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Crollo di Albizzate, è giallo sulla crepa nel muro del capannone

Carabinieri e Procura di Busto Arsizio proseguono nell'ascolto di persone informate sui fatti avvenuti mercoledì sera in via Marconi dove è crollato un capannone. Tra questi anche un operaio che avrebbe visto una crepa

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Ci sarebbe un operaio che ha visto una crepa profonda (nella foto in alto inviataci da un lettore) in corrispondenza del punto di cornicione che è crollato e che avrebbe avvisato del rischio poche ore prima che si verificasse la tragedia che ha portato via per sempre una bambina di un anno, il fratellino di 5 e la madre di 38. L’uomo è stato sentito dai Carabinieri di Gallarate che stanno indagando su quanto avvenuto in via Marconi alle 17,30 di ieri, mercoledì, come persona informata sui fatti. Raggiunto da Varesenews ha preferito non commentare in quanto c’è un’indagine in corso.

L’indagine del sostituto procuratore Nadia Alessandra Calcaterra si preannuncia complessa e lo conferma che a 24 ore dall’apertura del fascicolo non c’è ancora nessun nome iscritto nel registro degli indagati. Il magistrato di Busto Arsizio è impegnato a circoscrivere l’inchiesta partendo da una mole di documenti che riguardano circa 30 anni di storia della struttura, edificata sulle ceneri di un cotonificio ex-novo. A breve verranno incaricati almeno due ingegneri strutturali che dovranno redarre la perizia che dovrà dare delle risposte sull’incidente.

Tra le 20 persone ascoltate oggi ci sarebbe anche il proprietario della struttura, un noto manager di Busto Arsizio oggi in pensione. Di lui, tra coloro che lavorano all’interno dei capannoni di via Marconi, si dice che si sia sempre preoccupato della manutenzione delle strutture, incaricando una ditta che segue le manutenzioni.

Si prospetta, dunque, un lavoro lungo e certosino da parte della Procura in attesa anche delle autopsie sui corpi delle vittime i cui risultati arriveranno non prima di settimana prossima. Solo a quel punto, dunque, le salme di mamma Fauzia e dei figli Soulaymane e Yaoucut potranno tornare in Marocco per i funerali, insieme a ai due superstiti della famiglia, papà Noureddine, distrutto dal dolore, e l’altro figlio sopravvissuto alla tragedia per un soffio.

Pubblicato il 25 Giugno 2020
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