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Le mani del burattinaio Ferracini e il dialetto del Pedela danno vita a “Le radici della grande Busto”

Il video-cartolina in dialetto girato in collaborazione con l’ICMA in sei luoghi caratteristici di Busto Arsizio ha avuto il patrocinio dell’assessore e vice sindaco Manuela Maffioli.

Questa mattina nella sala consiliare del comune di Busto Arsizio è stato presentato il video della città realizzato dal burattinaio Elis Ferracini, dall’esperto di cultura bustocca e dialetto Antonio Tosi (il Pedèla) e la regia di ex studenti dell’Istituto Cinematografico Michelangelo Antonioni. 

Si tratta di un video dal titolo “Le radici della grande Busto” in cui fanno da protagonisti alcuni proverbi e modi di dire rielaborati dallo storico delle tradizioni bustocche (Pedèla) e interpretati dai burattini (mossi da Elis Ferracini) nelle location più significative della città. Per farlo, il burattinaio e l’esperto bustocco, hanno ideato il racconto di un fattorino in furgone che, perdendosi tra le strade tra Milano e Varese, chiede ad un ciclista cosa sia Busto.

Tutto però è nato dall’invito di un conoscente di Ferracini, il bergamasco Bruno Ghislandi, di portare Busto al “Tg dei dialetti”, un canale on-line ideato da Michele Pilla che racconta l’Italia in una modalità insolita, attraverso i dialetti e le minoranze linguistiche.

Il dialetto e i sei luoghi emblematici per Busto (piazza Santa Maria, il Museo del tessile, il cimitero, il cortile del Comune, il cortile di palazzo Cicogna e piazza Trento) vogliono spolverare la storia della città e farla conoscere al presente. «Riascoltando il video sembra di essere in uno di quei paesi di montagna in cui si parla quel dialetto stretto impossibile da decifrare e comprensibile solo tra compaesani, ma in realtà dietro ai dialetti e ai loro detti c’è una storia più ampia. Non sono solo parole» ha affermato Ferracini. E ha continuato: «Questi proverbi, infatti, se presi singolarmente, consentono di riflettere sui nostri modi di fare e restituiscono nell’immediato il clima che esiste in città. Questa consapevolezza può essere importante per creare un ponte di incontro con gli altri»

«I proverbi, come diceva Flaubert, rappresentano la saggezza dei popoli – ha aggiunto Tosi -. Nell’era della globalizzazione l’identità di una terra e dei suoi abitanti affonda le radici nella tradizione locale, che ha nel vernacolo, la sua espressione più autentica. Dobbiamo tenere vivo il dialetto bustocco perché a Busto non esistono reperti archeologici, l’unica cosa certa è il nostro dialetto. E ricordiamo che la tradizione non consiste nel conservare la cenere ma nel trasmettere la fiamma» ha concluso Antonio Tosi, nonché il Pedèla.

Il progetto ha avuto il sostegno e il contributo del Comune: «L’impostazione è leggera, ma in realtà cela la consapevolezza, termine che io associo spessissimo al concetto di identità – ha osservato l’assessore a identità e Cultura Manuela Maffioli -. Identità non significa infatti arretratezza ma consapevolezza. Sapere sempre chi siamo, da dove veniamo, quali sono i valori, i pensieri e le azioni che hanno concorso ad essere quelli che siamo e che abbiamo assorbito nel tempo in un ambiente in cui ci siamo formati è importantissimo».

«A Busto l’identità è molto sentita, sono numerosissime le associazioni che si impegnano quotidianamente per la sua valorizzazione verso le nuove generazioni – ha continuato l’assessore -. Ringrazio Elis Ferracini per aver voluto inserire anche Busto in questo percorso identitario che va oltre i confini della città. Ringrazio Antonio Tosi che, a nome del tavolo identità, si è prestato a fare da testimonial di un messaggio importante. In questa puntata vedete i luoghi simbolo della città, vengono evocati i detti e i modi di dire tipici della nostra città, ma che non sono solo un suono, sono un contenuto, veicolano un modo di pensare, sono specchio della nostra mentalità e del pensiero bustocco dentro il quale tutti ci siamo formati. E quindi io spero che questa puntata nel Tg dei dialetti abbia una grande diffusione, che possa raccontare il volto di Busto ben oltre i confini della città, per farci conoscere per quello che siamo dentro, per quello che siamo in origine e indubbiamente noi siamo cittadini del mondo, di questo ne siamo consapevoli, e altri bustocchi in precedenti epoche lo hanno dimostrato prima di noi».

Qui il video integrale

Pubblicato il 17 Settembre 2020
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