780mila euro per piazza della stazione. “Ma il progetto non cambia quasi nulla”
Rifacimento della piazza della stazione e Polo culturale con fusione della biblioteca e del Maga sono i progetti strategici per l'amministrazione Cassani. Per il Pd sono entrambi pieni di problemi

«Due progetti coerenti con l’inconcludenza del quinquennio di Cassani». Giudizio drastico, dal capogruppo del Pd Giovanni Pignataro, sui progetti del Polo Culturale e del rinnovo di piazza della stazione.
Progetti in qualche modo strategici per l’amministrazione Cassani: sono quelli con cui si presenterà all’appuntamento del 2021, l’anno delle elezioni, e insistono su due ambiti su cui in qualche modo Cassani voleva marcare la discontinuità (sicurezza in stazione e stop al progetto della biblioteca Bottini erano due temi di grande polemica nel 2016).
I due interventi, secondo Pignataro, sono da bocciare: «Si spendono in totale 1 milione e 600mila euro per progetti con molti aspetti problematici, sia per alla congruità dei costi che per la funzionalità delle opere all’obbiettivo che si vuole ».
Primo punto, la piazza Giovanni XXIII, ambiente percepito come poco sicuro e degradato: «Il rifacimento costa 780mila, ma la struttura della piazza viene lasciata assolutamente uguale come circolazione e parcheggi: si fa una semplice opera cosmetica. Si abbattono tre cedri ma non si cambia nulla di una piazza-parcheggio e che ha come problema per la sicurezza la zona dei portici».
Il progetto, in effetti, sembra riproporre una struttura molto simile, con un passaggio pedonale centrale (alternativo ai portici, da un certo punto di vista) ma mantenendo la funzione di parcheggio più o meno identica a quella di oggi. Ma quale sarebbe l’alternativa, secondo il Pd? «Si doveva cercare di costruire spazi di buona frequentazione sociale della piazza. La stessa relazione dice che si potevano ridurre in parte i parcheggi, che sono a strisce blu e a volte poco utilizzati» (non sono usati dai pendolari perché a pagamento). E quindi come avreste proceduto? «Si sarebbe potuto immaginare altri spazi: un un mercatino permanente o a rotazione settimanale, una bicistazione per i pendolari che non sanno dove lasciare la bici».
La porzione centrale della piazza, orientata al passaggio dei pedoni, viene criticata anche per altre ragioni: «Sbuca davanti alla stazione, ma non c’è nessun passaggio pedonale, perché non si può far attraversare dove c’è la fermata degli autobus che crea una barriera. Lo stesso consigliere di Fratelli d’Italia Giuseppe De Bernardi Martignoni chiedeva di creare un nuovo attraversamento pedonale, ma è impossibile in queste condizioni, perché di fatto tutta quella zona non viene toccata dal progetto».

«Nuovi lampioni e videocamere valgono quasi 800mila euro di spesa? Perché allora non investire nel ripensare la piazza come piazza a tutti gli effetti? Ci aspettavamo una proposta, magari da discutere. Ma qui è ridotto al problema di manutenzione».
Meno stupore ha destato il progetto del Polo Culturale, la fusione tra Maga e biblioteca che il Pd ha sempre criticato considerandola deleteria per entrambe le istituzioni culturali.
Nella progettazione proposta in commissione, Pignataro vede la conferma dei timori: «Ad esempio si elimina la scala tra la Sala A al primo piano e la sala C al secondo, “isolando” una sala da 500 mq, quella al secondo piano».
Una scelta progettuale che secondo Pignataro è figlia della convivenza forzata tra due realtà diverse: «Il problema è la suddivisione degli spazi, anche per ragioni legate alle prescrizioni antincendio dei Vigili del Fuoco: avevano bisogno di separare la parte museale da quella della biblioteca e da qui nasce l’idea di eliminare la scala»
«Si crea una dependance della biblioteca, perché quella attuale rimarrà, con i suoi costi. Si spendono 860mila euro per fare un’opera che zoppica: al di là dell’idea del Polo unico che si può discutere e che può essere valida, fatto così non funziona».
[le foto id=1155525] L’area all’ingresso del museo Maga, come verrà ridefinita secondo il progetto del Polo Culturale
Da ultimo una critica più legata alla situazione contingente: «Il progetto prevede un soppalco di 200 metri quadri. E un soppalco serve a raddoppiar gli spazi in verticale: ma se si raddoppia la presenza nella stessa cubatura, in questo momento non garantisce il distanziamento sociale». Questo, forse, sarà un problema che si supera a breve. Per il resto però il progetto guarda a dopo e le critiche dell’opposizione rimangono.
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