Carburante scaricato in mare dall’aereo rientrato a Malpensa, i controlli della capitaneria di porto
Martedì mattina gli enti liguri si sono messi in moto per effettuare i controlli e il responso è che l’accaduto non ha prodotto chiazze sull’acqua

“Sul Mar Ligure non sono presenti chiazze oleose”. Anche la Regione Liguria interviene sull’episodio avvenuto lunedì sera quando un aereo diretto a Tokyo è rientrato a Malpensa per un problema tecnico riscontrato in volo e dopo aver scaricato del carburante nel Tirreno.
Martedì mattina gli enti liguri si sono messi in moto per effettuare i controlli e il responso è che l’accaduto non ha prodotto chiazze sull’acqua.
Ecco l’analisi risultata dai controlli regionali secondo quanto comunicato dalla Regione Liguria:
“Non risultano chiazze in mare. È questo il risultato dei sorvoli effettuati durante le ore del mattino da parte della Capitaneria di porto, dopo la notizia di uno scarico di carburante da parte di un aereo partito da Milano e diretto a Tokyo, costretto a questa operazione a causa di un problema tecnico. Sul Mar Ligure sono state rilevate solo alcune iridescenze, che non si sa se siano imputabili all’evento in questione.
Regione Liguria è rimasta costantemente in contatto con tutti gli enti coinvolti per verificare cosa fosse accaduto ed eventuali ripercussioni sul territorio e sul mare: secondo l’Enac, il carburante, secondo la procedura standard consolidata e certificata, è stato scaricato in volo ad una quota superiore ai 16mila piedi.
Arpal fa sapere che i tecnici dell’Agenzia, in accordo con la Capitaneria, hanno comunque effettuato alcune sommarie considerazioni di carattere generale, partendo dalle informazioni minime a disposizione di Capitaneria di Porto ed Enac.
Dall’analisi dei dati modellistici di temperatura al suolo e dalla letteratura scientifica sul tema del rilascio di combustibile appare cautelativo ritenere che gran parte del materiale si sia volatilizzato e solo una piccolissima percentuale (nell’ordine dello 0,2%) del combustibile possa aver raggiunto – nella peggiore delle ipotesi – la quota al suolo sottostante l’intera area interessata dal rilascio”.
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