“Quanto vale la nostra salute? Poco più di 1 euro”
Il comunicato della Sinistra sui fondi erogati per il periodo di chiusura di Linate con trasferimento dei voli a Malpensa

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato della Sinistra per Gallarate sui fondi erogati ai Comuni dell’area di Malpensa per il periodo del “Bridge”
Quanto vale la nostra salute per Sea? Poco più di 1 euro
A compensazione dei disagi di Malpensa, ovvero dell’inquinamento acustico e atmosferico, che con l’imminente trasferimento dei voli da Linate aumenteranno considerevolmente, regala ai comuni del CUV 100mila euro. E i sindaci accettano.
Circa 82.000 gli abitanti interessati dal “regalo”. Poco più di un euro a testa per sopportare in silenzio di ammalarsi di rumore e aria inquinata. Mentre la Regione boccia di nuovo la tassa sul rumore, molto più onerosa, che dovrebbe servire a mitigazioni ambientali.
100 mila euro, neppure netti. Perché di norma SEA già destinava 60mila euro a progetti sociali (30mila per l’are Malpensa e 30mila per l’area di Linate), soldi che vengono assorbiti dal compenso ai sindaci.
E a cosa serviranno questi soldi: a promuovere lavoro, ovvero a offrire a chi è rimasto disoccupato o ha perso il lavoro o non riesce a trovarlo, un tirocinio di alcuni mesi a uno stipendio ben inferiore anche al reddito di cittadinanza, in cambio di un’intera giornata lavorativa. E se sarà part time, sarà ancora più miseria. Per poi con ogni probabilità tornare disoccupato. Così la fabbrica della precarietà che è Malpensa, che assume con forme contrattuali le più diverse e le meno remunerative per i lavoratori, che rifiuta un contratto di sedime, che contrasta chi nel sindacato si oppone alla precarizzazione e dequalificazione selvaggia, che assume per qualche mese e poi cambia personale perché così si guadagna di più, che impone turni spezzati che impediscono una vita (3 ore all’alba, 2 nel pomeriggio, 3 di sera), prova a darsi una imbiancatura sociale. Di nuovo proponendoci uno scambio fra diritto al lavoro e diritto alla salute. Due diritti che insieme i sindaci del CUV e del territorio circostante proprio non se la sentono di pretendere congiuntamente.
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