Luigi Galuppi accusa il consigliere PD Pignataro per il comportamento tenuto in consiglio
II consigliere di Centro Popolare accusa in particolare Pignataro di aver tenuto un comportamento grave e oltraggioso
Dopo il vivace consiglio comunale dello scorso 19 dicembre a Gallarate, non si placa l’eco delle polemiche.
Il consigliere di maggioranza Luigi Galuppi replica agli attacchi:
«È accaduto che il Consigliere Pignataro, mentre stavo effettuando il mio intervento sul punto n.6 all’ordine del giorno, ha iniziato a urlare nei miei confronti agitandosi in modo evidente e con il chiaro intento di impedirmi di parlare. Gli ho chiesto più volte di non interrompermi e l’ho fatto istintivamente alzando la voce anche se io ero amplificato mentre lui, non avendo in quel momento alcun diritto di parola, urlava ma senza microfono. Il Consigliere anche in passato aveva tenuto comportamenti simili ma mai erano stati così reiterati e manifestatamente esagerati.
Pignataro ha quindi palesemente disatteso a quello che dovrebbe essere il normale e civile comportamento di un membro del Consiglio Comunale interrompendo – e quindi cercando di impedire – la legittima espressione di un collega, che aveva ricevuto la parola da parte del Presidente. Comportamento quindi anche istituzionalmente grave ed oltraggioso di tutto il Consiglio. Né si può pensare che l’intervento che stavo leggendo potesse anche lontanamente offrire il minimo spunto per una reazione simile, che sarebbe stata in ogni caso ingiustificabile ed inammissibile. E’ stato il Consigliere Pignatro ha violare ogni regola comportamentale (ricordo che sarebbe stato poi il suo turno di intervento ma che in quel momento non aveva diritto di parola) e a offendere con il suo atteggiamento prevaricatorio lo stesso Consiglio Comunale.
Rispondendo a Pignataro invece di richiedere al Presidente un intervento più incisivo a tutela del mio diritto di parola, ho forse commesso l’errore di cadere nella trappola della provocazione. Di questo ho chiesto poi scusa al Consiglio. Stante il contesto di tensione che lo stesso Pignataro aveva voluto creare, è evidente che la mia esternazione fosse una critica del comportamento e che non avevo alcuna intenzione di offendere ma solo di stigmatizzare, seppur in modo eclatante, l’atteggiamento antidemocratico tenuto dal collega.
E’ evidente che l’episodio mi ha visto vittima di un’aggressione verbale fuori luogo, alla quale io posso aver reagito in modo sbagliato per cercare di tutelare il mio diritto di parola. Non accetto però che si tenti di ribaltare i ruoli e che io passi da vittima a colpevole. Anche questo, oltre che essere palesemente menzognero, è inaccettabile».
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