“Fausto, il mio Coppi”: a Varese un incontro tra mito e amore al Binda Cycling Festival
Sabato 25 (ore 11) nella sede della SC Binda sarà protagonista il libro con il racconto privato di Bruna Ciampolini, moglie del Campionissimo, scritto da Luciana Rota
Un viaggio tra sport, sentimento e memoria: sabato 25 ottobre nuovo appuntamento con il Binda Cycling Festival di Varese che propone un evento dedicato a Fausto Coppi. Il leggendario Campionissimo sarà visto questa volta attraverso lo sguardo e le parole della moglie, Bruna Ciampolini.
L’iniziativa si svolgerà nella sede della Società Ciclistica Alfredo Binda, in via Carrobbio 2 (nei pressi di piazza Monte Grappa) a partire dalle ore 11, e si inserisce nel calendario del festival dedicato alle storie del pedale, voluto come prestigiosa attività collaterale alla Tre Valli Varesine e agli altri appuntamenti agonistici.
Protagonista dell’incontro sarà il libro “Fausto, il mio Coppi”, scritto da Luciana Rota, giornalista e figlia di Franco Rota, confidente e portavoce di Coppi negli anni Cinquanta. Il volume trae ispirazione dai diari intimi di Bruna Ciampolini, raccolti all’epoca da Franco Rota e rielaborati in una forma romanzata che mescola mito e quotidianità, passione sportiva e dramma familiare.
Il racconto tocca le vette della gloria ciclistica e al tempo stesso affronta i tormenti di un amore segnato dall’abbandono, che all’epoca fece scandalo (Coppi, come noto, lasciò il tetto coniugale per unirsi a Giulia Occhini, la celebre “Dama Bianca”) e oggi parla ancora con forza di sentimenti, fragilità e scelte di vita. La bicicletta diventa così non solo simbolo sportivo, ma anche testimone di un legame profondo.
All’interno del volume trovano spazio anche le voci di numerosi personaggi del mondo dello sport e della cultura: dall’olimpionica Antonella Bellutti a Vincenzo Nibali, da Francesco Moser all’attrice Pamela Villoresi, passando per Linus, Paola Pezzo e Beppe Bergomi. A completare l’opera, una nota storica di Paolo Mieli. All’evento varesino parteciperà anche Alfredo Bonariva, già gregario di Coppi nel 1958 e atleta della “Binda”, a testimonianza diretta di una stagione irripetibile del ciclismo italiano.
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