Assunzioni e alto livello di specializzazione. I corsi Its per il tessile green cercano gli ultimi iscritti
L'allarme di Centrocot che aderisce alla fondazione Cosmo e organizza due corsi Its e Ifts dedicati ai tecnici dell'industria del tessile: "I giovani non si iscrivono e rischiamo di perdere professionalità"
Mancano pochi giorni alla chiusura delle iscrizioni per il corso Its biennale “Textile Designer for the Fashion Industry” promosso da Centrocot di Busto Arsizio e dalla fondazione Its Cosmo. Mancano 10 studenti per l’avvio del corso biennale previsto per il 30 novembre 2023 e 12 studenti per l’avvio del corso annuale Ifts “Textile Innovation & New Materials” a gennaio 2024.
La domanda che ci si pone è perchè i posti a disposizione non sono ancora andati esauriti? A Milano vanno subito a ruba i posti nell’ambito della moda e della comunicazione mentre non affascinano i corsi dedicati alle figure più tecniche.
Se ne è parlato oggi 22 novembre 2023 a Centrocot nel corso di un incontro con Fondazione Symbola che ha recentemente pubblicato l’annuale rapporto Green Italy elaborato in collaborazione con Unioncamere. In apertura Grazia Cerini, CEO e Direttore Generale del centro ha ricordato che secondo il rapporto 2022 Excelsior-Unioncamere il settore del Tessile, Moda e Accessori nel periodo 2022-2026 avrà bisogno di compiere da 63.000 a 94.000 assunzioni.
A conferma di questi dati ci sono le parole di Paola Tambani, responsabile della Formazione del Centro: «Se guardiamo ai temi del/innovazione sostenibile e dell’economia circolare, negli ultimi 3 anni sono state erogate più di 6.000 ore di formazione, e formate 800 persone. Con riferimento agli studenti dei corsi post-diploma, ITS e IFTS, nello stesso periodo, sono 70 gli allevi coinvolti, con un indice di placement per le edizioni chiuse dell’80%».
Eppure si fa fatica ad attirare in particolare i giovani under 35 che possono trovare nel corso biennale una specializzazione molto richiesta sul mercato: «Ricordiamo che questi corsi vengono finanziati proprio per rispondere ad un’esigenza del mercato del lavoro. Sono le aziende stesse che chiedono queste figure e che investono nella formazione» – spiega Grazia Cerini.
Considerati gli obiettivi fissati dalla UE per l’industria della moda e il peso che il tema della sostenibilità ha assunto nelle strategie delle imprese, «molte di queste posizioni lavorative riguarderanno temi attinenti la sostenibilità. Ha poi ricordato i più recenti progetti avviati da Centrocot sul tema quali il Multi-lab e la nuova certificazione Responsible Business, nell’ambito del sistema di certificazione OEKO-TEX® che oggi conta 44.396 certificati nel mondo» – aggiunge la Ceo.
Domenico Sturabotti, direttore del centro studi Symbola, ha ricordato che obiettivo della Fondazione è studiare e valorizzare le eccellenze italiane impegnate nell’innovazione sostenibile, condizione per assicurare resilienza e competitività al nostro sistema produttivo: «Ormai giunto alla 14 edizione il Rapporto Green Italy e le molteplici ricerche pubblicate confermano che le imprese che investono in sostenibilità esportano di più e offrono posti di lavoro qualificati. Hanno però bisogno di competenze specifiche spesso difficilmente reperibili. Le attivazioni programmate nel 2022 di green jobs sono pari a 1.816.120, ossia il 35,1% delle assunzioni totali previste nell’anno (circa 5,2 mln), con un incremento di 215.660 unità rispetto alla precedente rilevazione. Le competenze green sono state comunque ritenute necessarie nell’81,1% dei casi, a conferma di come il tema coinvolga le organizzazioni a tutti i livelli».
