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Samarate, al via la liquidazione della Fondazione Montevecchio

Si procede sempre di più verso la liquidazione della Fondazione Montevecchio e se ne è discusso in consiglio comunale. Critiche e dubbiose le opposizioni: "Scelta politica e frettolosa"

Samarate Top Dog

La Fondazione Montevecchio di Samarate è sempre più vicina alla chiusura e alla conseguente messa in liquidazione: Villa Montevecchio passerà così sotto l’ala del comune. Per accelerare questo passaggio il presidente della fondazione, Eliseo Sanfelice, si è dimesso dal suo ruolo durante l’estate in modo da portare avanti quanto l’amministrazione Puricelli si era prefissata con la sua nomina.

Si tratta di un punto nevralgico per l’amministrazione alla guida di Samarate, dato che il programma della coalizione del sindaco Enrico Puricelli verteva sulla chiusura della Fondazione e il passaggio della Villa al comune. Diversa la posizione dell’opposizione di centrosinistra, che, al contrario, l’avrebbe mantenuta.

La delibera è passata al vaglio del consiglio comunale, martedì 29 dicembre, tenutosi online. «Si tratta di un ulteriore passo da approvare in consiglio rispetto alla Fondazione Montevecchio – ha spiegato l’onorevole Leonardo Tarantino – è stato fatto anche un passaggio in Commissione Bilancio con il nuovo Cda e il 29 settembre è stato definito il percorso che porterà alla sua chiusura. Stasera siamo giunti a prendere una decisione coraggiosa, tracciare una linea alla Fondazione tenendo ciò che c’è stato di buono e facendoci carico degli interventi di manutenzione».

Le motivazioni – ha continuato il consigliere con la delega al Bilancio – affondano le proprie radici nell’impossibilità di «continuare la propria attività»; in consiglio Tarantino e il gruppo di maggioranza hanno proposto una delibera che dia gli indirizzi necessari e vincolanti per   il prossimo futuro.

“La chiusura è una scelta politica”

Perplessa dalla delibera la consigliera di opposizione Rossella Iorio (Progetto democratico), che sottolinea essere una scelta politica: «Nella delibera leggo una stima di quanto il comune prevede di spendere, ma se ricordo bene era stato richiesto anche un piano delle attività e uno scopo della villa che fosse dichiarato per capire quali saranno le attività cui sarà destinata la villa». Iorio ha poi espresso preoccupazione per il bilancio del comune, «che già vede 85mila euro uscire in questa fase per una villa le cui spese straordinarie sono e resteranno sempre molto alte per la manutenzione e che se non ha un piano ben delineato fin dall’inizio non vedo come possa autoalimentarsi rispetto alle spese che produce».

Come potrà non gravare sulle spese del comune, quindi? «Da quando è stata costituita la Fondazione riceve costantemente dal comune 35mila per le spese di gestione; di fatto, riappropriandosene, l’amministrazione ha già le somme per un funzionamento dell’edificio. Sulle spese straordinarie mi sembra chiaro che la Fondazione da anni non possa intervenire».

Tarantino ritiene che, dunque, il comune possa farsi carico delle spese straordinarie della villa: «Un’alternativa, però, non c’è: o non si interviene o se ne fa carico il comune»; il consigliere ha poi fatto leva sulla preziosità della villa samaratese, «del cui mantenimento da parte dell’amministrazione non ci si dovrebbe dispiacere: non ci sottrarremo alla necessità di mantenerlo». Una scelta che, ricorda Tarantino, «nasce dalla presa d’atto che la Fondazione non stia provvedendo al mantenimento della villa e, dunque, non sta facendo fronte alle spese; gli investimenti non vengono fatti da tempo e rischiamo di dover fare interventi più cospicui».

Il 2021 – secondo Tarantino – sarà abbastanza infruttuoso anche a causa dell’impossibilità di organizzare eventi in Villa Montevecchio, «quindi siamo davanti a un’inerzia». Iorio ha insistito dubbiosa sulla presenza o meno business plan della villa, «tale per cui sia in grado di finanziare quello che costa, anche a livello di manutenzione straordinaria». Il Covid e il lockdown hanno un po’ fermato l’elaborazione di attività che animeranno la Villa nel post Fondazione: «La Fondazione stessa non sta riuscendo a sviluppare le attività che faceva in passato o che poteva avere sul tavolo il nuovo cda. Come i teatri, i cinema e i musei, anche la nostra Villa Montevecchio è chiusa; anzi, continuare con questa inerzia avrebbe significato trascinarsi dei costi. Forse è meglio procedere speditamente verso la liquidazione e speriamo tutti che ci possa essere un momento di definizione dell’utilizzo della Villa, con idee e proposte che devono arrivare dalle associazioni». Tarantino e tutta la maggioranza sperano che «diventi la casa di chi sa aggregare e di chi sa fare proposte».

