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Tiziano Zocchi è il candidato di “Cambiare si può a Samarate”

Ufficializzato il nome della grande alleanza delle forze che vogliono voltare pagina con il centrodestra leghista. Dalla sinistra alla civica ai delusi del centrodestra, si pensa a cinque liste a sostegno

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Era uno dei nomi che si faceva da qualche tempo e la scelta alla fine è quella: il candidato di “Cambiare si può a Samarate” è Tiziano Zocchi. La sua corsa a sindaco si è aperta a quattro mesi dalle elezioni amministrative 2019, in una serata molto partecipata al Caffè Teatro Nazionale 2.0, vero lancio dopo il percorso iniziale partito a novembre. «Il mio sogno è far rinascere Samarate».

L’alleanza che lo sostiene è ampia. C’è il nucleo forte dell’opposizione uscente, con la storica lista civica Samarate Città Viva e con il Partito Democratico; c’è la Sinistra rappresentata dal gruppo intorno a Pino Santangelo; c’è una componente di persone che vengono dal centrodestra, con – in prima fila – l’ex vicesindaco Albino Montani e l’ex assessore alla sicurezza all’esordio del primo mandato Tarantino, Simona Aspesi. E c’è soprattutto l’idea di coinvolgere anche persone nuove, una sfida che non è facile “misurare” almeno in questa fase. «Ci vogliamo spogliare dei simboli, fare politica a livello locale è capire le persone, ascoltarle».

La serata è andata subito al sodo: dopo l’introduzione di Rossella Iorio (Pd) è stato svelato il nome di Zocchi. 57 anni, «samaratese Doc, uno Zocchi “dei rati”, per chi è di Samarate da tanto», ha esordito rimarcando l’attaccamento alla realtà locale. Lavora nel settore energetico, prima in azionda privata e oggi libero professionista. Segretario della Margherita a Samarate, è stato presidente dell’azienda comunale ASC ed è presidente della Fondazione Montevecchio, «creatura dell’amministrazione Solanti».

«Il mio sogno è far rinascere Samarate. Perché in questi anni si è molto addormentata: non perché le persone sono addormentate, ma perché non trovano un’amministrazione attiva. Tutto quel che abbiamo visto a Samarate negli ultimi anni lo dobbiamo alle associazioni. E per far rinascere abbiamo bisogno di tutti voi».

Zocchi ha voluto indicare «alcuni punti fermi»: il coinvolgimento, «delle associazioni, dei commercianti, degli imprenditori, dei cittadini». L’ascolto, dei cittadini, di chi lavora, «ma anche dei dipendenti comunali, che hanno capacità di portare soluzioni che a volte la politica non vede». La competenza, «nella scelta degli assessori», «perché non basta l’onestà» (ma poi ha rivendicato la dignità della politica a livello comunale: «basta con questa storia che i politici sono ladri, tutti qui sono onesti, anche chi non la pensa come noi»). E ancora ha citato «la trasparenza» e il «coraggio di trovare strade nuove», contro la logica del «perché si è sempre fatto così». E da ultimo il gioco di squadra: «il sindaco deve essere un coordinatore, un motivatore, capace di fare sintesi» specie in un gruppo che rivendica «storie, sensibilità, pensiero diversi»

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Come si metteranno insieme le diverse sensibilità? Ovviamente si pensa a liste diverse: cinque, è parso di capire da una grafica ancora di massima. Dove – leggendo i nomi – si riconoscevano Samarate Città Viva, l’area del Pd, un’area della Sinistra (con Pino Santangelo, Consuelo Sozzi, Andrea Panarotto…), una più vicina al centrodestra (con Montani e Aspesi) e una lista “del sindaco”, dove per ora compariva solo il nome dell’aspirante sindaco.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 22 Gennaio 2019
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