Quantcast

«Strage silenziosa nelle carceri»: dal grido di allarme alle riflessioni e proposte

La situazione carceraria, il sovraffollamento i suicidi richiedono ascolto, conoscenza. Cercare soluzioni richiede cura e per questo apriamo uno spazio sul giornale per pubblicare testimonianze, progetti e proposte

carcere

È passata una settimana dalla morte di un detenuto di 61 anni nel carcere di Busto Arsizio. L’uomo, recluso da appena dieci giorni a seguito dell’applicazione del cosiddetto “codice rosso”, si è tolto la vita nella mattinata di martedì 27 agosto.

La tragedia si inserisce in un contesto già segnato da forti preoccupazioni. All’inizio dell’estate era stato lanciato un grido d’allarme sulle condizioni critiche del penitenziario bustocco: nonostante fosse considerato una delle strutture migliori della Lombardia, il sovraffollamento e la carenza di risorse avevano già fatto emergere grandi difficoltà.

Le morti dietro le sbarre continuano così a scandire la cronaca, mettendo in luce un problema strutturale che non trova risposta. Ascoltare, conoscere e cercare soluzioni richiede cura e per questo apriamo uno spazio sul giornale per pubblicare testimonianze, progetti e proposte. Iniziamo con la testimonianza dal carcere di Gianni Alemanno. Il politico di estrema destra è recluso a Rebibbia e da lì tiene un diario.

Le reazioni

Il suicidio aveva sollevato immediate reazioni dal mondo politico e dalla società civile. Il consigliere regionale del Partito Democratico Samuele Astuti, componente della Commissione Carceri, ha commentato con parole nette: «Non è un fatto isolato, ma il segnale di una strage silenziosa che si consuma da anni nelle carceri italiane» .
Anche la Camera Penale di Busto Arsizio è intervenuta, sottolineando la necessità di “ridare dignità alle persone” private della libertà.

Quello di Busto non è purtroppo un caso isolato. A maggio, un altro detenuto era stato trovato senza vita nel carcere dei Miogni a Varese: si trattava di un uomo tossicodipendente che aveva davanti a sé una possibilità di uscita.

Il quadro nazionale

Solo pochi mesi fa, nel marzo 2025, l’associazione Antigone aveva presentato il suo Report 2024 a Materia Spazio Libero, durante l’incontro “Oltre il muro – Un ponte tra fuori e dentro”. Con magistrati, avvocati, sindacati e garanti a confronto, erano emersi ancora una volta i nodi centrali del sistema penitenziario: sovraffollamento, suicidi e diritti negati.

Gianni Alemanno, recluso nel carcere di Rebibbia, prende di mira il ministro Nordio e le “ricette fantasiose” del governo. Nel suo diario su Facebook cita Musk, barchini e grattacieli per ironizzare sulla crisi. Ma il dato resta: sovraffollamento record e rischio nuove condanne europee.

Carcere, l’ironia amara di Alemanno: «Meglio in orbita che a Rebibbia»

Nello stesso periodo con il giornale avevamo avviato una serie di iniziative sul carcere. Dopo la proiezione di Benvenuti in galera sull’esperienza di Bollate, avevamo proposto un incontro con Alessandro Trocino, giornalista del Corriere della sera. Il risultato è stato “MORIRE DI PENA” un podcast “Pillole di Materia” con l’intervista con il collega e autore del libro “Morire di pena” dedicato alle persone che in carcere si tolgono la vita. Trovate il volume su Amazon cliccando QUI.

Pubblicato il 03 Settembre 2025
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore