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Ats: “La situazione nelle Rsa e sul territorio non è drammatica”

In una lunga intervista la dottoressa Esterina Poncato, direttrice del socio sanitario e il direttore generale Lucas Maria Gutierrez fanno il punto della situazione

coronavirus foto generiche vario varie

Il 74 percento delle Rsa dell’area insubrica (Varese e Como) sono “covid free”, come le definisce la dottoressa Esterina Poncato. In una lunga intervista la direttrice del socio sanitario e il direttore generale dell’Ats Lucas Maria Gutierrez fanno il punto della situazione.

“C’è la massima attenzione all’emergenza che stiamo vivendo – spiega il direttore generale – e per fortuna i dati delle nostre province sono migliori rispetto al quadro generale della Lombardia. Questo è frutto della contingenza locale ma anche dell’impegno delle istituzioni. Per quanto riguarda il silenzio stampa è stato male interpretato il nostro comportamento perché noi ci siamo attenuti alle indicazioni della Regione, che ha chiesto di gestire direttamente la comunicazione. Vista la nostra situazione migliore, pur nel non abbassare la guardia, la Regione ora ci ha dato la possibilità di fornire i dati. Abbiamo così rotto il silenzio stampa perché si possa fare un’opera informativa con la popolazione cercando di rasserenare gli animi senza nascondere niente”.

LA SITUAZIONE DELLE RSA

In tutta l’area insubrica sono presenti 115 Rsa. Con tutte queste Ats ha un rapporto diretto e sarà in grado di avere settimanalmente un monitoraggio della situazione.

“Hanno risposto in 112 – racconta la dottoressa Esterina Poncato – e quelle covid free sono il 74 percento. Questo significa che stiamo facendo un buon lavoro di contenimento. Abbiamo costituito una unità di crisi con il contributo di Uneba e con un rapporto operativo con la protezione civile”.

La mortalità all’interno delle case di riposo è uno degli aspetti più delicati. “È importante tranquillizzare la popolazione anche sulle mortalità. In questo momento nelle Rsa abbiamo 10.068 ospiti con una mortalità accertata di 30 ospiti pari allo 0,3%. I decessi per altre cause sono 487 pari al 4% e in linea con la mortalità dello scorso anno. I sospetti sono 154 pari all’1,5%. I ricoverati sospetti in ospedale sono 23 pari allo 0,2%, mentre quelli isolati sono 795 pari al 7,9%. Gli operatori sono 7.177 di cui 18 ricoverati in ospedale e 435 in isolamento domiciliari per sospetta sintomatologia”.

I CASI CRITICI

Al momento ci sono quattro strutture su cui c’è la massima attenzione. Sono le Rsa Ai pini di Besano, la Provvidenza a Busto Arsizio, Fondazione centro accoglienza anziani di Lonate Pozzolo e la don Gnocchi di Malnate. Hanno problematiche diverse e in alcuni casi il problema più grande ha riguardato i sanitari che hanno contratto il virus.

“Monitoriamo con grande attenzione quanto sta accadendo – ha affermato la dottoressa Poncato – Solo ieri abbiamo distribuito 50mila mascherine chirurgiche. In accordo con le strutture abbiamo effettuato 756 tamponi agli operatori. All’interno delle Rsa hanno un vademecum e tutorial per realizzare  i tamponi perché agli ospiti provvede a farli la struttura stessa”.

Per quanto riguarda due casi di cui abbiamo parlato spesso, “al Molina ci sono 23 casi in isolamento. Al momento hanno avuto sei decessi per Covid e dallo scoppio dell’epidemia hanno avuto 45 morti per altre cause. Nella Rsa di Laveno Mombello hanno lavorato bene isolando i contagi e ora non c’è più una vera e propria emergenza”.

LA SITUAZIONE DELLE RSD

“Le Rsd sono una trentina, ma l’unico caso davvero critico è quello della Sacra famiglia di Cocquio Trevisago. Siamo in contatto con la proprietà e con il sindaco. Con l’ausilio della polizia locale abbiamo fatto un sopralluogo all’interno della struttura e non abbiamo trovato una situazione drammatica. Ci sono tanti casi, ma stanno lavorando bene. Lì ci sono problemi delicati anche a causa della fragilità degli ospiti. Lì è intervenuto bene il supporto telefonico delle cure pagliative. Non abbiamo rilevato nulla di anomalo e la struttura sta lavorando al meglio. Abbiamo tamponato tutti gli operatori e questo ha evidenziato che tanti di loro sono risultati positivi. Li abbiamo sorretti soprattutto per il personale. La situazione adesso è più gestibile. Al momento non abbiamo altre grandi criticità.

