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Sulle tangenti lombarde spuntano altri nomi illustri

I magistrati che indagano sul "sistema medievale" riconducibile a Caianiello hanno sentito Ciro Calemme e un imprenditore coinvolto. Spunta anche una società collegata a Lara Comi che smentisce con fermezza

lara comi

L’indagine sulle tangenti lombarde si allarga e Varese assume ancora più spazio. In serata è arrivata una nota di Lara Comi che smentisce le indiscrezioni secondo cui l’europarlamentare avrebbe ricevuto una consulenza tramite una società a lei riconducibile.

“Nel bel mezzo della mia campagna elettorale per le prossime elezioni europee – scrive la Comi – leggo con stupore la notizia del presunto coinvolgimento nella nota inchiesta in corso di una “società riconducibile a Lara Comi” e di una “società di Lara Comi” asserita destinataria di consulenze oggetto di indagine. Devo infatti precisare che l’unica mia società di comunicazione é la Premium Consulting  regolarmente denunciata al Parlamento europeo. Tale società non ha nulla a che spartire con le consulenze sotto inchiesta e non ve ne è nessun’altra a me riconducibile”.

Secondo una ricostruzione del Corriere della sera ci sarebbero altre intercettazioni tra Nino Caianiello e Giuseppe Zingale, direttore generale dell’Afol-Agenzia metropolitana per il lavoro che comproverebbero il coinvolgimento di Lara Comi. Il quotidiano riporta lo scambio di battute tra i due da cui emergerebbero anche le cifre pattuite per le consulenze.

Il nome di Lara Comi era già apparso in diversi passaggi dell’ordinanza che ha portato agli arresti di numerosi soggetti.

Un altro nome illustre che compare è quello di Ciro Calemme. In una intercettazione tra lui e Caianiello quest’ultimo afferma “SE NON TRADISCE LEONARDI, SE NON TRADISCE BILARDO, SE NON TRADISCE GORRASI…ABBIAMO IN MANO LA PROVINCIA…PUNTO…IO NON MI MUOVO…IO FACCIO IL SOLE E LA TERRA CHE GIRA INTORNO…”.

Il vice presidente di Agorà e punto di riferimento a Varese per Nino Caianiello è stato ascoltato dai magistrati. Nelle prossime settimane si conosceranno anche gli ulteriori sviluppi di una indagine che si riferiva al periodo in cui era presidente di Aspem reti ai tempi dell’amministrazione Fontana in comune a Varese.

Una situazione in evoluzione considerando anche il fatto che i numeri delle persone indagate sono almeno il doppio rispetto a quelle sottoposte ai primi provvedimenti di restringimento della libertà. C’è quindi da credere che l’indagine avrà ulteriori sviluppi così come si può anche leggere nelle ultime righe dell’articolo del quotidiano milanese.

“Tutto mentre in Procura si presentava il primo imprenditore (fornitore di una municipalizzata citata nelle indagini) a spontaneamente voler raccontare corruzioni che temeva fossero scoperte prima dai pm: si vedrà presto se un caso isolato di collaborazione, o se l’inizio di una frana sotto i piedi dei corrotti”.

 

Pubblicato il 09 Maggio 2019
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