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Strategia, imprevedibilità e lavoro di squadra. La lezione si fa giocando

Il progetto P.L.A.Y., ideato dai docenti della Liuc Niccolò Comerio e Valentina Lazzarotti, porta l’analisi di scenario in aula attraverso un laboratorio esperienziale basato su un gioco in scatola che simula decisioni e incertezze aziendali

liuc varie

Si chiama P.L.A.Y. ed è l’acronimo di Promoting Learning through Activities for Youth, ovvero “Promuovere l’apprendimento attraverso attività dedicate ai giovani”. È il progetto di innovazione didattica che, nel corso magistrale di Performance Management dell’Università Liuc di Castellanza, trasforma un gioco in scatola in un laboratorio di analisi di scenario.
Proposto dal docente di Economia Politica Niccolò Comerio (foto sopra), insieme alla professoressa Valentina Lazzarotti, e sostenuto dal Learning and Teaching Hub e dal centro di ricerca CIVIS, il progetto porta in aula un approccio nuovo: rendere concrete le dinamiche dei cicli produttivi facendo vivere agli studenti scelte, imprevisti e ragionamenti tipici delle aziende attraverso il gioco.

SUPERARE LA LEZIONE  FRONTALE

Una via alternativa alla lezione frontale, pensata per coinvolgere e attivare chi si prepara a diventare manager. «L’obiettivo dei progetti di innovazione didattica – spiega Comerio – è superare la tradizionale lezione frontale, sempre più difficile da sostenere per le nuove generazioni. Servono metodi partecipativi, capaci di attivare attenzione e soft skill».
Non un compito semplice per chi si occupa di macroeconomia e politiche pubbliche, dove gran parte dei temi richiede spiegazioni classiche. Ma un varco possibile esisteva ed era l’analisi di scenario, strumento usato dalle aziende per ragionare sull’incertezza della domanda futura.

IL GIOCO NELL’ANALISI DI SCENARIO

Ci sono analogie sorprendenti tra le dinamiche di scenario planning e alcune meccaniche tipiche dei giochi in scatola. «Confrontandomi con la professoressa Lazzarotti – racconta Comerio – abbiamo deciso di costruire una pre-lezione basata proprio su un gioco».
Alla progettazione hanno collaborato due esperti del settore, gli ingegneri Luca Borsa e Marco Saponaro, autori del libro ” Aziende in gioco”.
La prima parte del laboratorio è durata tre ore. Gli studenti, a coppie, hanno giocato senza sapere nulla dell’analisi di scenario. Solo regole, risorse da gestire, decisioni da prendere. E imprevisti, come, per esempio, carte-evento che introducevano veri e propri “cigni neri” (cioè eventi imprevedibili, espressione mutuata dal libro di Nassim Taleb “Il cigno nero”), capaci di stravolgere piani e previsioni.
Le risorse variavano casualmente di turno in turno, costringendo a ricalcolare strategie e a confrontarsi con la precarietà tipica dei mercati reali. «Bisognava scegliere se produrre subito massimizzando il breve periodo oppure investire rinunciando a risultati immediati. Esattamente come fanno le aziende», precisa Comerio. Ogni comportamento osservato durante la partita ha trovato il suo corrispettivo nei processi di programmazione e controllo. C’è una dimensione negoziale delle decisioni di cui bisogna tenere conto. «In azienda non c’è un one-man show. Ci sono idee diverse da conciliare, compromessi da trovare», osserva Comerio.

LE AZIENDE PIÙ GRANDI GIÀ LO FANNO

Il riscontro degli studenti? «Entusiasti. Credo si siano divertiti più che in tre ore di lezione frontale», dice sorridendo il docente. Una sperimentazione destinata a essere riproposta, anche grazie al formato del corso, che con circa quaranta partecipanti rende possibile l’approccio laboratoriale. Accanto a questo, il corso ha ospitato anche un secondo progetto di innovazione coordinato dalla professoressa Lazzarotti, dedicato all’uso di Power BI (programma servizio di analisi aziendale). In un contesto economico sempre più incerto, dove «prevedere il futuro è impossibile» e i modelli non bastano, Comerio è convinto che tecniche come l’analisi di scenario diventeranno centrali. «Le aziende più grandi lo fanno già, presto lo faranno tutte». Intanto, alla LIUC, gli studenti imparano a sperimentare, sbagliare, ricalcolare e ripartire. Proprio come in un vero ciclo produttivo. Solo che, prima, si gioca.

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it
Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.
Pubblicato il 15 Novembre 2025
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