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Il candidato Majorino incontra i cittadini di Gallarate: “Non gioco per partecipare”

Numerosi i temi trattati, dall'ambiente, al welfare e al lavoro. Majorino: "Se i cittadini lombardi vogliono cambiare noi ci siamo"

piefrancesco Majorino Acli gallarate - gennaio 2023

«A dicembre la mia candidatura sembrava un’impresa disperata, ora non è più così, prima si disputava sul secondo posto tra me e Moratti. Ora la competizione è aperta, Fontana ha paura»: manca meno di un mese alle elezioni regionali e il candidato di centrosinistra, Piefrancesco Majorino, è più che mai consapevole di star giocando la partita della vita.

Lo ha dimostrato all’incontro con i cittadini alle Acli di Gallarate di questa sera, martedì 17 gennaio, moderato dal giornalista de “L’informazione”, Stefano Tosi.

«Dopo 28 anni di governo di centrodestra questa Regione merita il cambiamento e l’apertura di una fase politica totalmente nuova», ha affermato con convinzione, «Io voglio fare il presidente Regione Lombardia e non gioco per partecipare, sono convinto che la nostra squadra sia una buona opzione per il futuro di Regione Lombardia e non oso nemmeno immaginare cosa potrebbe essere un Fontana bis».

A confermare il fatto che la partita tra Attilio Fontana e Majorino sia apertissima, oltre ai sondaggi, è la presenza del candidato dem in provincia di Varese nei giorni scorsi, una provincia da sempre roccaforte del centrodestra ma che sembra diventato un territorio contendibile (solo lunedì sera ha presenziato, a sorpresa, al falò di Sant’Antonio a Varese): «Questa è una terra difficile e che in passato ha dato soddisfazioni al centrodestra, ma la Lombardia sta perdendo posizione rispetto alle grandi città e regioni europee: a dicembre la Lombardia era il terzo tessuto produttivo per Pil pro capite in Europa, ma siamo già scesi alla sesta posizione. E siamo la prima regione europea per l’inquinamento. Dobbiamo avere una politica regionale che sia all’altezza delle nostre potenzialità: possiamo fare buone politiche attive per il lavoro, lavorare per l’ambiente, fare cultura di inclusione sociale, tutte qualità che sono resistite ai comportamenti politica».

Tanti i temi trattati nel corso della serata, dal sostegno alla genitorialità, ai temi ambientali, alla  sanità, fino alla mobilità e al sociale. 

Ambiente: “Centrodestra negazionista”

Pensi che la sensibilità all’ambiente dei giovanissimi si stia affievolendo rispetto ai primi mesi di attivismo di Greta Thunberg e dei Fridays for future? «In quelle piazze ho visto le speranze di una generazione di ragazze e ragazzi ha riempito le strade chiedendo nuove politiche e non ha avuto risposte. Un movimento del genere può affievolirsi o radicalizzarsi», ha risposto il candidato riferendosi alle recenti azioni nei musei e verso le opere d’arte di Ultima generazione in molte città europee, Italia compresa.

«Se non ci fossero stati Greta Thumberg e i ragazzi di Fridays for future non avremmo fatto il Green New Deal in Europa, bisogna andare avanti». E da qui il collegamento con le politiche da attuare in Regione, che «in questi anni rispetto al cambiamento climatico è stata negazionista»; una scelta che comporta due effetti: «Non vengono fatte scelte coraggiose e, quando si è costretti a farle, si creano ferite sociali», ha continuato.

«La siccità della scorsa estate non è stato un incidente di percorso: siamo in una nuova e diversa fase della vita del pianeta. Bisogna cambiare il modello economico agricolo del nostro territorio, così come l’economia della montagna che non può più reggersi sul modello di prima. Se non si interviene ci troveremo aziende che crollano e tantissima gente che sarà senza lavoro. La politica di rivoluzione ambientale deve anticipare i problemi».

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Quali sono le prime azioni da fare in tema ambiente, una volta eletto presidente di Regione Lombardia? «Attuare un piano di lavoro verde (con l’obiettivo di 300mila posti di lavoro nuovi), un piano sui temi dell’aria e dell’inquinamento e affrontare tema della gestione dei rifiuti e dell’indifferenziata. Tutto deve essere parte di una profonda scelta strategica politica».

