Il paese vicino a Malpensa che custodisce la memoria dell’incidente aereo del 1959
Gli abitanti di Olgiate Olona furono i primi a portare soccorso il 26 giugno 1959. Nel tempo si è sviluppato un rapporto con quella tragedia che ha visto un passaggio di testimone tra generazioni

Il 26 giugno Olgiate Olona ha ricordato il disastro aereo dello stesso giorno del 1959, il più grave incidente avvenuto intorno all’aeroporto di Milano Malpensa. Una vicenda drammatica che ha lasciato un segno profondo nella comunità, che è divenuta custode della memoria delle vittime.
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«Il 26 giugno 1959 rappresenta per Olgiate Olona una data che riporta alla memoria un evento luttuoso che ha segnato in modo indelebile la vita della nostra comunità e di tante famiglie sparse nel mondo che nel disastro aereo hanno perso i loro cari» ha detto nell’intervento ufficiale il vicesindaco Leonardo Richiusa.
«Con l’inesorabile passare del tempo la memoria del triste evento è stata tramandata dapprima dai testimoni oculari che accorsero sul luogo dello schianto, in seguito dalle preziose opere del dott. Alberto Colombo che ha dedicato tempo e passione per mettere nero su bianco e documentare una drammatica pagina della storia locale che altrimenti sarebbe andata perduta, e, non da ultimo, dal sito web in memoria del disastro aereo al quale il nostro Comune ha concesso il patrocinio. Nel tramandare la memoria del disastro aereo del 26 giugno 1959 un ruolo determinante lo ricoprono le nostre nuove generazioni, i ragazzi di terza media della scuola Dante Alighieri che grazie al progetto didattico – giunto quest’anno alla quindicesima edizione – si spendono in prima persona per mantenere vivo il ricordo delle settanta vite immortali, di coloro che il 26 giugno di 66 anni fa si trovavano a bordo del velivolo della Twa e che nel cielo di Olgiate Olona conclusero la loro esistenza terrena».
«Per noi olgiatesi di tutte le età commemorare il disastro aereo del 1959 non è soltanto un doveroso e sentito atto di rispetto, un momento di preghiera e di memoria collettiva, ma rappresenta anche un importante momento di meditazione sul senso della vita e sull’importanza dei legami, degli affetti, delle responsabilità e delle priorità con cui quotidianamente tutti noi ci interfacciamo. La precarietà della nostra esistenza terrena è spesso inesorabilmente evidenziata dai report di tristi eventi che i mezzi di informazione ci passano quotidianamente – viene inevitabilmente alla mente la sciagura del volo 171 di Air India diretto a Londra di due settimane fa, con il suo altissimo prezzo di vite umane».

«Noi – ha proseguito Richiusa – non possiamo cambiare il corso degli eventi, ma possiamo fare in modo che la nostra esistenza sia di qualità, ovvero si traduca in piccoli grandi gesti quotidiani verso noi stessi, ma soprattutto verso gli altri: per chi è in difficoltà, per chi ha bisogno di parole di conforto o semplicemente di ascolto. lo sono fortemente convinto che una comunità è viva e accogliente quando ogni cittadino, nella quotidianità, si impegna in prima persona con lodevole impegno civico per il benessere di tutti. Per questo desidero ringraziare tutti coloro ,che con spirito di solidarietà si impegnano affinché il 26 giugno continui ad essere una ricorrenza carica di significati: il dott. Alberto Colombo e i suoi collaboratori, i ragazzi del progetto didattico coni loro docenti, i familiari delle vittime del disastro aereo che anche oggi ci onorano della loro presenza, le associazioni del territorio presenti e i.cittadini tutti che non hanno voluto mancare a questa commemorazione».
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