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Colazione, pasti e biancheria pulita, l’isolamento nelle camere “Covid hotel”

Le strutture alberghiere ospiteranno persone risultate positive che non necessitano di cure e che non possono trascorrere la quarantena nella propria abitazione. Al momento del check out le camere saranno sottoposte a sanificazione

covid hotel - pixabay

L’estate aveva portato una boccata d’ossigeno per gli albergatori del Varesotto dopo una primavera da dimenticare. Ma la bella stagione è passata in fretta e la seconda ondata della pandemia si è ripresentata in modo brutale spazzando via, come le foglie in autunno, ogni segnale di ripresa che i lavoratori del turismo avevano potuto cogliere in questi mesi. Oggi tra gli albergatori della provincia di Varese c’è chi in qualche modo sopravvive, nonostante il settore sia praticamente fermo, e chi invece deve fare i conti con un presente fatto di preoccupazioni che non avrebbe mai voluto rivivere e con il fantasma della chiusura. Tra i gestori delle strutture della provincia di Varese c’è poi chi, proprio in questi giorni, ha scelto di rispondere alla richiesta di posti letto per la rete varesina dei “Covid Hotel”.

Chi sono gli ospiti dei Covid Hotel

Nel Varesotto sono otto gli alberghi che hanno dato disponibilità ad accogliere persone positive (asintomatici o paucisintomatici) che, per diverse ragioni, hanno bisogno di un luogo dove trascorrere il periodo di isolamento. Due sono a Varese, uno a Induno Olona, due a Gallarate, uno a Somma Lombardo, uno a Saronno e uno a Caronno Pertusella.

Come funziona il soggiorno in un Covid Hotel

«Sulla base di un protocollo stilato con Ats Insubria le strutture che hanno aderito dovranno rispettare una serie di regole precise. In sintesi, andranno ad ospitare delle persone positive al Covid ma che non necessitano di cure mediche – spiega Simone Segafredo, vice presidente di Federalberghi Varese -. L’albergo fornisce alloggio, servizio di colazione pranzo e cena in camera e i cambi quotidiani della biancheria ma il personale non deve entrare nelle stanze fino al momento del check out. Una volta lasciata la stanza la struttura deve provvedere, come già in parte avviene, alla sanificazione degli ambienti e delle superfici per eliminare ogni possibilità di contagio. Personalmente (Segafredo è anche gestore dell’Hotel Ungheria) non ho aderito a questa proposta ma se avessi avuto una struttura più grande l’avrei fatto».

Otto “covid hotel” per ospitare persone positive da isolare

Da Varese alla montagna, la richiesta di alloggi è in aumento

Quello degli alberghi assistiti è un servizio richiesto in tutta Italia, oltre alla Lombardia anche il Piemonte ha recentemente pubblicato un bando regionale per trovare nuovi alloggi. Uno dei primi ad aderire, nel vicino Verbano Cusio Ossola, è stato il Soggiorno Alpino di Macugnaga dove i primi ospiti sono arrivati i primi di novembre.

«Dal punto di vista economico è una proposta interessante – precisa Segafredo -. Le tariffe sono sostenibili e per alcune strutture può rappresentare un’alternativa accettabile in un periodo comunque complesso. In provincia di Varese nei mesi scorsi abbiamo vissuto situazioni diverse. Abbiamo l’area di Malpensa, pesantemente colpita dalla crisi e quella del Lago Maggiore che invece ha potuto recuperare una parte della stagione. Alcune misure, come il bonus vacanze, hanno dato dei risultati ma le azioni per risollevare il settore dovranno essere molto più incisive. Come Federalberghi nazionale abbiamo presentato diverse proposte per la ripartenza del settore ma serve prima di tutto una strategia comune per il sostegno del settore alberghiero e l’impegno massiccio per scongiurare le chiusure».

Foto di ming dai da Pixabay

Maria Carla Cebrelli
mariacarla.cebrelli@varesenews.it
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Pubblicato il 14 Novembre 2020
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