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Nasce la Business academy di Univa, grandi e piccole aziende insieme per valorizzare la cultura d’impresa

Gli industriali hanno costituito una scuola di prossimità per creare nuove competenze nelle imprese. Grassi (presidente di Univa): «Servirà a rafforzare la cultura organizzativa e di impresa». De Battista (presidente di Spi): «Vogliamo ragionare con chi da solo non ha la forza per fare un'academy interna»

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È nel capitale umano che bisogna investire, per diradare la nebbia che si è addensata sul futuro delle nostre imprese. Investire sulle persone, sui loro saperi, competenze e conoscenze è la risposta migliore che il sistema può dare alla crisi generata dalla pandemia.

Guardare al lungo periodo, anche se la vista è condizionata dall’incertezza, è un esercizio che gli imprenditori del territorio sanno fare molto bene. La storia di questo straordinario metadistretto industriale è piena di ripartenze, cambiamenti, innovazioni e mutazioni, con le radici sempre ben ancorate alla tradizione manifatturiera e lo sguardo rivolto al futuro.
L’idea dell’Unione degli industriali della provincia di Varese di istituire una Business Academy va nella direzione di rafforzare la resilienza soprattutto delle imprese più piccole. «Abbiamo costituito una scuola di prossimità territoriale  – spiega Roberto Grassi, presidente di Univa – per creare nuove competenze già determinanti per le nostre imprese. È un segnale forte che Univa dà al territorio: in piena emergenza sanitaria continuiamo a investire sul futuro del nostro sistema produttivo».

La Business Academy nascerà all’interno dello Spi, la società di Univa che si occupa di servizi e promozione industriale, fondata 45 anni fa. «L’avevamo pensata prima della pandemia – racconta Marco De Battista, presidente di Spi – E ora ne siamo ancora più convinti. La Business Academy è un passo ulteriore rispetto alle cose che già facciamo ogni giorno per supportare il capitale umano delle aziende».

Alcune imprese del territorio, soprattutto le più strutturate e internazionalizzate, hanno già istituito una academy al loro interno. «Questo accade – continua De Battista – perché c’è la necessità di intercettare le traiettorie dell’industria 4.0, del digitale e delle nuove catene del valore internazionale che stanno trasformando totalmente il modo di lavorare. Noi vogliamo ragionare con chi da solo non ha la forza di farlo. D’altronde le cose cambiano velocemente e l’unico appiglio a cui fare riferimento, per affrontare le sfide che ci siamo posti, è la formazione e l’apprendimento continuo insieme ai professionisti e alle imprese del territorio».

La Business Academy di Univa sarà un luogo fisico – nella sede degli industriali di Gallarate, – e virtuale allo stesso tempo. I numeri relativi alla formazione forniti da Spi evidenziano che la richiesta di un’offerta ulteriore c’è ed è in crescita. Nei primi 9 mesi di quest’anno, nel pieno della pandemia sono stati organizzati corsi per un totale di 13mila ore di lezione, a cui hanno partecipato 500 imprese e 4.300 persone.

Tra i temi sui quali c’è bisogno di molta formazione ci sono quelli dell‘economia circolare e della sostenibilità in tutte le sue declinazioni. Univa sta già lavorando ad alcuni progetti importanti a livello internazionale: si tratta di Enter ( Expert network on textile recycling) e Life M3p, entrambi focalizzati sulla valorizzazione degli scarti industriali. «Nella Business Academy ci sarà una contaminazione trasversale – conclude Grassi -. Le multinazionali e le aziende più strutturate porteranno la loro esperienza in tema di export, marketing digitale, uso di social network e comunicazione con l’obiettivo di trasferire nuove competenze all’interno delle imprese più piccole. Il vero valore aggiunto di questa iniziativa è il rafforzamento della cultura organizzativa e di impresa».

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it
Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.
Pubblicato il 09 Novembre 2020
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