Quando la scuola fa paura. Ansie, preoccupazioni e strategie dei ragazzi
Il rientro a scuola pò essere difficoltoso. Le riflessioni degli educatori del Progetto Sakido, per il contrasto del Ritiro Sociale in Adolescenza in provincia di Varese

Settembre, per bambini, adolescenti e famiglie significa soprattutto una cosa: ritorno a scuola. La bellezza di ritrovare i compagni, la curiosità di un nuovo ciclo, tornare alla routine, mettersi alla prova.
Ma la tragedia di Paolo, il quattordicenne di Latina che si è tolto la vita pochi giorni fa, ci ricorda anche un’altra storia: quella di giovani che vivono questo passaggio come una prova difficile, a volte insormontabile.
Sono i ragazzi vittime di bullismo, come Paolo, ma anche i ragazzi e le ragazze che stanno attraversando un periodo di ritiro o ansia sociale.
Non bisogna pretendere la perfezione
“Queste settimane per noi sono molto importanti” dice Silvia Levati, pedagogista e coordinatrice del Progetto SAKIDO xp per il contrasto al ritiro sociale. “Molti dei ragazzi che seguiamo stanno provando proprio ora a rientrare a scuola dopo periodi più o meno lunghi di blocco. Ogni giorno ci sentiamo con loro o con le famiglie per sapere come sta andando, se sono riusciti ad andare a scuola. A volte la risposta è sì, a volte no. Ma va bene così: anche un ritorno a singhiozzo, un giorno sì e due no, è un passo avanti”.
Aspettative e non detti
Le aspettative più o meno realistiche che si creano attorno a questo momento, possono generare blocchi e timori: “Come mi vedranno gli altri? Saranno meglio di me. E se sbaglio? E se non riesco?”.
E così, quando l’ansia prende il sopravvento, c’è chi non riesce ad alzarsi dal letto o resta immobile in macchina davanti al cancello. Per genitori e figli il confronto con chi “ce la fa” diventa doloroso: perché loro sì e noi no?
Il ritorno a scuola è un grande non-detto – spiega l’Equipe di Progetto – i genitori temono che i figli non reggano, i figli non vogliono deludere. Ognuno ha le sue preoccupazioni, ma spesso, per paura di appesantire, si tace. E il silenzio alimenta il mostro”.
L’importanza della rete
Chi riesce a varcare la soglia della scuola scopre che la realtà è spesso meno minacciosa di quanto immaginato. “Nessuno dei ragazzi che sono entrati ha poi chiesto di essere riportato a casa. Certo, è solo l’inizio, ma il contatto diretto ridimensiona le paure. E questi sono ragazzi che per periodi più o meno lunghi di tempo si sono privati di questo: dell’esperienza reale.
Per disarmare il mostro e disinnescare l’ansia serve anche qualcuno che faccia il tifo per te: genitori, professionisti, insegnanti e amici. Una rete di relazioni vere, che trasforma l’esserecon- gli altri da minaccia a comunità accogliente”.
Il ruolo del mondo adulto
Anche la scuola e il mondo adulto devono fare la loro parte. “Non tutti i percorsi sono lineari – sottolineano dall’Equipe di progetto – C’è anche chi si ferma, chi sceglie il serale, chi prova strade alternative. Nessuna è sbagliata: l’obiettivo non è il cursus honorum, ma crescere ed essere pronti alla vita”.
La scuola però è ancora troppo spesso percepita come giudizio e disciplina. In un mondo dove tutte le informazioni sono online il valore aggiunto della scuola è l’incontro, l’esperienza, la crescita personale, lo sviluppo del senso critico.
Secondo i professionisti del Progetto Sakido, dare valore a questo ed educare in questa direzione, potrebbe restituire ai ragazzi una motivazione più autentica ad andare a scuola, fare esperienze e investire nella relazione con l’altro”.
A cura degli educatori del Progetto Sakidò
Sakido è il servizio della Cooperativa Sociale L’Aquilone, realizzato con la collaborazione di diversi partner del territorio, che si occupa contrastare e prevenire il Ritiro sociale in adolescenza in provincia di Varese. Per saperne di più: www.sakido.it
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