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Commercio in crisi. “Eppure l’amministrazione voleva nuovi supermercati”

Nuovi segnali di debolezza per gli esercizi del centro storico. L'opposizione chiede un'analisi della situazione e attacca su alcune scelte

via manzoni gallarate carabinieri centro storico

«Il centro storico di Gallarate ed il suo appeal commerciale sono due illustri ammalati, al cui capezzale si sono alternati clinici parimenti illustri, di varia estrazione politica, e tutti molto motivati; una guarigione piena e duratura non appare però imminente». Usa una metafora medica, Carmelo Lauricella, consigliere comunale Pd (e medico nella vita professionale).

Al centro, la situazione del commercio nel centro storico di Gallarate, che sembra attraversare una nuova fase di desertificazione. Qualche segnale di movimento c’era stato, ma al contempo non si contano i casi di vetrine ormai abbandonate e di negozi, alcuni storici, che chiudono. Esempio forse più significativo: via Manzoni, dove a qualche nuova apertura si è accompagnata la bandiera bianca alzata da altri esercizi, dall’abbigliamento al notissimo negozio di giocattoli.

I motivi? «Da un lato, Gallarate ha la più alta concentrazione provinciale di grande distribuzione, la cui presenza ha gravemente danneggiato il commercio in centro» ricorda Lauricella. Solo storia? Non proprio? «Nonostante ciò nella revocata seconda variante al PGT l’attuale amministrazione programmava nello specifico l’introduzione di ulteriori numerosi supermercati in tutta la città e solo l’indagine “Mensa dei Poveri” ha bloccato questi nuovi insediamenti ( medie strutture in area Cantoni, Tigros in via Matteotti, altra media in via Carlo Noè, in piazza De Gasperi…) che avrebbero definitivamente affossato il nostro centro».

Carmelo Lauricella
Carmelo Lauricella

«D’altro canto, però anche le politiche positive di rilancio condotte di questa amministrazione non hanno portato beneficio e il commercio del centro di Gallarate con le continue chiusure rischia di rimanere limitato a bar e ristoranti» continua Lauricella. «Sotto questo versante l’attuale amministrazione rivendica il merito di aver suscitato o coadiuvato una serie di iniziative (cene, mercatini, feste, spettacoli) che si prefiggono di aumentare la frequentazione del centro storico, e, si spera, anche quello che ho definito appeal commerciale. Con risultati soddisfacenti? No, come dimostrato dalle continue chiusure di esercizi, anche storici, che hanno ininterrottamente caratterizzato gli ultimi anni, portando ad una desertificazione del centro».

«I numerosi eventi organizzati, pur graditi e gradevoli, non hanno quindi sortito effetti per la rivitalizzazione del centro. Queste iniziative paiono non portare clienti a chi ha un negozio in centro ma, spesso, li dirottano verso operatori estranei (mercatini, street food…). In ogni caso la visibilità delle chiusure dimostrano la loro insufficienza: organizzare tanti eventi, che per la loro frequenza rischiano di disincentivare a risiedere in centro chi cerca un po’ di quiete serale, NON ha portato ad un rilancio del commercio in centro».

«E’ allora urgente individuare come priorità assoluta per la nostra città una articolata politica di rilancio del commercio in centro storico (mediante, per esempio, incentivi all’affitto a canoni calmierati, anche sotto forme di garanzia, riduzione del costo del parcheggio per chi fa acquisti in centro, miglioramento dell’accessibilità della zona pedonale mediante mezzi pubblici e navette o biciclette a noleggio, allargamento della zona pedonale a piazza Garibaldi) a partire dall’acquisizione di un quadro completo ed aggiornato sull’andamento del commercio nel centro cittadino, relativamente ai vari assi prospettici di aperture, cessazioni, tipologie commerciali, anzianità di apertura, e così via».

«Un approccio realistico, non ideologico, non sensazionalistico è premessa indispensabile per approcciare un problema reale ed importante, che viene da lontano e di cui, realisticamente, appare lontana la soluzione. Per questo nei prossimi giorni protocolleremo una istanza formale di convocazione della commissione attività produttive che abbia all’ordine del giorno la rendicontazione della situazione attuale da parte dell’assessore».

Pubblicato il 08 Settembre 2019
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