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Evenepoel, Bernal, Yates e gli altri: sarà un Giro d’Italia dall’accento straniero?

tao geoheghan hart giro d'italia maglia rosa 2020

Se si escludono i due successi di Vincenzo Nibali, datati 2013 e 2016 (sul podio anche nel ’17 e nel ’19), il Giro d’Italia è da un decennio preda dei corridori stranieri. Posto che non è il momento né il posto per interrogarsi dei tanti perché gli atleti di casa nostra non siano più competitivi nelle grandi corse a tappe, è questo il dato che emerge impietoso scorrendo la lista dei favoriti che dall’8 al 30 maggio si contenderanno la maglia rosa. (foto in alto: Tao Geoheghan Hart, maglia rosa 2020)

GLI ITALIANI DI RINCORSA

Il siciliano che vive a Lugano sarebbe stato ancora il migliore candidato “azzurro” in questa edizione numero 104, almeno senza quella caduta nei pressi di Ponte Tresa che l’ha costretto a un intervento chirurgico e a una convalescenza che inciderà senza dubbio sulla sua condizione. Nibali sarà ugualmente al via a capo della sua Trek-Segafredo, ma l’impressione è che punterà a qualche tappa – magari tra quelle “top” – più che alla classifica finale. Il suo team potrebbe quindi affidarsi all’esperto olandese Bauke Mollema o a Giulio Ciccone, uno dei pochi italiani che possono puntare alla top ten.

Un gruppo ristretto al quale potrebbero aspirare anche Davide Formolo, veneto della UAE Emirates, Fausto Masnada, il bergamasco della Deceuninck-Quick Step ottimo terzo al recente Giro di Romandia e fors’anche Matteo Fabbro, friulano della Bora-Hansgrohe che ha in Peter Sagan il capitano attorniato da tanti ottimi corridori per i traguardi parziali.

I “TRE TENORI”

La sensazione netta però è che gli italiani non entreranno nella lotta per la maglia rosa finale. Quella è materia soprattutto di tre favoriti – Egan Bernal, Remco Evenepoel e Simon Yates – ai quali si possono aggiungere altri nomi pronti a balzare nella lotta per la vetta. Bernal è il capitano della corazzata Ineos-Grenadier (che ha in Sivakov un ottimo “secondo violino”, per quanto tutto da scoprire) e ha già in bacheca il Tour 2019. In più conosce bene le strade italiane perché lui, colombiano, è stato scoperto dalla Androni Giocattoli di Gianni Savio (che per inciso stavolta lancia un altro cafetero interessante, Jefferson Cepeda).

Remco Evenepoel è a sua volta giovanissimo ed è considerato un fenomeno a tutto tondo però lo scorso anno al Giro di Lombardia fu vittima di una caduta pazzesca giù da un ponte. L’attesa su di lui è massima ma andrà verificato su un percorso duro come quello del Giro: la sua Deceuninck (corazzata belga che di solito punta più sulle classiche) schiera anche Joao Almeida – già in maglia rosa a lungo due anni fa – e sul già citato Masnada per contrastare la Ineos.

E poi c’è Simon Yates, britannico come il campione in carica Geogheghan Hart (che non ci sarà), dominatore del Tour of the Alps e capitano degli “australiani di Varese” del Team BikeExchange che hanno in Mikel Nieve una spalla ottima per Yates.

Bernal (schiena), Evenepoel (caduta) e Yates (giornate no) hanno comunque alcuni punti deboli e per questo è possibile che in fondo la maglia rosa tocchi a un altro, che si uno dei loro compagni che abbiamo indicato o corridori di altre squadre. Un gruppo che conta sull’accoppiata spagnola della Bahrein-Victorious formata da Mikel Landa e Pello Bilbao, sul giovane russo dell’Astana Aleksander Vlasov, sull’ennesimo britannico Hugh Carty (EF Education-Nippo), sull’irlandese Dan Martin (Israel StartUp) già vincitore di una Tre Valli, sul neozelandese George Bennet in testa alla Jumbo-Visma o ancora (soprattutto?) su Marc Soler, leader della Movistar e fresco vincitore del Romandia, infine su Jay Hindley, australiano del team DSM che lo scorso anno si consumò nel duello interno con Keldermann che favorì il successo di Geoheghan Hart.

Ricordiamo infine i programmi dei due varesini al Giro: Edward Ravasi sarà il capitano della Eolo-Kometa di cui tanto vi abbiamo parlato in questi giorni. La condizione è buona e sulla carta potrebbe entrare tra i migliori 15: difficile però chiedergli di più.
Alessandro Covi è all’esordio assoluto in un grande giro, ha 22 anni e nella UAE Emirates è affiancato da tanta gente buona. Però è forte, sfrontato e capace: se lo vedrete davanti in un gruppo di 50-60 corridori fate attenzione alla sua volata.

SPECIALE GIRO D’ITALIA – In collaborazione con Bieffe Cicli

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it
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Pubblicato il 07 Maggio 2021
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