I FRONTALIERI

“La situazione con i frontalieri è sotto controllo. Abbiamo avuto contatti con alcune strutture ticinesi e c’è grande responsabilità. Siamo in contratto con strutture sanitarie dove lavorano tanti nostri operatori”.

I PROGETTI NELLE RSA E SUL TERRITORIO

“Abbiamo attuato un primo progetto che prevede un consulto telefonico per le cure pagliative supportando il personale sanitario rispetto alla cura dei malati. È stato predisposto un vademecum su come gestire i vari ospiti ed eseguire i tamponi. Un servizio di supporto psicologico per gli operatori delle Rsa e Rsd. Questo nelle strutture e anche con i comuni attraverso i COC. Settimana prossima partiranno due progetti con ASST Sette laghi per realizzare delle ecografie polmonari con uno strumento mobile grazie al lavoro degli Usca a supporto dei medici di famiglia. Questo per i domiciliari. Per le Rsa avremo anche una macchina per Rx portatile con analisi da remoto e relazione con infettologo. Strumenti  in grado di coprire tutte le Rsa con un tecnico radiologo.

Un altro progetto partirà con ASST Valle olona sempre a supporto dei medici di base e degli Usca grazie al lavoro di alcuni specialisti che possono fare supervisione dei casi a domicilio e nelle Rsa.

Le Usca previste sono sette. Al momento ne sono partite cinque: Saronno, Varese, Busto Arsizio, Como e Gallarate. Presto partiranno anche Cantù ed Erba. Sono costituite da due medici e lavorano sette giorni su sette”.

Per quanto riguarda l’assistenza domiciliare covid, questa “è partita a Varese con Padana assistenza, e a Gallarate, Busto, Olgiate, Lomazzo e Como. Tutto è subordinato ad avere DPI idonei per gli operatori”.

SULLE CRITICHE AD ATS

“Non capisco di cosa si parli. – interviene Lucas Maria Gutierrez – Leggo anche stamattina su un altro giornale medici che si lamentano e dicono di esser stati abbandonati. Abbiamo mandato a tutti un protocollo operativo anche dietro indicazioni del professor Grossi. Non vedo un abbandono, la situazione è critica, ma abbiamo avuto una collaborazione esemplare da tanti medici di famiglia e alcuni hanno proposto iniziative che sono state attuate e che sono importanti. Un esempio per tutti è il protocollo per pazienti a domicilio che permette di poter effettuare la tac polmonare ed esami per avere una quadro clinico per una prognosi che fornisca dati per conoscere l’evoluzione sanitaria della persona”.

L’intervista è l’occasione per fare chiarezza anche sui problemi sanitari che ha interessato la direzione di Ats.

“Per ragioni di privacy non posso parlare per altri, ma è vero che io sono stato positivo al virus e sono stato ammalato. Non sono stato ricoverato in ospedale e ho superato il covid a domicilio continuando a lavorare con la febbre alta sette giorni su sette. Non sono un eroe, ma non è vero che siamo stati allo sbando. Noi abbiamo una grande responsabilità e tutto ha continuato a funzionare”.

E’ CADUTO UN MURO

Si è infranto un muro e questa intervista permette di fare un primo punto della situazione. Come abbiamo chiarito subito ai vertici di Ats il nostro ruolo è informare i cittadini e le comunità. In questo noi saremo sempre al fianco delle istituzioni, ma occorre trasparenza e cura. Abbiamo avuto conferma che il loro comportamento è frutto di una decisione strategica sulla comunicazione voluta dalla Regione e nello specifico dall’assessore Giulio Gallera. A tempo debito ognuno risponderà delle proprie responsabilità. Ci teniamo solo a fare presente che a quaranta giorni dall’avvio della pandemia non è accettabile sentire un assessore dire che la comunicazione la fa lui con le dirette Facebook perché altrimenti i giornali racconterebbero cose non vere. Se la prenda con quei giornali, ammesso che ce ne siano.

Ats oggi ha fatto un’altra scelta e noi non smetteremo di informare con cura e attenzione i cittadini. Ne abbiamo bisogno perché dalla crisi ne usciremo tutti insieme. Le istituzioni fanno una parte fondamentale e dobbiamo avere fiducia nel loro operato e stare vicini ai loro dirigenti. Questo lo spirito che ci anima e che continuerà ad animare il nostro lavoro.

 

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Marco Giovannelli
marco@varesenews.it
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Pubblicato il 10 Aprile 2020
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