I green jobs risultano maggiormente presenti al Nord e la Lombardia si pone alla testa della classifica per assunzioni ‘verdi’. Tra le nuove figure professionali emergenti di interesse industriale e quindi anche tessile, compare quella relativa ai certificatori ambientali ed energetici e al Circularity Manager il cui compito è quello di rendere possibile la transizione da un modello di business lineare a un modello di business circolare, attraverso l’applicazione di uno più sistemi indotti dalla circolarità. Servono inoltre ingegneri ambientali nel settore trattamento rifiuti, e chimici, in grado, grazie alle solide conoscenze scientifiche di base, di riqualificare residui e rifiuti secondo i principi dell’economia circolare. Da non sottovalutare, in settori come quello del retail e della moda nuove figure professionali quali operatori della filiera del riuso, che sostengono le attività di rigenerazione e riparazione e l’incentivazione di mercati “second-hand”, contribuendo all’estensione della vita utile dei beni, evitando gli sprechi.
Aurora Magni (comitato scientifico di Symbola e docente LIUC) ha ricordato i principali obiettivi lanciati dalla UE per la transizione sostenibile e circolare del comparto tessile-moda con la proposta del 30 marzo 2022 i cui punti qualificanti sono stati approvati nel giugno 2023 dal Parlamento EU. Si tratta di obiettivi destinati a incidere sui modelli organizzativi e sulle competenze richieste a tecnici e manager. L’economia circolare richiede ad esempio la capacità di progettare capi destinati a durare e facilmente gestibili a fine vita (riuso e riciclo), di selezionare materiali e fornitori con criteri di sostenibilità e di tracciare e monitorare la filiera produttiva. Il tutto senza rinunciare a realizzare proposte all’altezza della reputazione della moda italiana, Poiché molta attenzione è data al contrasto al greenwashing si chiede alle imprese di sostenere i claims ambientali con prove oggettive (ad esempio: misurazione della carbon footarint) e di comunicarli attraverso passaporti digitali. Quello che le imprese si aspettano e quindi reperire sul mercato del lavoro tecnici in grado di intervenire su questo scenario che non coglie Centrocot impreparato.
Oggi, dunque, Centrocot lancia l’ultima call per l’avvio di altri due percorsi formativi coerenti con le indicazioni emerse; il corso annuale ITS “Textile Designer for the Fashion Industry” e il corso annuale IFTS “Textile Innovation & New Materials”, entrambi rientranti nella proposta formativa della Fondazione Fashion Academy ITS Cosmo, cui Centrocot aderisce come socio partecipante.
Il primo è biennale, e consiste in 2 mila ore di attività (1200 di aula, laboratori, visite aziendali e 800 di stage). Il corso forma un tecnico che abbina sensibilità estetica e creatività alla conoscenza tecnica dei materiali e dei processi al fine di progettare tessuti in sintonia con i trend della moda ed economicamente e ambientalmente sostenibili. Il corso è a numero chiuso, è rivolto agli under 35 e permette di conseguire il diploma ministeriale di specializzazione di 5° livello Eqf. La formula delle lezioni è part-time, presso la sede di Centrocot a Busto Arsizio (VA) e full time per il periodo di stage. Per iscriversi è necessario essere in possesso di un diploma di maturità o certificato Ifts.
Il secondo è annuale giunto all’ottava edizione, e consiste in 1.000 ore di attività (550 d’aula e 450 di stage). Si parte dalle basi della tecnologia tessile, e si analizza l’intera filiera produttiva, con focus sugli sviluppi innovativi che riguardano prodotti, processi e campi applicativi. Si apprendono i fondamenti della progettazione tecnica delle superfici tessili, del controllo qualità e della commercializzazione, il tutto avendo chiaro il quadro dei requisiti tecnici richiesti dal mercato per l’immissione di prodotti innovativi e sostenibili.
Anche in questo caso la formula delle lezioni è part-time, presso la sede di Centrocot, e full time per lo stage. Per iscriversi occorre essere in possesso di un diploma quinquennale o diploma a seguito di un percorso quadriennale di Istruzione e formazione professionale, ed avere residenza o domicilio in Regione Lombardia.
Proposte di valore che rischiano di cadere nel vuoto.
Per partecipare, i contatti sono quelli dell’Area Formazione di Centrocot:
Enrico Gedi, enrico.gedi@centrocot.it, T. 0331 696789;
Sara Merlo, sara.merlo@centrocot.it; T. 0331 696791.
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