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Elezioni Quirinale, Alfieri: “Lo stallo e la figura divisiva di Berlusconi “

A meno di due settimane dall'avvio del voto per il tredicesimo Presidente della Repubblica pubblichiamo la seconda uscita del diario del senatore Alessandro Alfieri

Quirinale

È mercoledì 12 giugno all’interno del Senato della Repubblica. Sta per iniziare la seduta notturna: ci aspettano parecchi voti sugli emendamenti al decreto Covid. La giornata è passata con interruzioni continue dell’aula.

Siamo ancora scossi dalla scomparsa di David Sassoli. Una persona per bene, un uomo delle istituzioni ma soprattutto uno straordinario compagno di viaggio della nostra comunità democratica. Ha sempre accompagnato al suo stile sobrio e gentile una tenace determinazione nel difendere e rafforzare la costruzione europea a partire dal Next generation eu. Un italiano del quale andare orgogliosi. Domani andremo a salutarlo per l’ultima volta al Campidoglio.

Penso davvero ad una figura come la sua quando nella mia mente tratteggio le caratteristiche ideali che dovrebbe avere il nuovo Presidente della Repubblica. Un successore degno di Sergio Mattarella. Felice di averlo votato nel 2015. Lo rivoterei volentieri … ma questa è un’altra storia (ne riparleremo in una prossima puntata). Oggi siamo in una fase diversa: quello dello stallo.

Le trattative fra i partiti stentano a partire. L’ipotesi della candidatura di Silvio Berlusconi tiene letteralmente in ostaggio il centrodestra. Lontano dai riflettori i loro esponenti discutono di piani b e c; ma a microfoni aperti continuano a sostenere il loro ex padre padrone. Difficile consegnare alla storia colui che ti ha beneficiato, sostenuto economicamente o spalancato la ribalta televisiva.

Ho imparato da tempo che i processi politici vanno vissuti fino in fondo. Hanno bisogno di tempo per convincerlo, o forse solo per logorarlo. Ma Berlusconi non va mai sottovalutato: dalla sua ha non solo ingenti risorse finanziarie ed un enorme potere mediatico, ma istinto politico che gli ha permesso di risollevarsi innumerevoli volte. Non si fermerà se Salvini e Meloni non avranno il coraggio di emanciparsi definitivamente. La posta in gioco è alta: se non lo sostengono mettono a rischio l’alleanza di centrodestra; se lo sostengono e non raggiungono il quorum, a rimanere sotto le macerie non sarebbe solo l’alleanza ma anche i leader di Lega e Fratelli d’Italia.

E allora il gioco delle dichiarazioni ufficiali e delle veline in senso contrario andrà avanti ancora per un po’. E così lo stallo è servito: le trattative tra i partiti che sostengono l’attuale maggioranza per individuare un profilo condiviso non possono partire.

Silvio Berlusconi è leader di un partito e per anni è stato padre padrone del centrodestra. Basterebbe questo per capire che una figura divisiva come la sua non possa evocare l’unita nazionale. Ci sono invece figure autorevoli che hanno le caratteristiche per incarnarla, garantendo stabilità al Paese in una fase così delicata per il nostro Paese. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, anche andando oltre le nostre appartenenze.

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Pubblicato il 12 Gennaio 2022
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