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Cosa fare contro la Popillia japonica

Questo insetto giapponese attacca orti, campi e piante. Ecco i consigli di Parco del Ticino e Ersaf per contrastare l'invasore

popilla japonica

È un insetto giapponese che ormai ha preso casa da queste parti. Stiamo parlando della Popillia japonica, una vera e propria piaga che dal 2015 sta affliggendo campi e orti tutt’attorno alla valle del Ticino. Che fare dunque per contrastare questo invasore?

I consigli di Parco del Ticino e Ersaf per i singoli cittadini sono molto semplici e consistono nella riduzione della presenza degli adulti, anche perchè le uova e conseguentemente le larve potrebbero essere deposte in terreni lontani dalle piante sulle quali gli insetti si alimentano. Sono tre le alternative che si possono mettere in campo (da sole o tutte assieme) e partono dal controllo manuale, far cioè cadere gli insetti in una bottiglietta o recipiente con acqua preferibilmente la mattina o la sera quando gli insetti sono meno mobili. Si può poi ricorrere a prodotti a base di olio di neem (principio attivo: azadiractina) da spruzzare sulle piante o, ancora, utilizzare reti anti-insetto a protezione delle piante.

Quello che è assolutamente sconsigliato è utilizzare trappole. “Il loro potere attrattivo è superiore alla capacità di cattura -spiega il Parco del Ticino- e così una trappola collocata all’interno di un orto o di un giardino richiama insetti da centinaia di metri con la conseguenza di aumentare notevolmente il danno a carico della vegetazione presente, foglie, fiori e frutti”. Le trappole sono invece molto utili “nell’ambito di strategie territoriali” ed è proprio quello che in questi mesi viene fatto dal servizio fitosanitario regionale che per questo “chiede quindi la collaborazione di tutti i cittadini perché le trappole non vengano spostate, sottratte o manomesse”.

Le piante attaccate dalla Popillia japonica

Sono tante le piante che piacciono alla Popillia japonica, a partire da quelle da frutto. Nell’elenco delle preferite ci sono ciliegio, nettarine, albicocco, susino, melo, cotogno, kaki, actinidia, piccoli frutti, nocciolo e vite ma questo insetto non disdegna neanche gli orti andando ad attaccare principalmente pomodori, melanzane e basilico. Non si salvano neanche le piante ornamentali come rosa, ibisco, glicine, tiglio e betulla e neanche quelle selvatiche come enotera, ortica, rovo, salcerella, luppolo, vite canadese, salicone, biancospino. Alla Popillia piacciono anche le piante da campo, in particolare modo soia e mais.

L’evoluzione dell’invasione

Le prime segnalazioni della Popillia japonica dalle nostre parti risalgono al 2015. In quell’anno sono stati contati 11 comuni contagiati ma due anni più tardi -ultimo dato disponibile- i comuni sono ben 174. Località che nella zona rossa vanno da Vigevano fino ai primi comuni a sud del Lago Maggiore e da Novara fino alle porte di Milano. Nella cosiddetta zona cuscinetto rientra invece praticamente tutta la provincia di Varese e comuni che si estendono fino a Pavia.

evoluzione popilla japonica

Per ulteriori informazioni si può consultare questo link o scrivere a popillia@ersaf.lombardia.it e popillia@parcoticino.it

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Pubblicato il 08 Agosto 2019
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