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“Con Margherita Silvestrini una città inclusiva e attenta al lavoro”

La lista Officina di Cura Urbana si è presentata in piazza Risorgimento. È la lista della sinistra ambientalista, ma punta anche a coinvolgere i "nuovi gallaratesi"

Officina di Cura Urbana

Una lista che rappresenti la sinistra, l’attenzione ai diritti sociali e civili, l’inclusione dei “nuovi italiani”, la cura dell’ambiente. E soprattutto una lista che rappresenti lo spirito urbano: la città come luogo delle differenze, spazio condiviso nella diversità.

È Officina di Cura Urbana, a sostegno di Margherita Silvestrini.
Luigi Ambrosi, insegnante e portavoce insieme a Nancy Perazzolo, ricorda da dove è partito tutto: «Il progetto di Officina di Cura Urbana nasce tra il 25 aprile e il 1° maggio, due date non scelte a caso, simbolo dell’antifascismo e del lavoro, al centro del nostro impegno politico».

«Il nostro percorso è stato abbastanza in ascesa, possiamo dire: nato da uno zoccolo duro di persone che avevano avuto un impegno nella giunta Guenzani, il progetto si è aperto per trovare nella città una pluralità di culture e approcci che caratterizza ormai tutte le città, anche quelle di medie dimensioni. Una realtà che non si può ridurre a Prima gli italiani o Prima i gallaratesi che usa il sindaco Cassani. L’idea che il sindaco attuale è chiusa, che va a separare e creare corsie preferenziali. Officina di Cura Urbana invece ha riconosciuto in Margherita una possibilità di una città inclusiva, dove tutti si sentano a proprio agio, possano reclamare i propri diritti, dire la propria e dare il proprio contributo»

Forse per questo hanno scelto di presentarsi in piazza Risorgimento: la più “urbana” delle piazze cittadine, luogo di transito e condivisa da molte persone diverse, non senza attriti.
Nancy Perazzolo ricorda anche l’impegno per la salute, che qui si concretizza nell’impegno politico a «un no netto all’ospedale unico e un si alla medicina di prossimità» (il tema è diventato centrale nella campagna di Silvestrini).

Nella lista ci sono tante figure e professioni diverse, «dai 19enni ai pensionati», anche provenienze diverse: chi è gallaratese da generazioni, chi è arrivato in anni recenti da altre parti d’Italia, chi viene da più lontano. Simbolo di inclusione sono Ali Sher Chohan e Ayesha Saeed, un giovane e una giovane pakistani.
«Abbiamo superato il momento dell’integrazione, siamo già al momento della partecipazione» dice la candidata sindaca Margherita Silvestrini. «Alì e Ayesha ci parlano di persone che vogliono partecipare, è una realtà che già esiste».

«C’è l’idea delle donne musulmane chiuse in casa o che devono portare il velo per costrizione. Da donna che è cresciuta in Italia volevo dimostrare che sono libera di impegnarmi» dice Ayesha Saeed, che ha due lauree. «Incontro tante persone, mamme, che sono in difficoltà a trovare un aiuto orientarsi: vorremmo aiutarle a diventare indipendenti».

Anche altri candidati portano ognuno attenzioni specifiche o percorsi politici e sociali. Come Andrea Franceschini (attivo in Arcigay) o Filiberto Zago, lunga militanza ambientalista (oggi in Europa Verde) e negli ultimi tempo in particolare nel Comitato che lottava per piazza della stazione: «La piazza andava rifatta, non c’è discussione, ma non come è stata fatta, riducendo ancora il verde».
Davide Brancato e Luca Maran sono in lista anche come rappresentanti di Volt, «partito paneuropeo»: sono dei “Duemila” e vogliono portare un impegno per la partecipazione giovanile.

«Questa è una lista che raccoglie una moltitudine e diversità di culture» sintetizza Carlo Naggi, presidente di Zona del movimento cattolico delle Acli. «Non scandalizzi che una persona cattolica come me stia con persone di sinistra o di altre religioni. Dovrebbe stupire di più che ci sia una parte di mondo cattolico che se la fa con i fascisti».

Dopo incontri sul lavoro, sui diritti civili, sui diritti delle donne, la lista ha in cantiere altre iniziative: martedì terrà «un evento sulla refezione scolastica», mentre il 16 settembre terrà una curiosa serata di cabaret con una intervista ai candidati condotta da una drag queen al Bellaria Rock Pub a Moriggia.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 11 Settembre 2021
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