Il Paese che non ti aspetti: giovani italiani più ottimisti dei coetanei europei
Presentato all'università Liuc di Castellanza l’indice Yes: casa inaccessibile, redditi bassi ed emigrazione qualificata frenano l'Italia. Ma i giovani italiani restano sorprendentemente ottimisti
«I giovani sono una risorsa sempre più scarsa: non possiamo permetterci di disperdere le loro competenze». Così Chiara Gigliarano, direttrice dell’Ufficio studi dell’università Liuc, ha commentato nell’Aula Magna la presentazione dello Yes, ovvero lo Youth Enhancement Score, il nuovo indicatore che fotografa nel dettaglio le opportunità, e pertanto anche le mancanze, offerte ai giovani italiani.
L’indice tiene insieme 6 dimensioni: mercato del lavoro, reddito, casa, imprenditorialità, soddisfazione soggettiva ed emigrazione qualificata, restituendo un quadro nitido delle disparità territoriali.
Sono invece dieci gli indicatori utilizzati per l’analisi europea e ventidue per quella italiana.
EMERGENZA ALLOGGI
Nella memoria collettiva c’è un’immagine che più di altre è rimasta impressa: le tende piazzate dagli studenti fuori dagli atenei milanesi, in segno di protesta per il caro affitti. Se un giovane decidesse oggi di comprare un appartamento, potrebbe permettersi solo 19 m² a Milano, 24 a Roma, 33 a Varese. Nelle città metropolitane, che naturalmente chiudono le classifiche, l’affitto mensile per un appartamento con due camere da letto è pari al 92% del reddito di un giovane. In cima alle classifiche, si trovano invece i capoluoghi più piccoli come Campobasso, Genova, Perugia e Catanzaro. Una frattura profonda che incide direttamente sulla possibilità di diventare autonomi.
NUOVA IMPRENDITORIALITÀ
Lo studio guarda anche all’imprenditorialità giovanile. Secondo i dati del Global Enterpreneurship Monitor, in Italia la capacità di fare nuova impresa, crollata tra il 2029 e il 2020, dopo il contraccolpo della pandemia, mostra segnali di ripresa. L’indice elaborato dall’Ufficio Studi Liuc, costruito su innovazione, finanza, formazione, attività imprenditoriali e partecipazione dei giovani alle imprese, premia territori come Lombardia, Trentino e Lazio. Ci sono regioni come Campania e Sicilia che a loro volta rivelano una vivacità inattesa nella digitalizzazione e nella nascita di startup.
LA SODDISFAZIONE DEI GIOVANI
Accanto ai dati oggettivi, l’indagine esplora la percezione dei giovani sulla propria vita e il proprio lavoro. Ed emerge un dato sorprendente: i giovani italiani risultano più soddisfatti dei coetanei tedeschi, francesi e olandesi. Ma le differenze all’interno del Paese restano marcate: giovani del Nord mostrano livelli di soddisfazione comparabili a quelli di Svizzera e Spagna, mentre nel Mezzogiorno gli indici crollano.
Un capitolo decisivo riguarda la fuga dei laureati, fenomeno in crescita costante. Negli ultimi dieci anni si è più che triplicata e nell’ultimo anno si registra un saldo negativo di tremila giovani altamente qualificati, con destinazione Spagna, Germania e Svizzera le mete principali. Mentre Lombardia, Veneto e Piemonte sono le regioni che ne perdono di più. Le ragioni, secondo AlmaLaurea, sono chiare: migliori offerte di lavoro all’estero, poche opportunità in Italia e la volontà di valorizzare esperienze già maturate fuori dal Paese.
I SOMMERSI E I SALVATI
A livello regionale, l’indice premia le aree più equilibrate: in testa Emilia-Romagna e Piemonte. La Lombardia, pur eccellente sul fronte occupazionale, perde posizioni per la scarsa accessibilità abitativa. In fondo alla classifica si trovano Sicilia, Campania e Puglia.
Nel confronto europeo, posta a 100 la media, lo Yes rivela le ombre e le luci del sistema paese. L’Italia ottiene 81 punti: ultima per mercato del lavoro, reddito e accesso alla casa. Migliore per benessere soggettivo e propensione all’imprenditorialità.
A questo quadro si aggiungono le proiezioni demografiche, uno degli elementi più allarmanti. Una cosa è certa, la popolazione giovanile continuerà a ridursi nei prossimi anni. «I giovani sono e saranno una risorsa sempre più scarsa – ha concluso Gigliarano – ed è importante non disperdere le loro competenze e le loro energie, cercando di valorizzare il loro potenziale restituendo fiducia e speranza».
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