“Chiusura senza progetto”

Iorio è poi ritornata su quello che ritiene il vero punto debole di questo progetto, «che è semplicemente un titolo ora. Io credo che se non si abbia un piano, un obiettivo da realizzare intorno a Villa Montevecchio difficilmente si arriverà a realizzarlo». E ha aggiunto: «In questo momento mi sembra che si stia facendo una vera e propria corsa quando la fretta non c’è, visto che bisognerà aspettare il 2021 inoltrato per poter riprendere con gli eventi. Si poteva stilare insieme alle associazioni e alla cittadinanza un progetto, farlo reale e sottoporre al consiglio comunale una decisione che non fosse puramente politica, che rimane una scelta di consenso elettorale. Mi ritengo molto preoccupata che la valutazione economica non sia stata il principale volano di questa decisione: certo che non lo è stata, perché non si è guardato al bilancio del comune e a tutti gli interventi futuri e le cifre da stanziare – difficili ora da quantificare».

«Secondo me mancano delle cose in questa delibera», ha commentato il consigliere Tiziano Zocchi (Progetto Democratico), riferendosi alla scuola di musica e al contratto dei dipendenti della Fondazione. «Dare un messaggio, una linea di indirizzo non sarebbe stato male; è evidente che questa è una scelta politica e riconosco al sindaco Puricelli una linea di coerenza», ha continuato, tracciando un futuro non proprio roseo per l’ente pubblico: «Dal punto di vista pratico succederà che la Villa Montevecchio sarà uno dei beni pubblici non mantenuti dall’amministrazione. Io non ci vedo un progetto, ci vedo solo una chiusura».

Dai tavoli della minoranza è poi intervenuto il consigliere Giovanni Borsani (Samarate città viva), che ha definito la liquidazione una «scelta fatta sull’onda del programma elettorale», interrogandosi sulla possibilità di posticipare questa decisione. Riagganciandosi al discorso di Iorio, Borsani ha fatto leva sulle difficoltà del comune: «L’anno prossimo avremo una diminuzione delle entrate; continuiamo a non controllare le entrate e aumentiamo le spese, il risultato quale può essere? L’unica soluzione che sarà inevitabile per me sarà l’aumento delle tasse e ciò mi preoccupa molto».

Il grande vantaggio, ha infine sottolineato l’onorevole, dello scioglimento della Fondazione, sarà che i cittadini di Samarate potranno riappropriarsi di Villa Montevecchio: «Con l’avvento della Fondazione in passato sono stati organizzati diversi eventi, molti matrimoni, ma la fruizione samaratese non è stata molto possibile; io credo che valga molto di più che il bene venga sfruttato culturalmente dalla cittadinanza».

La votazione

Il voto della maggioranza è stato a favore della libera. Negativo, invece, quello della minoranza di centrosinistra: «Mi sarebbe piaciuto sentire questa sera che c’era un piano dietro a questo cambiamento e che erano state fatte delle verifiche approfondite, purtroppo questo non è avvenuto. Avrei preferito un’analisi precisa e dettagliata», ha commentato Borsani prima di annunciare il voto negativo di Samarate città viva; «Questa sera sarebbe stata necessaria una discussione diversa, dove ci sarebbe dovuto essere mostrato almeno il progetto nevralgico chiedendoci di parteciparvi in maniera collaborativa, ma, evidentemente, questa amministrazione sceglie di prendere delle decisioni politiche di cui poi decide di non condividerne le ragioni alla base. Progetto democratico voterà contro questa delibera perché non ci vengono forniti gli elementi per valutarla», ha continuato Iorio.

La delibera, infine, è passata con 10 voti favorevoli e 5 voti contrari.

Nicole Erbetti
nicole.erbetti@gmail.com
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Pubblicato il 30 Dicembre 2020
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