Il sorriso a quattro zampe: torna la pet therapy in Pediatria a Busto Arsizio
Belle, dolce cagnolina co-terapeuta, porta gioco e affetto ai bambini ricoverati. Il progetto durerà fino a maggio 2026 grazie a Il Ponte del Sorriso e Scodinzoland
Dopo la sospensione causata dalla pandemia, la pet therapy torna nel reparto di Pediatria dell’Ospedale di Busto Arsizio con il progetto “Il sorriso a quattro zampe”, frutto della collaborazione tra l’Associazione Il Ponte del Sorriso e Scodinzoland.
Dal 6 novembre, i bambini ricoverati potranno nuovamente vivere momenti di serenità e leggerezza grazie a Belle, tenera amica a quattro zampe che, insieme ai coadiutori specializzati, sarà presente in reparto per quattro pomeriggi al mese, fino a maggio 2026.
Le attività si svolgeranno nella sala giochi della Pediatria, sotto la supervisione delle volontarie del Ponte del Sorriso e degli educatori dell’associazione Scodinzoland, che ha finanziato l’intero progetto.
“Siamo lieti che questa attività torni ad illuminare le giornate dei piccoli pazienti ricoverati – ha dichiarato la dr.ssa Simonetta Cherubini, direttrice della Pediatria –. La pet therapy crea un’alchimia unica tra cane e bambino, utile dal punto di vista emotivo, educativo e terapeutico. Ringrazio chi ha reso possibile questa ripartenza.”
Il progetto ha l’obiettivo di alleggerire l’esperienza del ricovero, migliorare il benessere emotivo dei bambini e favorire il loro percorso di cura attraverso l’interazione con gli animali.

“Belle porta con sé un pezzo di casa – ha aggiunto Emanuela Crivellaro, presidente de Il Ponte del Sorriso –. Il contatto con un animale rievoca affetti, ritmi e normalità, regalando ai bambini un momento di pausa tra esami e terapie. Siamo felici di riprendere una tradizione che ci sta molto a cuore”.
Soddisfazione anche da parte di Giuseppe Di Napoli, presidente di Scodinzoland: “Siamo entusiasti di dare il via a questa iniziativa. I nostri operatori, insieme agli animali, offriranno sorrisi, affetto e momenti di gioco ai piccoli degenti e alle loro famiglie. Un modo concreto per far sentire meno soli i bambini durante la degenza ospedaliera.”
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