L’addio all’Its e la fuga degli agenti di Polizia Locale scoprono i nervi della giunta di Busto Arsizio
La discussione sul Dup in consiglio comunale ha attirato critiche dalla minoranza e anche dalla maggioranza. Le opposizioni mettono il dito nella piaga della rinuncia ai fondi Arest per l'ex Macello, il solito Rogora (Fdi) sul caso Polizia Locale

Non è stato proprio un consiglio comunale di mezza estate, quello andato in scena ieri sera in aula a Busto Arsizio ieri sera, martedì. Il clima tra i banchi di maggioranza e opposizione era tutt’altro che vacanziero con una lunga discussione sul Dup, il documento unico di programmazione della giunta che fa una sorta di bilancio annuale di quanto fatto e stabilisce gli obiettivi per gli anni successivi.
Le contraddizioni del Dup
Da un lato le opposizioni, con Pd e Progetto in Comune in particolare, a mettere il dito nella piaga della rinuncia ai fondi regionali per il progetto Its mobilità all’ex macello e dall’altro il solito battitore libero Max Rogora (Fdi) concentrato a criticare la sua giunta (in particolare gli assessori Cislaghi al personale e Sabba alla Polizia Locale) accusati di non risolvere il problema della fuga degli agenti di Polizia Locale dal comando di Busto Arsizio. Critiche che hanno messo in luce le difficoltà della giunta nel riuscire a mantenere nel tempo una programmazione coerente, spesso basata sulla partecipazione a bandi per l’ottenimento di fondi senza un disegno complessivo di città. Questo ha portato, negli anni, a repentini cambi di rotta e alla rinuncia di diversi milioni di euro per opere prima annunciate e poi rimesse nel cassetto.
Addio al recupero di parte dell’ex macello
Nei giorni scorsi il Comune di Busto Arsizio ha ufficialmente deciso di rinunciare al progetto di recupero di una parte dell’ex Macello di via Pepe, destinata a ospitare un istituto tecnico superiore (ITS) in ambito meccanico-meccatronico e logistico-ferroviario. La decisione è stata comunicata a Regione Lombardia, che aveva stanziato 2 milioni di euro attraverso il bando AREST per cofinanziare l’iniziativa. Il motivo principale della rinuncia, come hanno ribadito il sindaco Antonelli e il suo vice Folegani, è l’aumento dei costi a carico del Comune, che sono passati da 3,5 milioni a circa 5,5 milioni di euro, principalmente a causa dell’incremento dei costi delle materie prime e della necessità di bonificare il terreno. Nonostante la disponibilità dei fondi regionali, l’amministrazione ha ritenuto insostenibile l’aggravio finanziario.
La decisione ha suscitato reazioni contrastanti. Il sindaco Emanuele Antonelli ha difeso la scelta, sottolineando la necessità di non gravare ulteriormente sulle finanze comunali, ma ha lasciato aperta la possibilità di riprendere il progetto in futuro, eventualmente con maggiori investimenti privati. Dall’opposizione, l’ex sindaco Gigi Farioli ha criticato la rinuncia, definendola un’occasione persa per il rilancio economico e formativo del territorio, e ha auspicato una revisione della decisione.
Fuga di personale dalla Polizia Locale e la lunga coda di una vicenda avvenuta 22 anni fa
La Polizia Locale di Busto Arsizio sta affrontando un problema di carenza di personale, con numerosi agenti che, dopo essere stati formati, scelgono di trasferirsi in altri Comandi comunali dove gli stipendi sono più elevati o per avvicinarsi al luogo di residenza. Questo fenomeno ha portato a una continua rotazione del personale, con conseguenti difficoltà operative e necessità di nuove assunzioni e formazione.
In risposta a questa situazione, l’assessore Matteo Sabba ha annunciato l’intenzione di implementare incentivi economici e indennità per trattenere gli agenti in servizio a Busto Arsizio. Tuttavia, la proposta ha suscitato un acceso dibattito in Consiglio comunale, con il consigliere Massimo Rogora (Fratelli d’Italia) che ha criticato l’assenza di un piano strutturato per affrontare il problema e ha accusato l’amministrazione di mancanza di visione strategica, sollevando anche il caso dei dodici nuovi agenti provenienti tutti dalla stessa città della Campania, Torre del Greco. L’assessore Sabba ha risposto sottolineando l’impegno dell’amministrazione nel migliorare le condizioni di lavoro e attrarre personale qualificato e ha risposto anche sulla provenienza degli agenti: «Lì c’è una sorta di scuola di formazione che ne sforna molti, non ci possiamo fare niente».
Il problema, però, lo ha ricordato l’assessore Cislaghi: «Busto continua a pagare lo scotto dell’indagine della Ragioneria di Stato sugli aumenti di stipendio non conformi che vennero scoperti nel 2003 e che portarono ad un taglio del 50% dei fondi per gli stipendi dei dipendenti e dirigenti di Busto Arsizio. Da allora non siamo più riusciti a rimetterci al pari con gli altri comuni, risultando meno attrattivi». Un tema che ora la consigliera leghista Isabella Tovaglieri vuole affrontare: «Busto fa curriculum per la complessità delle sfide che pone a chi lavora nel nostro Comune. Va trovata una soluzione e spero che questo tema venga affrontato al più presto».
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