Busto-Gallarate, il PSI varesino chiede chiarezza sul nuovo ospedale: “Basta proclami”
Il PSI denuncia il rischio di una deriva privatistica del sistema sanitario: «Presto si andrà in pronto soccorso con la carta di credito, non con la tessera sanitaria»

La Federazione Provinciale del Partito Socialista Italiano di Varese interviene con toni duri sullo stato della sanità in Lombardia, chiedendo risposte chiare sulla questione del nuovo ospedale unico di Busto Arsizio e Gallarate e lanciando un appello per salvare il servizio sanitario pubblico.
Un servizio pubblico a rischio collasso
«La difesa della sanità pubblica è una priorità», afferma il PSI in una nota diffusa alla stampa, in cui si denuncia una situazione sempre più critica, con liste d’attesa interminabili, bilanci in rosso e cittadini costretti a rinunciare alle cure. «La crisi di sostenibilità del servizio sanitario nazionale ha raggiunto il punto di non ritorno».
Nel mirino finiscono le politiche del governo Meloni e in particolare il recente decreto sulle liste d’attesa, definito dai socialisti «strombazzato ai quattro venti e finito in rissa e scaricabarile tra Meloni e Regioni, quasi tutte governate dal centrodestra, a partire dalla Lombardia».
L’ospedale Busto-Gallarate ancora senza risposte
Tra le priorità segnalate dal PSI Varese c’è la questione del nuovo ospedale unico di Busto Arsizio e Gallarate, su cui si chiedono «risposte chiare e precise». PEr i socialisti varesini il progetto, da tempo al centro del dibattito politico e amministrativo, è ancora avvolto da incertezze e ritardi.
Proposte concrete: più assunzioni, più risorse
I socialisti chiedono misure concrete, a partire dall’aumento degli stipendi per medici e infermieri, l’abolizione dei medici a gettone nei pronto soccorso e lo sblocco delle assunzioni nel settore sanitario. Il PSI lancia anche un duro monito: «Non ci si dovrebbe sorprendere se in futuro al pronto soccorso verrà richiesta la carta di credito al posto della tessera sanitaria».
Il diritto alla salute come pilastro democratico
«Non possiamo rassegnarci di fronte a quattro milioni e mezzo di persone che rinunciano a curarsi perché non hanno i soldi o perché le liste d’attesa sono troppo lunghe», si legge nella nota firmata dal segretario provinciale Orlando Rinaldi e dal segretario nazionale Enzo Maraio. «Il diritto alla salute è un diritto inalienabile e va garantito al di là delle logiche di spartizione politica».
Basta spot, servono programmazione e investimenti
Il PSI ribadisce la necessità di una vera programmazione, investimenti strutturali e un ritorno alla centralità della sanità pubblica: «Basta proclami e tagli camuffati da riforme. Servono risorse vere, personale formato e stabilità. Solo così si potrà rispondere ai bisogni reali dei cittadini».
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