Quantcast

Moda e ricerca scientifica sullo stesso catamarano. Yamamay racconta il “Progetto mare” e i progressi verso la sostenibilità

Dalla moda alla scienza, Yamamay rafforza il proprio impegno per gli oceani ospitando la presentazione della ricerca di India Milani, giovane laureata dell’Insubria, in collaborazione con One Ocean Foundation

Il mare come specchio del futuro: fragile e mutevole, ma ancora e per fortuna profondamente vivo soprattutto se visto con gli occhi di India Milani neolaureata di 24 anni che ha fatto una tesi di laurea all’Università dell’Insubria dal titolo “Yamamay Esg report: protezione degli ambienti marini in collaborazione con One ocean foundation” presentata nel quartier generale di Yamamay a Gallarate.
L’incontro, organizzato con la collaborazione di One Ocean Foundation, è stato un momento in cui ricerca scientifica, sostenibilità d’impresa e un nuovo modo di fare attivismo di marca si sono intrecciati in un racconto comune.

DALLA RESPONSABILITÀ SOCIALE DI IMPRESA AL BRAND ACTIVISM

Come ha spiegato il professor dell’università dell’Insubria Daniele Crotti, l’evoluzione della strategia di sostenibilità di Yamamay racconta un passaggio netto dalla tradizionale corporate social responsibility a un vero e proprio brand activism. Non più semplice compensazione dell’impatto ambientale, ma la volontà di agire oltre i confini del settore moda per contribuire alla tutela degli oceani e degli ecosistemi marini. Un approccio che, nel panorama italiano, si distingue per coerenza e capacità di visione.

NON SOLO ELOGI MA ANCHE CRITICITÀ

La tesi di India Milani ha fornito una valutazione indipendente dei bilanci di sostenibilità 2023 e 2024 dell’azienda, mettendo in luce punti di forza, progressi concreti e anche le criticità: «Nel lavoro ho trovato anche osservazioni critiche preziose, che accolgo con grande piacere considerandole un grande regalo – ha detto Barbara Cimmino, cofondatrice e  responsabile della corporate social responsability  di Yamamay – La vera sfida è ascoltare le nuove generazioni e riconoscere i punti su cui dobbiamo ancora crescere e approfondire. Mi è piaciuto molto perché non si limita a raccogliere informazioni, ma funziona come un vero assessment: ci mostra ciò che facciamo bene e dove possiamo migliorare».

STRUMENTI PER MISURARE L’IMPATTO AMBIENTALE

Nel lavoro svolto da India Milaani, emerge a una crescente capacità di misurare e comunicare l’impatto attraverso strumenti avanzati come la Sustainability Balance Scorecard, un impegno serio per la tracciabilità della filiera con il product passport e un allineamento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG).
Il quadro mostra anche un significativo aumento nell’uso di materiali riciclati – il nylon è passato dal 27% nel 2023 al 44% nel 2024 –  e un deciso avanzamento verso l’energia rinnovabile, che colma il divario registrato l’anno precedente. Importante anche l’ampliamento del reporting sulla diversità di genere, che si è esteso dal contesto nazionale a quello internazionale.

SCIENZA E IMPRESA A BORDO DELLO STESSO CATAMARANO

Tra le iniziative analizzate nella ricerca di Milani, spicca il Progetto Mare, simbolo della collaborazione tra Yamamay, One Ocean Foundation e Centro Velico Caprera. Nato nel 2021, il progetto unisce il rigore scientifico alla logistica nautica e al sostegno di partner privati. A bordo di un catamarano di sedici metri, scienziati e giovani ricercatori esplorano il Mediterraneo per monitorarne lo stato di salute, raccogliendo dati preziosi su contaminanti chimici, biodiversità e rumore sottomarino. Le attività spaziano dall’analisi del plancton, considerato un bioindicatore precoce della salute marina, al monitoraggio della biodiversità tramite DNA ambientale, tecnica che consente di rilevare anche specie rare e difficili da osservare, come lo squalo elefante. Dal 2024 il progetto ha avviato anche lo studio dell’inquinamento acustico sottomarino, creando una prima mappa dei rumori che interferiscono con la vita di cetacei e altri mammiferi marini.

LA VOCAZIONE EDUCATIVA DEL PROGETTO

Accanto alla ricerca scientifica, il Progetto Mare ha una forte vocazione educativa: coinvolge studenti e volontari nella raccolta di campioni e offre a giovani ricercatori di oltre quindici università la possibilità di svolgere attività sul campo. Dal 2025 l’iniziativa entrerà in una nuova fase quadriennale, ripercorrendo le rotte già esplorate per costruire serie storiche di dati comparativi e portando la divulgazione ambientale anche nelle scuole.

TESTIMONIANZE DI UN MEDITERRANEO CHE CAMBIA

L’urgenza di queste attività è stata rafforzata dalle voci di chi, come Luciano Cimmino, presidente della Holding che controlla il marchio Yamamay, il mare lo conosce da vicino. Chi naviga e lo osserva da decenni racconta di un Mediterraneo sempre più caldo, con acque che un tempo erano fredde e oggi vengono paragonate a una “piscina termale”. Tornano specie assenti da generazioni, come la foca monaca avvistata tra Ogliastro e Palinuro dopo decenni di assenza. Crescono gli avvistamenti di squali in tratti di mare dove erano rari; e specie aliene come il barracuda si sono ormai stabilite, sostituendo fauna autoctona. È un cambiamento tangibile, che lega dati scientifici e esperienza diretta.

LA BELLEZZA NATURALE È UNA RISORSA STRATEGICA

Proteggere il mare significa anche difendere un patrimonio culturale e paesaggistico unico. Non è un caso che la scelta di Napoli come sede della Coppa America sia stata guidata dall’incanto del suo golfo più che da parametri tecnici: un richiamo potente al valore della bellezza naturale come risorsa strategica e identitaria.

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it
Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.
Pubblicato il 29 Settembre 2025
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore