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“Nessuna sentenza ridarà Andrea alla famiglia. Ma l’ergastolo significa molto”

Alla lettura della sentenza di ergastolo per l'uccisione di Andrea Bossi, per alcuni secondi, i singhiozzi dei familiari della vittima si incontrano con la disperazione di chi è vicino ai due condannati

Andrea bossi

Alla lettura della sentenza di ergastolo per l’uccisione di Andrea Bossi, per alcuni secondi, i singhiozzi dei familiari della vittima si sono incontrati con la disperazione di chi è vicino ai due condannati. Da un latyo lacrime di dolore ma anche di soddisfazione, dall’altro il crollo di chi aveva sperato fino all’ultimo che Douglas Carolo e Michele Caglioni potessero evitare il “fine pena mai”.

È un momento che ha restituito tutta la drammaticità di questa vicenda, in particolare se si guarda alla giovanissima età di tutti i protagonisti: 22 e 21 anni i due ragazzi condannati per omicidio, 26 anni – per sempre – Andrea Bossi, ucciso con un fendente dopo esser stato tramortito. E anche per i motivi che hanno portato all’omicidio, un piano che ha fruttato solo poche centinaia di euro.

L’avvocato Davide Toscani, parte civile per conto della famiglia Bossi, lo ricorda ancora oggi, come l’ha ricordato al momento della requisitoria finale del pm Giulia Grillo: «I famigliari come “fine pena mai” hanno quello di scontare la perdita di Andrea, che nessuna sentenza gli restituirà mai. Vorrebbero  la macchina del tempo per riaverlo indietro vivo, ma quantomeno la sentenza restituisce sulla colpevolezza di entrambi la verità dei fatti».

Il legale parla del doppio ergastolo che non può dare soddisfazione, ma dà «ristoro, seppure minimo, per tutta la sofferenza che la famiglia ha patito, a fronte – sottolinea – di scuse che non sono mai sembrate né sincere né tempestive da parte degli imputati».

Telegrafiche invece i commenti degli avvocati Vincenzo Sparaco e Gianmatteo Rona, difensori di Douglas Carolo, che attendono le motivazioni per vedere i prossimi passi.

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Pubblicato il 16 Dicembre 2025
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