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La seconda ondata dell’emergenza attraverso le chiamate al 118

Osserviamo come si è sviluppata la seconda fase dell'emergenza attraverso il numero giornaliero delle chiamate alle centrali operative del 118 per richieste di intervento su eventi classificati come "problemi respiratori o infettivi"

coronavirus

A questo punto dell’emergenza sanitaria abbiamo capito tutti che non è facile comprendere l’andamento della pandemia attraverso un solo semplice parametro. Ci sono i dati dei nuovi positivi, trasmessi quotidianamente da Regione Lombardia, così come quello dei ricoveri e delle terapie intensive. Ognuno di questi va però correttamente inquadrato ed interpretato perché ci dice qualcosa di un singolo aspetto delle conseguenze del virus.

Oggi vi forniamo un altro parametro che può essere molto indicativo di un aspetto importante dell’emergenza: quello delle chiamate alle centrali operative del 118 per richieste di intervento su eventi classificati come “problemi respiratori o infettivi”. Si tratta in sostanza degli interventi delle ambulanze per casi all’interno dei quali è molto probabile siano trattati “sospetti Covid”.

Il Sole24ore, grazie alla collaborazione dell’Azienda regionale emergenza urgenza (Areu), raccoglie quotidianamente i numeri che riguardano questo tipo di interventi suddiviso per le aree di intervento del 118.

La provincia di Varese ricade sotto l’area di competenza della SOREU dei Laghi, il riferimento per i territori di Como, Varese, Lecco e l’area del Legnanese. All’interno di questo grafico si possono osservare gli interventi per “problemi respiratori o infettivi” registrati da febbraio ad oggi.

Si può osservare molto nettamente il picco di interventi in corrispondenza delle due fasi dell’emergenza pandemica e salta subito all’occhio come per la nostra zona la cosiddetta seconda ondata sia stata già fin qui molto più acuta della prima. Se il picco della prima fase è stato raggiunto il 18 marzo con 209 richieste di intervento a partire dal 1 novembre e fino al 13 novembre siamo stati stabilmente sopra questa soglia toccando una punta di 267 richieste il 2 novembre.

Questi dati possono essere molto più puntuali e precisi sull’andamento della situazione perché non dipendono, come i tamponi, da modalità, caratteristiche e criteri di raccolta come quello dei tamponi. Inoltre rappresentano un dato puntuale e non, come avviene per il numero di ricoveri comunicato su base regionale, il saldo in/out tra ricoverati e dimessi.

È importante quindi osservare il suo andamento e già ora è possibile cogliere un segnale incoraggiante: il numero di richieste di intervento, seppur ancora molto alto, da qualche giorno sembra essersi attenuato. Continueremo ad osservare il suo andamento per capire se davvero i dati si stanno avviando ad una discesa e una conseguente maggior pressione sugli ospedali.

Pubblicato il 17 Novembre 2020
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