Confermata in Appello la condanna per sindaco e vicesindaco di Golasecca. “Andremo in Cassazione”
La vicenda era scaturita dall'indagine sull'urbanistica del 2021, in cui i due amministratori non erano coinvolti, ma erano stati sentiti come testimoni. Un passo falso che ha portato alla condanna, confermata in secondo grado lo scorso 4 novembre
La Corte d’Appello di Milano ha confermato, il 4 novembre scorso, la condanna a tre mesi di reclusione – ma la pena è sospesa – per il sindaco di Golasecca Claudio Ventimiglia e per il suo vice Bruno Specchiarelli, riconosciuti colpevoli di rivelazione di segreto istruttorio.
Il provvedimento in secondo grado ribadisce integralmente quanto era stato stabilito nel luglio 2024 dal Gup del Tribunale di Busto Arsizio, Francesca Roncarolo, che aveva accolto le richieste del pubblico ministero Nadia Calcaterra, titolare dell’inchiesta per turbativa d’asta e corruzione che nel 2021 aveva coinvolto il piccolo Comune.
Secondo l’accusa, Ventimiglia e Specchiarelli – ascoltati all’epoca come persone informate sui fatti e mai indagati (va sottolineato) nell’ambito dell’inchiesta del 2021 – avrebbero divulgato a terzi il contenuto delle dichiarazioni rese davanti al pubblico ministero.
Nonostante il magistrato avesse imposto il vincolo del segreto su quanto emerso durante la cosiddetta acquisizione di “sommarie informazioni”, i due amministratori, una volta usciti dagli uffici della Procura di Busto Arsizio, avrebbero raccontato gli elementi appresi a soggetti esterni, tra cui anche uno degli indagati nel procedimento per turbativa d’asta e corruzione.
La divulgazione, secondo la ricostruzione della Procura, riguardava dettagli rilevanti dell’attività investigativa e avrebbe potuto compromettere il regolare andamento delle indagini.
Confermati i tre mesi con pena sospesa
I giudici d’Appello hanno ritenuto fondata la responsabilità degli imputati, confermando la pena a tre mesi già comminata in primo grado, con sospensione condizionale.
Se gli elementi fin qui sono stati considerati credibili, rimane ora la possibilità di riesame della vicenda dal punto di vista procedurale: «Andremo in Cassazione, d’intesa con i nostri legali», conferma Ventimiglia.
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