Gli addetti alle pulizie di Malpensa tornano a protestare nel terminal
Al centro della mobilitazione il taglio della retribuzione domenicale e il trattenimento del buono pasto. Cgil e Ad, a sostegno della protesta, annunciano referendum contro l'accordo separato

Tornano a risuonare i cori di protesta e i fischietti, al Terminal 1 di Malpensa: per la seconda volta in un mese si fanno sentire le addette alle pulizie (e anche gli addetti) che protestano contro il taglio della retribuzione domenicale e il trattenimento del buono pasto da parte dell’azienda che ha un pezzo dell’appalto, la Dussmann.
La protesta riunisce molti degli addetti – in prevalenza donne, italiani e stranieri – ed è stata sostenuta da Cgil e AdL. «I nostri iscritti dicono no. Buono pasto subito, senza se e senza ma, ma soprattutto senza ricatto» dicono dalla Filcams Cgil di Varese.
Ci si prepara allo sciopero, ma per ora è solo un presidio. Rumoroso, però, e ben visibile ai viaggiatori – italiani o stranieri – che affollano l’aeroporto in questo periodo di “punta” estiva.
Se già prima la vertenza era “calda”, lo è di più da quando l’azienda ha proposto un accordo separato sottoscritto da Fisascat Cisl Varese-Como, Uiltrasporti Varese e Flai .
La Filcams Cgil si dice «sbalordita»: «i sindacati firmatari non rappresentano la maggioranza dei lavoratori, bensì una minoranza assolutamente esigua».
Mentre «la stragrande maggioranza dei lavoratori» sono rappresentati da Filcams Cgil e dal sindacato di base AdL. E in effetti le proteste fin qui sono state piuttosto partecipate.
«A breve promuoveremo un referendum tra i lavoratori per abrogare tale intesa al ribasso» annuncia la Cgil.

Perché non piace l’accordo “separato” firmato dagli altri sindacati?
«L’azienda trae solo vantaggi economici, senza concedere nulla, offrendo condizioni di miglior favore messe a disposizione da parte della committente Sea Sp» dicono dalla Cgil. «Un accordo che non ha avuto trattativa sindacale, ma dove il contenuto – immodificabile – è stato proposto da Dussmann Service alle organizzazioni sindacali, senza nessun margine di contrattazione».
Secondo la Cgil e AdL addirittura è un accordo scritto «sotto dettatura del legale aziendale, con la finalità di neutralizzare le numerose vertenze», che sarebbero ben duecento.
C’è poi un’altra questione che la Cgil continua a mettere in primo piano: le due società coinvolte nell’appalto hanno già incassato «un consistente rimborso economico» dalla Sea per erogare il buono pasto, che però allo stato attuale è bloccato in attesa di accordo. «Soldi pubblici», sottolineano sempre Cgil e AdL.
«Nel frattempo, siamo in attesa che la committente Sea dia delle spiegazioni plausibili in merito al cospicuo aumento del canone di appalto, adeguamento che doveva servire a erogare un buono pasto, avente come finalità quella di migliorare la qualità del servizio e la sua efficienza, contribuendo a contenere i tassi di assenteismo. Invece, al contrario, visto le modalità discriminatorie e vessatorie con le quali Dussmann Servive intende procedere per l’erogazione del ticket, quella che doveva essere un’opportunità sta creando forti disagi e malessere diffuso tra i dipendenti stessi che sono oramai pronti allo sciopero, qualora l’azienda dovesse confermare tale impianto e non riaprire trattative serie e condivise con le organizzazioni maggiormente rappresentative tra i lavoratori.
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