, in particolare sui tetti di capannoni e fabbriche

«Il fotovoltaico è una tecnologia ormai matura, è la direzione in cui muoversi». Davide Chiaroni, team Energy&Strategy della School of management del Politecnico di Milano, non ha dubbi: la produzione di energia diffusa sul territorio, attraverso l’energia del sole, è un pilastro, in tempi di crisi energetica e di aggravio delle bollette. Ed è per questo che, con la necessaria attenzione agli aspetti progettuali, anche le imprese dovrebbero muoversi in quella direzione.

Del tema si è parlato in un incontro organizzato a Gallarate da Confartigianato Imprese Varese, aperto ai propri associati e non solo. Occasione per fare il punto sullo stato dell’arte – come si dice – della tecnologia ma anche sul momento storico. «Gli incentivi in questo momento sono inutili, sono un di più:  il fotovoltaico oggi ha senso di esistere già  senza incentivi» dice Davide Macchi, presidente di Confartigianato Impiantisti Elettricisti. Concordando con il pensiero generale espresso da Chiaroni: «Se l’investimento non rientra senza incentivi non conviene, ci espone ai rischi della volubilità della politica che sugli incentivi decide».

Ma con il costo dell’energia così alto, l’investimento rientra e rientra anche più rapidamente. Del resto almeno in ambito domestico è ormai diffusa la situazione di chi incassa cifre anche consistenti vendendo il surplus di energia: l’attitudine (recente) al risparmio energetico associata alla lungimiranza di aver investito per tempo fa miracoli, in tempi di bollette (di casa) a quattro cifre.

C’è stato chi è lungimirante, certo. Ma se invece si pensa oggi a installare del fotovoltaico?
«Il 110% ha favorito certamente favorito l’installazione di impianti fotovoltaici» ricorda ancora Macchi. «Sta emergendo una forte richiesta da parte di aziende e privati legati alla detrazione al 50%». Il caro energia in particolare per le aziende ha dato una spinta improvvisa che, associata alla crisi delle materie prime, «il 110% ha creato difficoltà di approvvigionamento e ai tempi di connessione che si sono allungati di parecchio».

Risultato: per avere i pannelli servono un paio di mesi, per gli inverter anche di più. L’esaurirsi del bonus però dovrebbe stabilizzare il mercato e i tempi: «Penso che per l’anno prossimo si dovrebbe riuscire a tornare a tempi più accessibili» continua Macchi.

Sono tempi di grandissime incertezze economiche, legate in parte alla speculazione in parte alla guerra e alla rapida ripresa, ma c’è una certezza: «Il prezzo dell’energia non tornerà ai livelli del 2021», chiarisce Antonella Imondi del Consorzio energetico Cenpi di Confartigianato. E anche le aziende cercano una via d’uscita. «Oggi non ci sono alternative per la generazione distribuita che non sia il fotovoltaico» sintetizza ancora Chiaroni del Politecnico, incalzato anche dal presidente di Confartigianato Varese Davide Galli, che fa l’avvocato del diavolo nel ricordare le preoccupazioni principali, come le incertezze sullo smaltimento e quelle sul sostegno politico.

Chiaroni insiste su un punto: «Il fotovoltaico è ormai una tecnologia matura». Possono esserci miglioramenti ulteriori, ma la “base” è ormai consolidata e consente di calcolare il rientro dell’investimento. «Scegliamo bene come muoverci e in che tempi in questa direzione, ma la direzione è questa». Miglioramenti veri potranno venire da un altro fronte: «Le tecnologie che ci mancano sono quelle di stoccaggio», su cui però si sta lavorando e consentiranno di massimizzare la produzione.

Davide Chiaroni ha ricordato che in Italia, anche a causa di alcune incertezze politiche, a una fase di grande espansione del fotovoltaico vent’anni fa è seguito un rallentamento, compensato in parte dal 110%. La vera spinta è venuta dal fotovoltaico domestico, mentre gli impianti di medie dimensioni (quelli legati alle aziende) sono rimasti una quota limitata, 80mila su 1.250.000 d’impianti totali. Confartigianato Varese

Ci sono ampi margini (collettivi) di miglioramento, per ampliare le installazioni. Le storie degli imprenditori che hanno investito – da Vigevano alle valli varesine – hanno dimostrato che ci sono margini anche nelle singole aziende per massimizzare l’investimento: «Il nostro impianto fotovoltaico in media assicurava il 35% del fabbisgno di energia, quest’anno tra giugno a settembre siamo arrivati a coprire il 50-55% » ha spiegato ad esempio Luca Navarra, imprenditore di Montegrino Valtravaglia.

Silvano Migliavacca, collegato dalla Lomellina (nella foto), ha raccontato invece come il fotovoltaico ha richiesto una “messa a punto” anche lunga ma risultati reali. E con il caro energia «i tempi di ammortamento si sono dimezzati».
Le possibilità di espansione del fotovoltaico però sono anche legate a una situazione disomogenea sul territorio italiano: oggi il 59% degli impienti è concentrato al Nord, l’11.7% della potenza installata è in Lombardia, superata però solo da una regione del Sud, la Puglia che ha investito molto in passato.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 27 Ottobre 2022
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