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“Il dottor Stella era innanzitutto un medico di base”

Il ricordo della dottoressa Martignoni, collega del dottore morto a causa di complicanze legate al coronavirus. La sua denuncia:"Siamo in prima fila, senza protezioni"

medicina salute

«Il dr Roberto Stella era innanzitutto un medico di base. In prima linea e senza difese». Lo ricorda la dottoressa Angela Martignoni, collega del dr Stella, scomparso alle prime ore di oggi a causa di una crisi respiratoria provocata dal coronavirus.

« Tutti oggi lo ricordano come presidente dell’ordine – commenta con amarezza la dottoressa Martignoni – ma, prima di tutto, era un medico di medicina generale, impegnato, come lo siamo tutti, in prima linea nel contrasto di questa epidemia. Un lavoro che facciamo con ausili di protezione inadeguati».

La dottoressa Martignoni, che fa parte di uno studio di medicina di gruppo, solleva il gravissimo problema di quanti, come lei e il dottor Stella, sono quotidianamente a contatto con pazienti che hanno sintomi conclamati: « Non avete idea quante persone abbiamo visitato, in ambulatorio o a domicilio. Noi siamo il primo fronte, quelli che incontrano pazienti di cui non si conosce nulla, che devono stabilire se sono o meno potenziali pazienti Covid19. E lo facciamo con dotazioni che ci siamo recuperati da soli, attraverso la cooperativa di medici a cui aderisce la mia medicina di gruppo. Non abbiamo avuto alcuna risposta da parte di Ats Insubria a cui ci siamo rivolti. Noi, non siamo scafandrati come i medici in ospedale, lavoriamo con mascherine e guanti che ci tutelano davvero poco».

Le parole della dottoressa Martignoni fanno luce sull’opera dei tanti dottori di base impegnati, come tutto il comparto sanitario, a difendere la popolazione dal coronavirus: « La nostra battaglia, mia, dei medici, ma anche del personale che lavora negli studi, infermiere o segretarie, la conduciamo con armi inadeguate che ci siamo procurati da soli. Non possiamo sottrarci al nostro dovere, ma chiediamo protezioni adeguate. Anche il dottor Stella era in prima linea, con armi di difesa inadeguate».

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Pubblicato il 11 Marzo 2020
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