C’è bisogno di una politica ambientale, secondo Majorino, applicabile anche sul piano della mobilità: «Voglio ribaltare la gestione di Trenord, dotare trasporto su gomma di autobus non inquinanti. Non bisogna avere comunità completamente scollegate, costringendo i cittadini a ricorrere all’auto privata; è essenziale la coesione e collaborazione con gli enti locali su questi temi». E, rimanendo sul tema Trenord, ha così criticato le posizioni di Fontana e Moratti espresse recentemente: «Il dibattito sul trasporto sembra fatto “tra Marziani”, Fontana e Moratti parlano di Trenord come se non dipendesse da Regione».

Sulla migrazione “l’Europa deve riscrivere le regole”

Come superare il contrasto delle parti politiche sul tema della migrazione? «Bisogna fare delle politiche sul nome della responsabilità che non cavalchino le paure. È giusto che Europa riscriva le sue regole e faccia scelte di cooperazione tra stati e sperimenti forme di permanenza temporanea, ma a destra è incredibile».

Ha continuato attaccando la destra sovranista: «In tutti i contesti in cui ha avuto responsabilità, la destra europea ha fatto l’opposto. Ora Meloni chiede a Macron di collaborare, ma la destra italiana ha sempre seguito Orban e gli altri su scelte regressive: è natura del loro populismo non assumersi mai responsabilità delle proprie scelte. Salvini cavalca i problemi che non risolve perché confida che sull’immigrazione si alimentino paura e diffidenza, così da rassicurare gli italiani. È una scelta cinica terribile». L’integrazione, inoltre, per Majorino passa anche attraverso «politiche di sostegno in contesti a forme di conclusione attiva, di irrobustimento dell’insegnamento dell’italiano, attraverso un inserimento nel mondo del lavoro, altrimenti si alimentano ghetti».

«Vorrei che la cultura del legame e della socialità fosse ciò che ci lega nel momento in cui si governa il territorio regionale»: Majorino ha in mente un preciso modello di governo di prossimità tra Regione e cittadini da attuare su ogni tema, a partire da quello delle case popolari. «Ci sono 15mila case Aler vuote in Lombardia attualmente, che nei quartieri periferici di Milano diventano un laboratorio di occupazione abusiva e cha fanno esplodere una miccia. La politica deve riuscire a mettere a disposizione di chi ha bisogno gli appartamenti. sarebbe anche bello dare la metà di quegli appartamenti alle giovani coppie che si possano far carico dei lavori di ristrutturazione». Così facendo si darebbe vita a un virtuoso mix di diversificazione sociale, di incontro e welfare.

“Un crollo di aspettativa verso Regione”

Tranchant sulla ricandidatura della “coppia” Fontana-Gallera: «Vuol dire che non si è capito niente di quello che è successo negli scorsi anni e nel primo periodo della pandemia». Per Majorino la colpa del centrodestra lombardo consiste nell’aver abituato i cittadini  al disincanto, a una «indifferenza sostanziale di chi vive queste terre rispetto alla Regione: non si sono mai assunti una responsabilità. Questo crollo di aspettative è ciò su cui confidano e noi vogliamo far vivere la domanda nei cittadini lombardi: se vogliono cambiare noi ci siamo».

Pur ammettendo di rispettare Letizia Moratti, memore dell’esperienza da capogruppo Pd in consiglio comunale a Milano quando era sindaca di Milano, non può non rimarcare che si tratta di una «persona profondamente conservatrice che sui territori ha imbarcato nelle liste più leghisti di Salvini».

 Da qui l’appello a chi ha votato il Terzo Polo alle politiche di settembre: «Mi rivolgo ai lettori che hanno votato Terzo Polo alle politiche, e che lo voterebbero doman: si ricordino che c’è il turno unico e che la partita è tra me e Fontana. So che non sono il loro presidente dei sogni, ma so anche che mi preferiscono a Fontana e Gallera e che potrebbero votare me».  

 

Nicole Erbetti
nicole.erbetti@gmail.com
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Pubblicato il 17 Gennaio 2023
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