“Giù le mani dalla scuola”. La protesta dei genitori davanti alle De Amicis di Busto Arsizio
Un gruppo di una ventina di genitori si è trovata davanti all'istituto di via Pastrengo per dire che la scuola deve riaprire il prima possibile: "La scuola è sicura, la strada no"
Ore 13, davanti all’istituto comprensivo De Amicis di via Pastrengo ci sono alcuni genitori ma non ci sono voci di bambini urlanti che escono da scuola. I bambini sono a casa e stanno finendo la loro lezione a distanza davanti ad un computer.
A rappresentare il loro disagio e quello di migliaia di famiglie in difficoltà tra lavoro e didattica a distanza sono alcune mamme e papà che hanno deciso di inscenare una protesta per far sentire la loro voce: «Giù le mani dalla scuola. Ci avevate promesso che non avreste toccato la scuola, ci avevate detto che era sicuro portare i nostri figli a scuola e adesso ci ritroviamo con gli istituti chiusi e bambini e ragazzi a casa. Loro sono il futuro».
Sono una ventina i genitori che si sono radunati con i loro cartelli, un papà e una bambina leggono un messaggio che è un urlo di dolore verso una situazione che danneggia tutti: in primis i bambini, in special modo quelli che hanno fatto il passaggio dall’asilo alla primaria di primo grado e quelli che dalla quinta sono passati alla secondaria di primo grado: «Gestire questi passaggi è già difficile con la scuola in presenza, ora è impossibile».
Una mamma ci racconta del proprio figlio con Adhd diagnosticato (deficit di attenzione e iperattività) che non ha la possibilità di poter fare scuola in presenza: «Per questo tipo di diagnosi non c’è insegnante di sostegno e così lui non rientra tra i bambini che hanno bisogni educativi speciali. Non riesce a seguire le lezioni, disturba e la maestra ha già minacciato sanzioni nei suoi confronti ma per noi genitori è davvero difficile lavorare e seguire un bambino con bisogni come i suoi in dad».
I problemi sono anche quelli dei genitori che hanno figli alle scuole secondarie di primo grado: «I nostri figli erano più al sicuro a scuola, dove ci sono regole da seguire e protocolli di sicurezza precisi che i ragazzi rispettano – racconta un papà -. Lasciandoli a casa questi ragazzi poi cercano la socialità e si ritrovano in gruppetti dove non rispettano le regole. Noi genitori non possiamo seguirli come ombre, se dobbiamo anche lavorare».
Le mamme e i papà che si sono ritrovati questa mattina non hanno intenzione di mollare e pensano già ad altre iniziative per fare pressione, anche in coordinamento con altri poli scolastici cittadini: «Per noi la scuola va riaperta. Se non subito, almeno dopo Pasqua. Ci sono già segnali che ci dicono che aprile sarà come marzo. Non ce lo possiamo permettere: il futuro dei nostri figli viene prima dei centri commerciali o dei tabaccai».
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