Incentivi alle auto elettriche, è già caos click day: “Sito in tilt e requisiti troppo restrittivi”
È partito oggi a mezzogiorno il click day per accedere ai nuovi incentivi per l'acquisto di auto elettriche: 597 milioni di euro originariamente previsti dal PNRR per la diffusione di nuove colonnine di ricarica
 
                                        
           
            
          È partito oggi a mezzogiorno il click day per accedere ai nuovi incentivi per l’acquisto di auto elettriche, ma il sito è risultato quasi subito inaccessibile per il sovraccarico di richieste. Il governo ha dirottato su questa misura 597 milioni di euro originariamente previsti dal PNRR per la diffusione di nuove colonnine di ricarica, ma la piattaforma gestita da Sogei si è trovata immediatamente sotto assedio.
«I nostri associati che provano a connettersi trovano il sito bloccato – spiega Luca Dal Sillaro di Ecoverso, associazione culturale che promuove la mobilità ibrida ed elettrica e che funge anche da gruppo di acquisto – Ed è comprensibile: gli ultimi ecoincentivi risalgono a giugno 2024 e sono durati appena otto ore. C’è un anno e mezzo di domanda accumulata».
Per Dal Sillaro questo “eccesso di successo” è un segnale chiaro: «I cittadini hanno molto più interesse per la mobilità sostenibile di quanto non ne dimostri il governo».
Come funziona il nuovo bonus
La principale novità rispetto agli incentivi precedenti è che stavolta è l’acquirente a dover attivare il bonus attraverso la piattaforma www.bonusveicolielettrici.mase.gov.it, e lo sconto verrà applicato direttamente all’atto dell’acquisto presso la concessionaria scelta.
La seconda caratteristica importante è che possono accedere agli incentivi solo le persone fisiche con ISEE fino a 40mila euro e le microimprese con meno di 10 dipendenti e fatturato annuo sotto i 2 milioni di euro. Il bonus è legato alla rottamazione di un veicolo con motore termico fino a Euro 5.
C’è però un vincolo che sta facendo discutere: bisogna risiedere o avere la sede legale in uno dei Comuni che fanno parte delle aree urbane funzionali (FUA), ovvero zone centrate su città con almeno 50mila abitanti e i territori circostanti collegati economicamente. L’elenco completo è consultabile sul sito dell’Istat.
Proprio su questo punto, il Ministero ha dovuto emettere ieri una nota di chiarimento: l’Istat ha pubblicato un aggiornamento dell’elenco FUA 2021 che include 368 nuovi Comuni. Il Ministero ha quindi precisato che chi risiede nei Comuni del vecchio elenco FUA 2011, valido quando è stato pubblicato il decreto, mantiene comunque il diritto al bonus anche se questi Comuni non compaiono più nell’aggiornamento. Il contributo è quindi garantito sia a chi vive nei Comuni del vecchio elenco sia a chi risiede in quelli aggiunti con il nuovo aggiornamento.
Le critiche di Ecoverso: “Requisiti sbagliati”
Luca Dal Sillaro analizza punto per punto i requisiti previsti dal decreto. «Innanzitutto, siamo pienamente d’accordo sul fatto che gli incentivi siano solo per auto elettriche, perché sono la soluzione più adatta contro l’inquinamento – spiega – Sul vincolo della rottamazione invece siamo d’accordo solo parzialmente: chi non ha un’auto da rottamare viene completamente escluso. Sarebbe stato più utile prevedere un incentivo ridotto anche per chi non rottama».
Sul limite ISEE di 40mila euro, Dal Sillaro si chiede: «Perché escludere completamente? Si sarebbero potuti prevedere altri scaglioni con incentivi decrescenti». Per quanto riguarda il tetto massimo di prezzo per l’acquisto dell’auto, Ecoverso avrebbe invece addirittura preferito un limite più basso «Per costringere i costruttori a contenere i prezzi».
La critica più forte riguarda però il vincolo delle aree urbane funzionali. «Nelle città – sostiene Dal Sillaro -l’obiettivo dovrebbe essere svuotarle dalle auto in generale, non riempirle di auto elettriche. Sono invece i residenti fuori dai grandi centri urbani, dove l’auto è indispensabile e mancano alternative di trasporto pubblico, che andrebbero incentivati alla mobilità elettrica».
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