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Tiziano Fracchia: “A Gallarate tre candidati di centrodestra, anomalia che dice molto”

È il candidato di Italexit e rappresenta un'altra voce di centrodestra alternativa: "Per la prima volta dopo Mensa dei poveri avremo un voto libero". Venerdì la presentazione ad Arnate: "Partiamo dai rioni"

Politica varia

Lo slogan è: “Gallarate riparte”. E la campagna elettorale di Tiziano Fracchia – candidato sindaco della città con Italexit – parte da Arnate, con la presentazione in piazza Zaro venerdì alle 17.30. «Scelta volutamente per dire che vogliamo partire dai rioni. Prima da Arnate e poi tutti gli altri, perché Gallarate non è centro e periferia, ma una città policentrica con rioni che hanno tutti pari dignità».

L’avvocato Fracchia non è un volto nuovo a Gallarate: ha una storia che viene dal centrodestra, cinque anni fa era nelle file di Fratelli d’Italia, da cui si è allontanato dopo duro scontro interno. È stato poi vicino al movimento autonomista Grande Nord. Oggi è ancora nell’area del centrodestra e anzi lancia una provocazione: «La peculiarità di Gallarate è di avere tre candidati di centrodestra», su cinque totali.

Vale a dire? Fracchia mette nel novero sé stesso, certamente il sindaco uscente, ma anche Sonia Serati, candidata con la lista PiùGallarate animata dai liberali e dagli ex An di Libertà per Gallarate. «Dal mio punto vista la presenza di tre candidati di centrodestra indica che qualcosa non ha funzionato», nel centrodestra per Cassani che pure è compatto, a livello di partiti.

Fracchia fa poi una affermazione pesante, sulla scorta del quadro di indagini degli ultimi anni, che hanno toccato anche il Comune di Gallarate: «Per la prima volta credo che ci sia possibilità di un voto libero: prima esisteva un sistema illegale che condizionava il voto, anche le persone che si candidavano dovevano – anche in modo inconsapevole – ottenere una approvazione superiore che non desse fastidio a chi comandava».

Il riferimento è ovviamente al “sistema” che ruotava intorno a Nino Caianiello, emerso nell’arco di due anni grazie a due distinte indagini (prima su Lonate Pozzolo, poi da questa con Mensa dei Poveri) che hanno tra l’altro coinvolto non uno, ma due assessori all’urbanistica gallaratesi.

Ora Nino Caianiello si prepara a patteggiare, la decisione è prevista a breve, seguito da altri, mentre altri imputati – sindaco uscente compreso – dovranno tornare davanti al giudice dopo le elezioni.  E riguardando indietro Fracchia accusa anche l’opposizione di scarso mordente: «Mensa dei poveri è emersa di fronte a un paio di persone di Lonate Pozzolo che hanno rotto il muro di omertà» dice, riferendosi alla prima indagine lonatese. «Il centrosinistra non ha fatto assolutamente nulla, l’opposizione è stata silente. Anzi: le giunte Cassani e Guenzani si assomigliano nell’essere amministrazioni partitocratiche che non hanno fatto molto. Ora ci si esalta per una piazza stazione appena risistemata: ecco per me questa esaltazione è un segnale di quanto sia stata immobile la città»

Di fronte a questa lettura degli ultimi anni, Fracchia dice che «il pluralismo di liste e di candidati è un valore», in questo caso con ben cinque candidati diversi (di cui tre, con un totale di quattro liste, esterni alle due maggiori coalizioni, centrodestra e centrosinistra). «Il gioco democratico è fondamentale per avere una vera opposizione a chi vincerà. In caso noi si debba andare all’opposizione, possiamo promettere che sarà seria e improntata al massimo controllo».

Per il resto del programma – Fracchia cita il Maga, il verde, la sostenibilità – ci sarà tempo per parlarne. Per ora si (ri)parte dalla presentazione della lista, ad Arnate.

Pubblicato il 09 Settembre 2021
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