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Il Sol Levante e i manga: James Loyd a Cassano Magnago per parlare di disegno giapponese

Il mangaka italiano che lavora per la rivista SenpaiPlus sarà ospite alla Japan toys exhibition all'ex chiesa di San Giulio, sabato 3 dicembre. L'intervista all'artista

mangaka James loyd cassano magnago

Una passione accesasi ai tempi delle scuole superiori e mai assopita, fino a farla diventare un lavoro: è la storia di James Loyd, mangaka italiano classe 1992 che lavora per la rivista Senpai Plus (edita dalla casa editrice Mangasenpai) e che sabato 3 dicembre sarà ospite della Japan Toys Exhibition all’ex chiesa di San Giulio di Cassano Magnago (alle 14.30).

Quando ti sei appassionato al mondo del disegno giapponese? «Alle superiori, ho sempre disegnato – specialmente prendendo spunto dai film Disney e dai cartoni di Bim Bum Bam e di Mediaset – ma quando ho conosciuto un appassionato di manga e ho visto la sua collezione me ne sono innamorato. Ho capito che i manga erano l’amore della mia vita».

Chi sono i tuoi mangaka preferiti? «Takeshi Obata a livello di disegno, mentre adoro le autrici del gruppo Clamp, che hanno lavorato a Card Captor Sakura».

Alle superiori (studiava informatica) ha iniziato a frequentare dei corsi estivi per disegnare manga e, dopo il diploma, si è iscritto all’accademia di manga nella campagna Toscana, a Lajatico: «I miei mi hanno sostenuto fin da subito, avevano capito quanto ci tenessi a voler inseguire i miei sogni. L’accademia di manga è l’unica in Europa e il diploma è riconosciuto anche in Giappone. Inoltre, è l’unica accademia a non essere legata al fumetto europeo-statunitense». L’artista spiega che l’essere in campagna, lontano dalla città, ha favorito a rafforzare il clima di collaborazione tra studenti e alunni.

mangaka James loyd cassano magnago
 Uno dei lavori di James Loyd

L’esperienza in Giappone

Dopo i due anni all’accademia, nel 2016 James Loyd ha trascorso un mese a Tokyo frequentando dei corsi in un’accademia specializzata in manga, anime e sceneggiatura (il college “Yoyogi Animation Gakuin”): «Il mese in Giappone è stata un’esperienza molto bella, vivere là mi ha fatto scoprire meglio come sono il paese e la cultura».

Racconta anche di un momento divertente, legato a una piccola festività tradizionale di un quartiere della capitale nipponica a cui lui e dei suoi amici hanno partecipato: «Era una festa tradizionale con gli stand classici delle feste, come molti anime e manga li riportano. Abbiamo comprato lo yukata, l’abito tradizionale come si vede in molti manga e anime, per poter partecipare: quando siamo arrivati eravamo gli unici a indossarlo, i giapponesi ci hanno scattato tante foto. È stato un momento bello ma assurdo».

Una volta tornato in Italia ha frequentato corsi aggiuntivi e collateralmente ha iniziato a lavorare, collaborando per locandine e art-book: Valzer of Season (Reika Manga, 2017) e Gemesis (BlackList, 2019); poi ha lavorato a una mostra illustrativa a tema Corea in collaborazione con Right Chain e BlackList nel 2020. L’artista è arrivato tra i vincitori nel concorso internazionale di Clip studio paint del 2018.

“I manga danno una libertà incredibile”

Poi è entrato nella rivista SenpaiPlus: «Hanno accettato il mio primo manga, Lilith, che doveva uscire in volumi poco prima del Covid, ma visto che le fiere erano state tutte annullate con l’arrivo della pandemia abbiamo preferito fermarlo». O, meglio, è stato fermato il progetto di pubblicazione in volume del manga, ma James Loyd lo ha pubblicato a puntate sulla rivista, così come viene fatto in Giappone: «Ora non so quando uscirà il primo dei tre volumi, ma dovremmo riuscire a concludere presto per farlo uscire tra febbraio e marzo».

Lilith è una storia con atmosfere soprannaturali ambientata in Toscana: «La famiglia della protagonista si trasferisce in una villa abbandonata, il padre è uno scrittore horror e ha sempre bisogno di queste atmosfere per scrivere i propri romanzi. La ragazza scoprirà che cosa è successo alla casa e alla famiglia che la abitava, il cui figlio era scomparso e non era più stato trovato dai genitori. Lei capirà, anche grazie a un contatto con il fantasma del bambino, che cosa è successo alla casa».

Cosa ti piace di più del mondo dei manga e dell’animazione giapponese? «Amo la cultura orientale, dalla Cina al Giappone: il manga, rispetto ad altre forme di espressione (ad esempio il fumetto tradizionale sta più sul realistico), punta molto sulle emozioni. Inoltre si ha più libertà, con i manga si può fare veramente di tutto». Poi rivela che, per chi piace disegnare, è risaputo che un massimo livello raggiungibile da mangaka è riuscire a raccontare una storia senza bisogno del baloon (la nuvoletta inserita per far parlare i personaggi, ndr).

Hai qualche progetto futuro nel cassetto? «Sto progettando un nuovo manga, ma devo trovare una casa editrice che accetti una storia lunga. Sarà una storia fantasy, che racconta di due mondi».

Nicole Erbetti
nicole.erbetti@gmail.com
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Pubblicato il 02 Dicembre 2022
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