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Massimo Palazzi racconta in video la storia di Gallarate

L'assessore alla cultura ha avviato una serie di video per raccontare diversi aspetti della millenaria storia di Gallarate

Generico 2018

La storia di Gallarate raccontata online, una buona occasione in questi giorni di isolamento di prevenzione dal Coronavirus, in cui molti (anche se non tutti) hanno l’occasione per rallentare, prendersi cura di sé e anche della propria cultura.

L’idea è dell’assessore alla cultura Massimo Palazzi, avvocato e storico con grande conoscenza in particolare della storia locale.

I video vengono proposti sulla pagina comunale GallaratePiù. Palazzi ha esordito con un video in cui ha confessato l’impressione di sentirsi «goffo» davanti alla telecamera fissa, ma ha voluto sottolineare le «motivazioni più forti» che l’hanno spinto ad andare online: «Il virus non dovrà mai imbrigliare la nostra curiosità e voglia di conoscere: la conoscenza è la prima arma da usare contro le nostre paure».

Primo vero video, quello dedicato ai nomi con cui è stata chiamata Gallarate, come si sono evoluti nei secoli, partendo dai primissimi documenti (prima dell’anno Mille) in cui compare Gallarate, che secoli dopo già sarà identificata come «piccola città». Dalle mappe medievali alla figura di Gerolamo da Cardano, compaiono anche i nomi delle diverse località divenute man mano quartieri (Crenna, Arnate, Cajello) o parte dell’area gallaratese (come Cassano Magnago e Cardano al Campo).

gallarate generico

E poi ancora già si affacciano altri temi come il corso del torrente Arno o l’area del Fajetto, termine ora un po’ in disuso ma che qualche anno fa era più nota e che identificava una delle zone di più antico insediamento. E chissà se si racconterà cos’era il gumbett… (nella foto, lo diciamo per curiosità). Tutte storie, anzi Storia, da scoprire.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 16 Marzo 2020
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